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FESTIVAL DI CINEMA

Ecco tutti i premi del Festival sulla salute mentale

Anche quest'anno si conclude lo Spiraglio

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Lo sapevi che esiste un festival del cinema totalmente dedicato al tema della salute mentale? Ebbene si, si chiama Lo Spiraglio- Filmfestival della salute mentale ed è arrivato alla sua 15a edizione, conclusasi da poco a Roma il 13 aprile. 

Premio “Lo Spiraglio Fondazione Roma Solidale Onlus”

Federico Russo per la parte scientifica e da Franco Montini per quella artistica, insieme al Dipartimento Salute Mentale della ASL Roma 1 e ROMA CAPITALE hanno gestito il festival e hanno assegnato il Premio “Lo Spiraglio Fondazione Roma Solidale Onlus” a Paolo Genovese, che prima con Perfetti Sconosciuti, e poi quest’anno con Follemente ha dimostrato il suo impegno ed interesse per la complessità della mente umana e delle relazioni interpersonali. 

Altri premi e menzioni speciali

La giuria, formata da registi, una psichiatra e alcuni professori, hanno assegnato il Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre” al miglior lungometraggio, “IL MIO COMPLEANNO” di Christian Filippi:

Un racconto profondo e struggente che esplora il concetto di famiglia al di là del legame biologico.

Il regista ci offre un ritratto dolce amaro sulla complessità delle relazioni di cura che si instaurano tra ragazzi ed educatrici / educatori, esaltandone il valore umano oltre che professionale. La disperata ricerca d’amore del giovane protagonista arriva al pubblico in maniera diretta e senza sconti attraverso la magistrale interpretazione dei protagonisti, Zackari Delmas e Silvia D’Amico, che ci trasportano nella storia di tanti ragazzi che devono fare i conti con l’impossibilità di crescere nella famiglia di origine e che cercano con difficoltà di trovare la propria strada.

Una Menzione speciale è andata aIL SOLDATO SENZA NOME” di Claudio Ripalti

Questo film, delicato e commovente, ci invita a riflettere sul tema del disturbo da stress post-traumatico, oggi più attuale che mai. La storia, ispirata alle ricerche sulla medicina di guerra dello psichiatra Gaetano Boschi, rintraccia, con una ricerca negli archivi degli ospedali psichiatrici emiliani, le storie di persone traumatizzate dall’orrore del primo conflitto mondiale e le narra con autenticità attraverso una sceneggiatura solida e una fotografia ben curata.

Anche il cortometraggio “ALBERTO PAOLINI” di Anna Maria De Luca ha ricevuto una Menzione Speciale

Il ritratto struggente e doloroso di un uomo rinchiuso per 43 anni in un ospedale psichiatrico, senza mai una reale diagnosi, a causa di negligenza ed egoismo. Un documento che va dritto alla cronaca e che provoca nello spettatore commozione e rabbia.

Una sua poesia ritrae perfettamente la sua condizione: “Un vispo moscerino volava allegro al sole di un limpido mattino, quando improvvisamente da un fiorellino giallo, un attimo distratto, pose la luce in fallo e si trovò ad un tratto in una tela di un ragno. Tentare di fuggire fu impresa disperata, inutile ogni lotta, la sua sorte era segnata.Tutto il suo umor vitale il ragno gli succhiò, finché del moscerino lo scheletro restò.”

PremioFausto Antonucci” al miglior cortometraggio è stato assegnato ad “HATCH” di Alireza Kazemipour

Hatch è una visione onirica e totalmente inaspettata di un viaggio di fuga, speranza, paura e perdita. Potente e struggente flashback di un amore perduto sul fondo di un mare metaforico che rappresenta la tragedia odierna delle migrazioni e dei segni indelebili che lascia nell’anima di chi sopravvive.

Il Premio SAMIFO, assegnato da una giuria dedicata, ha identificato in “SAN DAMIANO” di Gregorio Sassoli e Aleajandro Cifuentes, il film che meglio ha saputo esprimere aspetti legati alla transculturalità e alla vulnerabilità delle persone migranti.

 Il film merita il premio SAMIFO per la potenza della sua narrazione, che affronta con profondità i temi della migrazione, del trauma e della violenza vissuti dai protagonisti. I registi ritraggono il personaggio principale con realismo, senza idealizzarlo né censurare le sue contraddizioni, creando uno sfondo che colpisce profondamente lo spettatore.