Il Festival di Cannes 2025 si prepara ad accogliere cineasti, attori e appassionati da tutto il mondo, con una selezione di film che promette di lasciare un’impronta indelebile nella storia del cinema. Tra i nomi più attesi figurano veterani della regia come Wes Anderson e Spike Lee, ma anche nuovi volti pronti a farsi strada dietro la macchina da presa.
Ecco una panoramica dettagliata dei titoli da tenere d’occhio sulla Croisette.
Wes Anderson torna con The Phoenician Scheme: estetica e azione in equilibrio perfetto
Wes Anderson è ormai una presenza abituale a Cannes, e quest’anno torna con un titolo che potrebbe segnare una svolta nella sua filmografia: The Phoenician Scheme. Si tratta di un film d’azione, genere che il regista texano non aveva ancora esplorato a fondo, ma che promette di essere declinato secondo il suo stile inconfondibile, fatto di simmetrie perfette, palette pastello e dialoghi taglienti.
Il cast è stellare: Tom Hanks, Scarlett Johansson, Benicio del Toro e Michael Cera saranno alcuni dei protagonisti di questa trama misteriosa e stilizzata che, secondo indiscrezioni, coinvolge un piano internazionale degno di una spy story vintage. Un film che potrebbe sorprendere anche i fan più devoti del regista.

The Phoenician Scheme, dir. Wes Anderson
The History of Sound: un amore fragile tra le macerie della guerra
Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, The History of Sound è un’opera che promette di toccare corde profonde dell’animo umano. Diretto da Oliver Hermanus, il film racconta la storia di due giovani uomini, interpretati da Paul Mescal e Josh O’Connor, incaricati di registrare le voci degli americani durante il conflitto per conto del governo.
Il viaggio li porterà non solo attraverso l’America rurale e la devastazione della guerra, ma anche dentro sé stessi, facendo emergere un sentimento d’amore sincero e struggente. Il film si presenta come un dramma intimo e poetico, capace di unire il racconto storico alla riflessione sulla memoria, sull’identità e sull’amore queer in un’epoca in cui era ancora invisibile.
Spike Lee reinventa Kurosawa con Highest 2 Lowest
Uno dei progetti più curiosi e ambiziosi della selezione 2025 è sicuramente Highest 2 Lowest, l’ultimo film di Spike Lee. Il regista americano, sempre attento alle tematiche sociali e razziali, si cimenta in un remake in lingua inglese di High and Low di Akira Kurosawa, capolavoro noir del 1963. A vestire i panni del protagonista è Denzel Washington, in una performance che si preannuncia intensa e carismatica.
Ambientato in una metropoli contemporanea, il film esplora temi come il potere, la giustizia e il prezzo del successo, offrendo una lettura moderna e personale del classico giapponese. Presentato fuori concorso, sarà sicuramente uno dei film più discussi del festival.
Julia Ducournau e il suo Alpha: tra corporeità e rivoluzione
Dopo l’esplosivo Titane, vincitore della Palma d’Oro nel 2021, Julia Ducournau torna con un film destinato a far parlare di sé: Alpha. Ancora poco si conosce della trama, ma si sa che il film affronterà in modo diretto e crudo il tema dell’AIDS, combinando elementi di body horror, dramma sociale e introspezione psicologica.
La regista francese ha dichiarato di voler dare voce a un dolore collettivo attraverso un linguaggio visivo estremo ma empatico. Se manterrà il suo approccio radicale e provocatorio, Alpha potrebbe essere uno dei titoli più divisivi — e potenti — di Cannes 2025.
Scarlett Johansson e Harris Dickinson: due attori dietro la macchina da presa
La sezione Un Certain Regard vedrà il debutto alla regia di due volti notissimi del cinema contemporaneo. Scarlett Johansson dirige Eleanor the Great, un film che affronta la terza età e l’identità femminile attraverso la storia di una donna che, dopo un lutto, decide di reinventarsi a 90 anni. Una storia dolceamara che promette autenticità e ironia.
Harris Dickinson, invece, porta Urchin, un’opera ambientata nei sobborghi britannici, dove un giovane tenta di sfuggire al destino criminale della sua famiglia. Due sguardi freschi, profondamente personali, che testimoniano una generazione di attori pronta a raccontare storie in prima persona.

Urchin, dir. Harris Dickinson
Mission: Impossible – The Final Reckoning: Tom Cruise chiude la saga in grande stile
Tom Cruise è pronto a infiammare ancora una volta Cannes con l’ultimo capitolo della saga Mission: Impossible, intitolato The Final Reckoning. Dopo decenni di inseguimenti adrenalinici e imprese al limite dell’umano, il personaggio di Ethan Hunt sembra avviarsi verso un epilogo spettacolare.
Il film, girato tra Europa e Medio Oriente, promette acrobazie mozzafiato e una conclusione epica per una delle saghe più longeve e amate del cinema d’azione. Anche se fuori concorso, la sua presenza aggiunge un tocco hollywoodiano all’eleganza del festival.
Mario Martone rappresenta l’Italia con Fuori
In concorso per la Palma d’Oro c’è anche l’Italia, rappresentata da Mario Martone con Fuori. Il film, ambientato a Napoli, racconta la storia di un uomo appena uscito di prigione che cerca di ricostruire la sua vita e il rapporto con il figlio adolescente.
Martone continua a esplorare le dinamiche familiari e sociali con il suo stile sobrio ma incisivo, mettendo in scena una riflessione sul riscatto e sulla possibilità di cambiamento in una società spesso immobile. Un’opera che potrebbe colpire nel segno, come già accaduto in passato con Nostalgia.
Ari Aster sorprende con Eddington: horror psicologico e ossessione
Dopo aver diviso pubblico e critica con Beau ha paura, Ari Aster torna in concorso con Eddington, un film che promette un’immersione nei lati oscuri dell’ossessione scientifica.
Ambientato nei primi del Novecento e ispirato alla figura dello scienziato Arthur Eddington, il film unisce atmosfere gotiche a un racconto psicologico e disturbante, dove la sete di verità cosmica si intreccia con l’instabilità mentale. Un’opera ambiziosa, visivamente curatissima e concettualmente inquietante.
Nouvelle Vague: Richard Linklater tra cinema e riflessione metanarrativa
Il regista texano Richard Linklater torna in concorso con Nouvelle Vague, un’opera che si preannuncia come un omaggio e una riflessione sul cinema stesso, in particolare sulla celebre corrente francese degli anni ’60.
Con il suo approccio riflessivo e i dialoghi densi, Linklater mette in scena un intreccio che gioca sul confine tra realtà e finzione, attraverso le storie di giovani registi alle prese con le eredità del passato. Un film che potrebbe conquistare la critica per la sua profondità cinefila e la sua struttura narrativa fluida e contemplativa.

Nouvelle Vague, dir. Richard Linklater
Joachim Trier con Sentimental Value: l’intimità dei sentimenti
Il norvegese Joachim Trier torna a Cannes dopo il successo de La persona peggiore del mondo, con Sentimental Value, un dramma familiare che esplora la complessità delle relazioni affettive tra genitori e figli.
Con il suo stile delicato, Trier racconta una storia fatta di piccoli gesti e grandi silenzi, tra incomprensioni, riconciliazioni e memorie condivise. Un film che punta tutto sull’autenticità emotiva e sulla sottigliezza delle interpretazioni.
In Simple Accident di Jafar Panahi: una riflessione sulla libertà
Nonostante le continue restrizioni alla sua libertà, Jafar Panahi non smette di fare cinema e torna in concorso con In Simple Accident, un film che, come spesso accade nella sua filmografia, unisce autobiografia, denuncia sociale e riflessione esistenziale.
Il film racconta un banale incidente stradale che diventa l’innesco per un’indagine sulla verità, sulla censura e sull’identità. Panahi continua così a lottare per la libertà d’espressione, con la forza silenziosa del suo sguardo.
Vie Privée: Rebecca Zlotowski esplora l’intimità femminile
Presentato fuori concorso, Vie Privée segna il ritorno di Rebecca Zlotowski con una storia moderna e personale. Il film segue tre donne di età e background diversi che si trovano a condividere un’estate nella stessa casa.
Tra confessioni, alleanze e scontri, Vie Privée diventa un’indagine sensibile sulla privacy, il desiderio e il ruolo femminile nella società contemporanea. Un racconto corale che si nutre di dialoghi brillanti e di atmosfere intime.
Testa o croce?: l’Italia giovane torna a Cannes
Il duo italiano composto da Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis presenta Testa o croce?, una favola moderna e grottesca ambientata tra le campagne e i borghi italiani.
Dopo Re Granchio, i due registi proseguono la loro esplorazione del mito popolare e della provincia, raccontando la storia di due fratelli in lotta per un’eredità che forse non vale nulla. Un film che unisce folklore, commedia nera e tensione sociale.

Testa O Croce?, dir. Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis
The Wave di Sebastián Lelio: ecologia e umanità
Cannes Premiere accoglie The Wave, il nuovo lavoro del regista cileno Sebastián Lelio. Con la sua consueta sensibilità, Lelio affronta il tema della crisi climatica attraverso la storia di una piccola comunità costiera minacciata da una misteriosa onda marina.
Al centro della trama c’è una giovane scienziata che cerca di comprendere e contenere il fenomeno, trovandosi però coinvolta in una lotta tra scienza, politica e superstizione. Un film potente, visivamente evocativo e carico di significati.
The Mastermind di Kelly Reichardt: l’illusione del controllo
In concorso ufficiale anche Kelly Reichardt, che con The Mastermind porta a Cannes un noir psicologico dalle tinte minimaliste. La storia ruota attorno a una donna brillante, manager di una società tecnologica, la cui vita perfetta inizia a sfaldarsi dopo una serie di misteriosi sabotaggi.
Tra paranoia e realtà, il film riflette sul potere, l’ambizione e la fragilità del controllo. Reichardt conferma la sua capacità di scavare nei personaggi con una regia sobria e incisiva.
Amrum di Fatih Akin: un’isola di solitudine e memoria
Pronta è anche Amrum, l’ultima opera di Fatih Akin presentata in Cannes Premiere. Il film è ambientato sull’isola tedesca di Amrum, dove un uomo fa ritorno dopo decenni per affrontare i fantasmi del passato.
Con uno stile contemplativo e paesaggi carichi di simbolismo, Akin costruisce un racconto sull’identità, la colpa e la possibilità di redenzione. Un viaggio nell’interiorità umana, tra silenzi e maree emotive.
Splitsville di Michael Angelo Covino: amori e fratture in commedia
Sempre nella sezione Cannes Premiere, Splitsville di Michael Angelo Covino si propone come una commedia agrodolce su separazioni e rinascite.
Ambientato in una cittadina americana, il film intreccia varie storie di coppie in crisi, tra divorzî, nuove relazioni e seconde possibilità. Con il suo stile ironico e sincero, Covino porta sullo schermo le fragilità quotidiane dell’amore moderno.
Tutto è pronto
Con una lineup così ricca di stili, storie e visioni, Cannes 2025 si preannuncia come un’edizione memorabile, capace di accontentare sia i cinefili più raffinati sia il grande pubblico. E chissà: magari proprio da questa selezione uscirà il prossimo trionfatore agli Oscar.
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