Il film di apertura al Lovers Film Festival di Torino è Vivre, mourir, renaitre di Gaël Morel (Francia, 2024, 109’). Il grande ritorno di Morel alla regia con una storia ambientata nella capitale francese negli anni ‘90 esplora la complessità dell’amore attraverso un triangolo tra Emma, Sammy e Cyril, distrutto dall’emergere dell’AIDS. Gaël Morel ha già raccontato alla redazione di Taxidrivers alcune curiosità su questo film; oggi, però, cogliamo l’occasione per proporre alcuni titoli di film queer girati a Parigi.
Se pensiamo al cinema francese LGBT+ forse verranno subito in mente cult movie come La Cage aux folles di Edouard Molinaro (1978) o la Vie d’Adeledel controverso Abdellatif Kechiche, premiato al festival di Cannes nel 2013. Se espandiamo la ricerca ai paesi francofoni, si potrebbe evocare la filmografia di Xavier Dolan.
Il Lovers Film Festival si svolgerà al Cinema Massimo di Torino dal 10 al 17 aprile. Ma ecco invece una guida con cinque filmqueerrecenti, ambientati nella capitale francese. Taxidrivers è media partener del festival.
Les Chansons d’amour di Christoph Honorée (2007)
Un film musicale selezionato al Festival di Cannes, premio César per miglior musica. Scritto dallo stesso Honoré in collaborazione con Gaël Morel, vede la partecipazione di un cast d’eccezione.Les Chansons d’Amourracconta le vicende d’amore di tre giovani ragazzi parigini. Ismael (Louis Garrel) è preso da un menage a trois che coinvolge Julie, la sua ragazza (Ludivine Sagnier) e la sua collega Alice; questa relazione, in realtà, non sembra interessare molto Julie, meno coinvolta di Ismael.
Tutta la storia si svolge attraverso canzoni d’amore cantate in una lunga promenade a Parigi, attraversando alcuni quartieri. Un evento tragico, alla fine, sovvertirà tutto e metterà in discussione la natura del loro amore. Il musical è un omaggio al cinema francese (e parigino) della Nouvelle Vague (Rohmer, Truffaut e soprattutto Les parapluies de Cherbourg di Jacques Demy). Les Chansons d’amour è disponibile su MUBI.
Les invisibles di Sébastien Lifshitz (2012)
Les Invisibles è un documentario francese del 2012, miglior documentario ai Cèsar 2013.
Il film è stato presentato tra le proiezioni speciali della 65esima edizione del festival di Cannes e mostra le vicende personali di undici uomini e donne francesi nati a cavallo delle due guerre mondiali, cresciuti in campagna o in città e ormai anziani. I personaggi raccontano in maniera tenera i loro vissuti e il rapporto con la società dell’epoca, dopo la scoperta della loro sessualità in un periodo di cambiamenti.
Theo e Hugo dans le meme bateau (2016) di Oliver Ducastel e Jacquest Martineau
Conosciuto anche col titolo Paris 05.59, il film ha vinto il premio per il film LGBT del Festival internazionale del Cinema di Berlino. É scritto e diretto da Olivier Ducastel e Jacques Martineau
Theo e Hugo sono due ragazzi che si incontrano in un locale di Parigi dove hanno un rapporto sessuale. Quando i due si rendono conto di non aver utilizzato il preservativo, il film si trasforma in un’odissea alla ricerca di una farmacia aperta: Theo (Geoffrey Couët) rischia di contrarre l’HIV, poiché Hugo (François Nambot) infatti è un sieropositivo a carica non rilevabile. L’azione si svolge tra le 4:27 e le 6.00 del mattino.
Il film ha avuto un discreto successo tra pubblico e critica, nonostante qualcuno si sia lamentato per alcune scene un po’ troppo esplicite. The Guardian ha infatti associato Theo e Hugo dans le meme bateau alla trilogia di Richard Linklater; altri a una rilettura omosessuale del mito di Orfeo e Euridice.
120 battements par minute di Robin Campillo (2017)
Il titolo del lungometraggio fa riferimento ai 120 battiti della musica pop dei primi anni Novanta ed è stato insignito del Grand Prix al festival di Cannes. Il film racconta una storia vera con personaggi realmente esistiti e segna un punto importante nel cinema queer parigino.
Il collettivo Act-Up Parisvuole attirare l’attenzione della gente sullo spettro dell’AIDS. Il loro obiettivo é quello di contrastare la generale indifferenza sulla malattia: la gente crede che riguardi soltanto gli omosessuali e i drogati, ma in realtà tocca una parte molto più ampia della popolazione.
Gli attivistifanno irruzione a una conferenza sull’AIDS e lanciano sangue contro i partecipanti. Nathan (Arnaud Valois), uno dei nuovi membri, mansueto e non contagiato, viene colpito da Sean (Nahuel Pérez Biscayart), ragazzo che vive la lotta con molto impegno, nonostante sia molto debole. Anche con i loro caratteri opposti, i due inizieranno una relazione.
120 battements è dedicato alle azioni dell’Act Up a cui Robin Campillo, che ha anche co-sceneggiato il film, ha preso parte negli anni Novanta. Questo film ha segnato una tappa importante nel cinema omosessuale francese.
Plaire, aimer et courir vite di Christophe Honoré (2018)
Quattro anni dopo da Les chansons d’amour, Honoré torna al festival di Cannes con un’altra pellicola, con tematiche simili, ma senza canzoni e con una trama diversa. In Plaire, aimer et courir vitesi può osservare con intensità e malinconia la storia d’amore estiva tra lo studente Arthur (Vincent Lacoste) e lo scrittore Jacques (Pierre Deladonchamps), che vive a Parigi con suo figlio. Ne nascerà una passione che sconvolgerà per sempre le loro vite. All’inizio Honoré pensava a Louis Garrel per il personaggio dello scrittore; alla fine è stato sostituito da Deladonchamps per motivi sconosciuti.