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FESTIVAL DI CINEMA

Ravenna Nightmare: “Conjoined”di Joe Grisaffi

Le due sorelle. Non sono esattamente quelle di Brian De Palma, ma il fatto che siano gemelle siamesi ci pone comunque su quella strada, una strada costellata di cadaveri

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Le due sorelle. Non sono esattamente quelle di Brian De Palma, ma il fatto che siano gemelle siamesi ci pone comunque su quella strada, una strada costellata di cadaveri. Al fatto di essere tra loro  assai “legate”, indissolubilmente legate, Alina e Alisa associano determinate prerogative caratteriali, le cui conseguenze non sono poi così difficili da immaginare: mentre una appare docile, graziosa e di buon carattere, l’altra non riesce proprio a trattenere la sua indole sadica e la conseguente vena omicida, specialmente quando il decerebrato di turno si diverte a recar loro offesa additandole come “freak”. E se quella dichiaratamente pazzoide non si farà alcuno scrupolo, in simili circostanze, ad applicare all’istante una truculenta vendetta, anche la “gemella buona” non pare applicarsi più di tanto per fermarla. Con questa realtà decisamente sgradevole deve poi convivere il povero Stanley, uomo solitario e mediocre che si è deciso a sposare Alina dopo averla conosciuta in chat, senza nemmeno sospettare l’ingombrante presenza di una sorella… così attaccata!

Sono queste le premesse di Conjoined, l’esilarante horror comedy che ha strappato fragorose risate tanto al sottoscritto che al pubblico del Ravenna Nightmare. Merito ovviamente del suo autore, Joe Crisaffi, uno che come cineasta ma ancor più come attore mastica cultura horror quasi fosse il proprio pane quotidiano. Tra le sue apparizioni possiamo ricordare: Psychic Experiment, Zombiefied, The Haunted Trailer, Jacob, Pot Zombies 2, Midnight Abyss. Mentre nella sua filmografia da regista spicca un emblematico Lars the Emo Kid.

Forte di una azzeccatissima colonna sonora, con quella splatterosa e galoppante demenzialità che in certe scene tocca vette notevoli, Conjoined è il classico “divertissement” che piazzato al momento giusto di un festival può fare la differenza. Può fare veramente furore. Così è stato anche per il pubblico ravennate. Senza passare in rassegna le tante scene cult, quelle che gli spettatori più fortunati e volenterosi potranno recuperare insieme al film, ci limitiamo a dire questo: oltre all’ironia nei confronti di internet, o per meglio dire dell’uso disinvolto e morboso che può farne un’utenza costantemente arrapata, oltre alla riuscita parodia delle indagini sui serial killer così presenti nel cinema di genere americano, sono le facce degli attori ad aggiungere un tocco irresistibilmente beffardo al lungometraggio. Su tutte quella del formidabile Tom Long, frustrato e imbranatissimo sposo di Alina i cui primi piani esterrefatti, di fronte ai raptus omicidi della gemella siamese, sono davvero da applausi.

Stefano Coccia        

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