Oggi, mentre il mondo riflette sulla vita e la morte di Papa Francesco, è chiaro che la sua eredità si estenderà ben oltre le mura del Vaticano. Tra i suoi numerosi contributi, il riconoscimento da parte del Papa del cinema come “catechesi dello sguardo” rappresenta una delle sue idee più trasformative. Per Francesco, il cinema era più di un semplice intrattenimento: era uno strumento di riflessione spirituale, capace di spostare il nostro sguardo dal mondano al divino.
Il Papa parlava spesso del cinema come di un modo per affrontare le domande più profonde dell’esistenza, spingendo gli spettatori a guardare il mondo e i propri simili con maggiore empatia. La sua convinzione che il cinema potesse fungere da “pedagogia per gli occhi” ha portato a diverse collaborazioni con registi, tra cui Papa Francesco: un uomo di parola (2018), diretto da Wim Wenders. Il documentario, uscito poco dopo il suo viaggio negli Stati Uniti, ha catturato sia la dimensione umana che quella spirituale del suo papato, offrendo uno sguardo intimo sulla sua missione di pace, giustizia e compassione. In seguito alla sua scomparsa, questo film, insieme ad altri, ci ricorda la capacità unica del Papa di entrare in contatto con il pubblico su scala globale.
Il Papa sullo schermo: un ritratto complesso
Mentre la vita di Papa Francesco viene commemorata sia attraverso i media che attraverso la memoria, i film che ne ritraggono il papato offrono una visione ad ampio raggio della sua leadership e della sua visione spirituale. Una delle rappresentazioni più notevoli del Papa è I due Papi (2019), un’esplorazione drammatica della transizione da Papa Benedetto XVI a Papa Francesco. Diretto da Fernando Meirelles, il film cattura la complessa relazione tra i due uomini, presentando conversazioni che fondono fede e filosofia personale. Anthony Hopkins e Jonathan Pryce danno vita ai momenti reali e immaginari tra i due pontefici, offrendo al pubblico uno scorcio di come la Chiesa abbia affrontato il proprio futuro sotto la guida riformista di Francesco.
I due Papi (2019), dir. Fernando Meirelles
All’estremo opposto dello spettro c’è Habemus Papam (2011) di Nanni Moretti, un film dal umorismo nero che segue un Papa neoeletto che, sopraffatto dalle responsabilità del suo nuovo ruolo, tenta di sottrarsi al papato. Il film solleva difficili questioni sulla leadership, il potere e il lato umano della religione. Il ritratto di Moretti di un Papa alle prese con la propria identità rispecchia il complesso equilibrio che Papa Francesco ha sempre cercato di raggiungere tra umiltà e autorità.
Habemus Papam (2011), dir. Nanni Moretti
L’eredità del Papa e il potere del cinema
La morte di Papa Francesco segna la fine di un’era, ma la sua eredità è tutt’altro che conclusa. Il cinema continuerà a essere un potente mezzo per riflettere sulla sua vita e sui suoi insegnamenti. La sua convinzione nel potere della narrazione visiva di educare e trasformare lo spettatore rimane un elemento chiave della sua eredità. Per Francesco, lo schermo non è mai stato solo un modo per raccontare una storia, ma per trasformare il modo in cui percepiamo il mondo, sfidare i nostri pregiudizi e aprire i nostri cuori agli altri.
In un mondo che spesso fatica a trovare un terreno comune, Papa Francesco ha usato il cinema come ponte per connettere persone di ogni fede, cultura e provenienza. La sua visione di “vedere” il mondo con compassione e grazia è qualcosa che continua a risuonare, soprattutto dopo la sua scomparsa. Mentre ricordiamo il Papa, è chiaro che la sua influenza continuerà a vivere attraverso i film che catturano la sua umanità, la sua fede e il suo incrollabile impegno per la pace e la giustizia.
Un tributo duraturo attraverso il cinema
La morte di Papa Francesco segna la fine di un capitolo della storia del Vaticano, ma dà anche origine a un’eredità duratura di fede, compassione e rappresentazione cinematografica. Film che ritraggono la sua vita, come I due Papie Papa Francesco: un uomo di parola, fungono ora sia da documenti storici che da riflessioni spirituali. Ci ricordano il potere del cinema di preservare e trasmettere i messaggi di grandi leader molto tempo dopo la loro scomparsa.
Ripensando alla vita e al contributo di Papa Francesco, è chiaro che la sua visione del cinema come “catechesi dello sguardo” continuerà a ispirare. La sua vita, catturata sullo schermo, invita le generazioni future a vedere il mondo attraverso i suoi occhi: occhi pieni di compassione, comprensione e un profondo impegno per la giustizia. La sua morte potrebbe segnare la fine di un’era, ma il suo messaggio, catturato attraverso la lente del cinema, perdurerà, continuando a ispirare, sfidare ed elevare tutti noi.