Il Lovers Film Festival, che si tiene ogni anno a Torino dal 1989, contribuisce alla visibilità e la vita su schermo di personaggi e tematiche queer, trattate nella loro complessità e la loro eterogeneità. La manifestazione figura come la più antica a tematica LGBTQ+ d’Europa, nascendo con il bisogno di farsi spazio e liberarsi da rappresentazioni stereotipate e non autentiche di personaggi omosessuali. Il festival accontenta anche gli amanti del documentario, con una sezione specifica dedicata, che ospita documentari internazionali.
1.Sally!
Diretto da Deborah Craig, ‘Sally!’ segue le vicisittudini di Sally Gearhart, una radicale attivista ed autrice, che ha guidato il movimento lesbico e femminista degli anni ‘70 ed ‘80, poi caduta nell’oblio, ma importante tanto quanto Kimberlé Crenshawo Virginia Woolf.
Il documentario non si limiterà a riscoprire questa carismatica “nonnetta” scatenata, ma sottolineerà anche l’importante legame instaurato con i movimenti per il cambiamento sociale, ed il suo fondamentale contributo.Sally si divide tra una selvaggio e movimentato safari lesbico e una profonda e toccante meditazione sulle tensioni dei movimenti rivoluzionari.
L’operato di Sally è una preziosa risorsa che ha contribuito all’ottenimento di diritti e un potente strumento che può ancora ispirare le nostre attuali battaglie.
“Sally Gearhart, she was Radical lesbian Lighthouse”
“I think I’m a lesbian, I really think I’m a lesbian, I just love women’s bodies as will as their society”
2.Tripoli / A Tale Of Three Cities
Questo documentario è una sinfonia di colori veicolata dal regista, che torna nel suo luogo d’origine, dopo essere stato respinto perché bambino queer ed esplora quella che è una città in forte crisi economica e attraversata da tensioni sempre più assordanti.
Armato di un microfono, il regista tenta l’impresa di estrapolare l’anima del luogo, interrogando gli abitanti su convinzioni culturali e sociali, e la loro opinione su tendenze “off-limits”: alcuni rispondono che il giorno del giudizio è vicino.
“In Tripoli, I am both a native and an outsider”, ma forse il regista non è l’unico a sentire stretta la città e presto incontrerà un curioso gruppo che vive marginalizzato e con abitudini che si discostano dallo stile di vita di questa città conservatrice.
3.Topli Film
Due giovani attori che dopo aver ricevuto il ruolo di due omosessuali vivono tra due spinte contrastanti: il desiderio di voler diventare famosi e la paura di venire marchiati da uno sguardo giudicante di una società sempre più omofoba.
In questo viaggio con i protagonisti, interviste e un abbondantissimo riutilizzo di materiale d’archivio ricostruiscono la rappresentazione delle persone LGBTQ+, attraverso la storia del cinema jugoslavo e poi serbo.
Il tutto avviene parallelamente a cambiamenti sociali che hanno determinato il diverso trattamento di tali personaggi.
“Why can’t a macho man be gay?”
4.Eros
Alla scoperta di un caleidoscopio di piacere nei motel dell’amore in Brasile, dove ogni fantasia diventa realtà tangibile, da provare sul proprio corpo.
L’idea di questo documentario nasce da un bidone ad un appuntamento che la regista riceve, che le dona l’ispirazione di rivolgersi al piacere degli altri.
Uno scorcio voyeuristico sulle abitudini sessuali di una nazione, su cui sono sparsi più di 5000 hotel, alla scoperta delle pulsioni umane più intime tra bisogno di amore, sesso e pelle o semplicemente di essere accettati.
Eros porterà il nostro occhio davanti a diverse coppie: una donna matura ed il suo amante, una donna trans che sta pianificando una fuga dal paese e l’amore della sua vita, una coppia religiosa desiderosa di passare del tempo soli e lontano dai loro bambini, una coppia dedita al BDSM.
Divertimento e risate inframezzeranno spontanei discorsi sul sesso, l’amore, la vergogna e Dio.
5.Heightend Scrutiny
Presentato al Sundance Festival(dove già partecipò con Disclosure, sulla rappresentazione di persone trans), Heightend Scrutiny esplora la lotta di Chase Strangio, avvocato trans per abbattere il divieto in Tennessee sulle cure di affermazione di genere per i minori, attraverso la Corte Suprema degli Stati Uniti.
Sam Feder inscena un fondamentale documentario per i nostri tempi, intrisi di ideologie repressive di destra, nei confronti di tematiche come l’identità di genere, demonizzata con la inesistente e mitologica “teoria gender”.
In particolare, si concentra sul ruolo decisivo dei principali media a legittimare, con i loro infondati allarmismi, leggi anti-trans.
A fare terrorismo psicologico su cure ormonali e bloccanti della pubertà, non solo solo le personalità conservatrici, ma anche pubblicazioni di centro sinistra come il New York Times. Queste voci che urlano al pericolo fanno leva su rischi e rimorsi(solo quando le terapie, usate anche per altre condizioni, sono rivolte a giovani trans), non tenendo conto che il tasso di detransizione è inferiore all’1%.
L’intervento di giornalisti ed attivisti contribuirà alla lotta per l’autonomia dei corpi, imprescindibile per preservare l’anima della democrazia.
6.The new jews
Presentato all’ultimo IFFR Rotterdam, “The new jews” è un collage di interviste, volto ad esplorare la condizione di esuli israeliani, che hanno scelto come nuovo rifugio Berlino.
Alla scoperta di politica ed identità, il loro inconscio si fa strada rivelando interazioni sessuali nella progressista Berlino, che portano a galla ossessioni, feticismi e pratiche erotiche, che si intrecciano perversamente, alla memoria del nazismo…