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L’invenzione del “cutoff” spiegata da Artisti 7607

Cos'è il "cutoff" per gli attori italiani? In rete il video di Artisti 7607, che spiega come le piattaforme streaming ostacolino il lavoro di raccolta dei compensi

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Artisti 7607

Cos’è il cutoff? Le piattaforme dello streaming fanno di tutto per sottrarsi all’obbligo di fornire i dati necessari a calcolare i compensi degli artisti, rallentando il lavoro di collecting come Artisti 7607, che raccoglie e distribuisce i compensi degli interpreti, legati ai diritti connessi. L’ostacolo si manifesta in due tempi, come spiegano Paolo Calabresi, Valentina Corti, Carmen Giardina, Neri Marcorè, Cinzia Mascoli, Michele Riondino, Filippo Scotti, Pietro Sermonti e Cinzia Susino, tra i volti iscritti ad Artisti 7607, che per prima denuncia la questione in rete attraverso un video pubblicato sulle sue pagine social.

Una spiegazione fornita anche attraverso delle vignette che, con un fumetto, illustrano la delicata questione e la nuova battaglia intrapresa dalla collecting fondata da Urbano Barberini, Paolo Calabresi, Luca D’Ascanio, Augusto Fornari, Elio Germano, Carmen Giardina, Neri Marcorè, Cinzia Mascoli, Alberto Molinari, Paco Reconti, Alessandro Riceci, Claudio Santamaria e Giulia Weber.

Il testo integrale del video

Le grandi piattaforme dello streaming cercano sistematicamente di ostacolare e rallentare il lavoro di collecting come Artisti 7607. Lo fanno in due tempi: prima fanno di tutto per sottrarsi all’obbligo di fornire i dati necessari a calcolare i compensi degli artisti. Poi fanno di tutto per sottrarsi a quello di corrispondere agli artisti un compenso, come dice la legge, adeguato e proporzionato ai ricavi.

Quindi, se non ti accontenti di un’elemosina, qualche volta ci vuole del tempo per ottenere i compensi degli artisti. Questa è la ragione per cui i diritti connessi sono esigibili per dieci anni. Anche oltre, se interrompi la prescrizione decennale con una richiesta formale. Vuol dire che se soltanto oggi riesci a negoziare compensi con un utilizzatore che per anni ha respinto al mittente ogni richiesta, la legge ti riconosce il diritto di fare i conti includendo tutti gli anni trascorsi.

Inoltre, e entro la fine di ogni anno, noi collecting certifichiamo alla Fondazione Copia Privata Italia – istituita dalla SIAE – i contratti sottoscritti con gli utilizzatori. La Fondazione stabilisce in proporzione la quota di copia privata che spetta ai nostri artisti. Pertanto, più alto è il valore dei contratti sottoscritti, maggiore diviene la quota spettante di copia privata.

Ricordiamo che la copia privata è un esiguo compenso forfettario dovuto per legge – anche agli artisti – in rapporto alla capacità di smartphone, smart TV, tablet eccetera di immagazzinare musica e audiovisivi. La SIAE raccoglie questo compenso per tutti, e poi la sua Fondazione ripartisce tra produttori, autori e artisti.

È importante sapere che la copia privata significa welfare. Perché soltanto attraverso l’utilizzo del 50% dei proventi per copia privata possiamo, per legge, finanziare e promuovere tutte le attività di sostegno che gli artisti conoscono: dalla Palestra Attori di Artisti 7607 agli Sportelli legale e fiscale, alla copertura assicurativa sanitaria; dal rimborso per i provini, ai workshop, e alle molte e diverse forme di sostegno per tutti gli artisti promosse negli anni.

Ora, improvvisamente, la Fondazione Copia Privata Italia sostiene l’esistenza del cutoff. Ma che significa cutoff? Significa che, se impieghiamo del tempo per ottenere i compensi dignitosi dagli utilizzatori – cosa possibile, considerando che la legge parla di diritti esigibili nell’arco di dieci anni – quei contratti pluriennali con gli utilizzatori non vengono presi in considerazione dalla Fondazione che ripartisce la copia privata. Vengono tagliati via, perciò lo chiamano cutoff.

In pratica, la Fondazione dice: i contratti con l’utilizzatore devi certificarmeli entro l’anno successivo a quello di utilizzo delle opere. Altrimenti tolgo ai tuoi artisti il diritto di percepire il corrispondente ammontare di copia privata.
Ma sono soldi che già appartengono agli artisti. Per legge. Infatti, questo cosiddetto cutoff non è previsto da alcuna norma. È un’invenzione. Uno strumento illegittimo per costringere collecting come Artisti 7607 a chiudere accordi in fretta e al ribasso, favorendo così gli interessi degli utilizzatori. Pena l’abbattimento dei volumi certificati nei nostri contratti pluriennali. Abbattimento assurdo che, di conseguenza, taglia via anche risorse essenziali per il welfare.

Mentre siamo assediati dallo strapotere globale delle grandi piattaforme, è incredibilmente autolesionista ipotizzare un cutoff al solo scopo di penalizzare le collecting che negoziano seriamente con i colossi dello streaming.