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Mubi Film

‘Maurice’s Bar’: una lettera d’amore nostalgica e kitsch

Il corto sulla tragica storia di un bar queer parigino, appartenente al misterioso Maurice, distrutto dai Nazisti

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Sulla piattaforma streaming MUBI, è disponibile Maurice’s Bar (2023), diretto e sceneggiato da Tzor Edery e Tom Prezman. La voce narrante è la drag performer Soa De Muse. É stato presentato al Taiwan International Queer Film Festival nel 2024. Si tratta di un corto animato di 15 minuti, che racconta una storia dolceamara di orgoglio queer, ambientata a Parigi.

Il locale della nightlife queer parigina

1942. Sul treno, una drag queen esplora i ricordi della sua vita passata, in particolare i momenti vissuti al locale notturno del misterioso ebreo-algerino Maurice. Un ampio inventario di persone queer frequenta il locale, non solo drag queen. Di notte si affolla e spettacoli di cabaret, di lenti appassionati intrattengono tutto il pubblico. Sono i primi del Novecento e la situazione politica della capitale andrà a peggiorare da lì a poco. Le forze dell’ordine aspettano solo l’espediente perfetto per chiudere il locale e nel 1909 il bar viene definitivamente distrutto dall’occupazione Nazista. Il suo tragico destino era scritto dall’inizio.

La storia del proprietario

Ma chi è il titolare del locale più frequentato dalla scena queer parigina? Il suo nome sembrerebbe essere Maurice, e occasionalmente Moise: è un uomo grande e grosso, tatuato, affascinante e misterioso, che indossa una pelliccia (un tempo le vendeva, poi si è dedicato alla gestione del pub). La drag queen, nonché la voce narrante che esplora il suo stesso ricordo, è stata una sua amante. Ora descrive con tanto amore, nostalgia e malinconia un’immagine che le è stata strappata, perché con la distruzione del locale il suo amato Moise è stato portato via in un campo di concentramento, nel quale è presumibilmente morto.

Le animazioni e De Chirico

La storia è raccontata attraverso animazioni e disegni incredibili (e perché no, anche un po’ kitsch): i corpi sono fluidi e si muovono leggeri. I colori caldi e le tonalità autunnali, specialmente la dimensione del ricordo. Il presente, al contrario, è descritto da un grigio freddo, che va a rispecchiare il senso di vuoto e la condizione che la drag queen sperimenta. Ma è necessario soffermarsi sulla rappresentazione corporale dei personaggi del corto.

Al centro della pista si muovono in sincronia alcuni personaggi, che sembrano rimandare al disegno dei manichini di De Chirico.  Giorgio De Chirico rappresentava corpi senza volto, senza connotazioni facciali ben precise, per dare sospensione ai protagonisti delle sue opere. Le stesse dinamiche si ripetono in Maurice’s bar: anche il ricordo è un’esperienza metafisica, tra la realtà e un’immagine impressa nella nostra mente. É molto interessante vedere come il disegno sia riuscito a caricare di così tanto significato una storia altrettanto forte, da un punto di vista socio-politico. L’arte e il cinema camminano di pari passo e hanno entrambi una grande influenza, l’uno sull’altro (basti pensare al Festival di cinema e arte contemporanea Lo Schermo dell’Arte).

Il tema della repressione

Un aspetto ben approfondito è l’atteggiamento repressivo e ambiguo che nutrono le forze dell’ordine nei confronti del locale e della gente che lo frequenta. Da un lato devono trovare l’escamotage perfetto per chiudere il posto, considerato un luogo di scandalo, perché frequentato da omosessuali; dall’altro ne sono così attratti da provare eccitazione. A un certo punto, vediamo un presunto metronotte provato fisicamente dalle danze passionali in cui vengono risucchiati i ballerini del bar. Resta il fatto che lo stesso sistema imponeva l’omofobia; in caso contrario si andava incontro a un destino come quello della morte nel campo di concentramento o dell’arresto.

Maurice’s Bar è un ricordo tanto bello, quanto amaro, che non ritorna e forse è meglio resti nel passato, perché sono cambiate troppe cose.

 

Maurice's Bar

  • Anno: 2023
  • Durata: 15
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francese
  • Regia: Tzor Edery, Tom Prezman