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Anticipazioni

Le forze israeliane aggrediscono brutalmente il regista di ‘No Other Land’ Hamdan Ballal: “Pensavo di morire”

Mentre il mondo guarda, la campagna di violenza di Israele contro i palestinesi si intensifica in un nuovo, scioccante attacco a una celebre voce che chiede giustizia.

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Hamdan Ballal

Le forze israeliane hanno mostrato ancora una volta il loro disprezzo per le vite dei palestinesi e i diritti umani attaccando brutalmente Hamdan Ballal, il regista palestinese e co-regista del pluripremiato documentario No Other Land.

Ballal, il cui film denuncia la pulizia etnica in corso a Masafer Yatta da parte di Israele, è stato aggredito fuori dalla sua casa nella Cisgiordania occupata mentre cercava di documentare l’ennesima ondata di demolizioni israeliane.

Non si è trattato di un incidente. Si è trattato di un atto di brutalità mirato contro un uomo che ha osato mostrare al mondo la realtà dell’apartheid e dell’occupazione israeliana, una realtà che il regime israeliano cerca disperatamente di nascondere a ogni costo.

“Mi hanno incontrato fuori e hanno iniziato a picchiarmi e insultarmi”

Ballal ha descritto il terrificante attacco con dettagli strazianti:

“Mi hanno incontrato fuori dalla porta di casa e hanno iniziato a picchiarmi e insultarmi”,

ha scritto.

“Mi prendevano in giro come il ‘regista premio Oscar’. Ho sentito delle pistole fracassarmi le costole. Qualcuno mi ha colpito alla testa da dietro. Sono caduto a terra. Sono stato preso a calci e sputato addosso. Ho provato un dolore e una paura immensi. Potevo sentire mia moglie e i miei figli urlare e piangere, chiamarmi e dire agli uomini di andarsene. È stato il momento peggiore della mia vita. Mia moglie ed io pensavamo entrambi che sarei stato ucciso. Temevamo cosa sarebbe successo alla mia famiglia se fossi morto.”

Queste non sono le azioni di una “forza di difesa”. Queste sono le tattiche di un’occupazione violenta e illegale che cerca di mettere a tacere ogni voce palestinese – con pugni, stivali e pistole.

No Other Land: Un film che Israele vuole seppellire

No Other Land ha portato l’attenzione mondiale sulla sistematica espropriazione delle famiglie palestinesi a Masafer Yatta. Ha umanizzato vite che Israele preferisce cancellare. Acclamato alla Berlinale e suscitato scalpore nel circuito dei festival internazionali, il film minaccia di smantellare anni di propaganda israeliana che dipinge la pulizia etnica come “sicurezza”.

Questo attacco a Ballal non è casuale: è la risposta violenta di un regime di apartheid terrorizzato dalla verità che viene diffusa al mondo.

Basta così: il mondo deve svegliarsi

Il brutale pestaggio di Hamdan Ballal suscita indignazione globale. Eppure, dov’è la responsabilità? Per quanto tempo ancora governi, organi di stampa e istituzioni culturali chiuderanno un occhio mentre Israele terrorizza coloro che cercano semplicemente di raccontare le proprie storie?

Non si tratta di un “conflitto complesso”. Si tratta della quotidiana e brutale oppressione di un intero popolo – e ora persino i suoi artisti, i suoi registi, i suoi narratori vengono picchiati a sangue per aver osato parlare.

Hamdan Ballal è sopravvissuto a questo attacco, ma le sue parole e il coraggio che le ha sostenute non devono essere dimenticati. La sua storia è la storia della Palestina: una storia di resilienza, di resistenza e di un disperato appello al mondo affinché finalmente, finalmente ascolti.

Il silenzio è complicità. E il tempo del silenzio è finito.

 

 

 

 

Fonte: Deadline