Lo squalo, il terzo lungometraggio di Steven Spielberg, compie cinquant’anni. Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Benchley, il film incassa 102 milioni di dollari, diventando il miglior incasso del 1975.
In occasione dell’anniversario l’ Empire Magazine, la celebre rivista britannica, dedica alla pellicola due copertine speciali e una serie di di contributi.
Da B – movie a successo internazionale
Oggi Lo squalo è considerato una pietra miliare del cinema mondiale. Inizialmente, però, la pellicola viene concepita come un classico esempio di un B – movie, diretto da un giovane Spielberg, quasi sconosciuto. Il film doveva essere girato in 55 giorni, con un budget di tre milioni di dollari. Dopo poco i giorni di lavorazione diventano 160 e i fondi vengono triplicati. Notevole anche il piano promozionale, con la diffusione di diversi gadget in concomitanza delle prime proiezioni: manifesti, cartoline, bicchieri e pesino collanine con denti di squalo, ovviamente finti.
Ma soprattutto, durante la promozione, la Universal, che aveva da tempo acquistato i diritti del romanzo di Peter Bechely, si preoccupò di anticipare il tema musicale del film, tanto semplice quanto efficace, da rendere il film un classico del thriller e dell’horror. Attraverso pochissime note Steven Spielbergh, insieme al compositore John Williams, riesce a evocare il terrore che minaccia la spiaggia di una tranquilla isola del New England.
Lo squalo: una macchina narrativa perfetta
È in questo film che il regista di altri film memorabili, come E. T., Jurassis Park e Schinder’s List, dimostra il suo talento. Con Lo squalo realizza una macchina narrativa perfetta, con una struttura circolare colma di rimandi che si rincorrono, sia nella sceneggiatura che nella messa in scena. Ma soprattutto, probabilmente per la prima volta nella sua carriera, riesce a trasformare i tanti problemi produttivi in punti di forza.
A differenza dei suoi colleghi della New Hollywood, spesso imprigionati nelle logiche industriali della produzione cinematografiche a stelle e strisce, lui è sempre a suo agio e non si fa avvilire dagli ostacoli.
Il famigerato squalo, che dà il titolo al film, era una complicato congegno elettronico, ma questo non funziona come dovrebbe. Il regista, però non si dà per vinto e decide di posticipare il più possibile il momento di rendere completamente visibile il terrificante mostro marino. Così da un problema tecnico, nasce un tessuto narrativo ricco di suspence alla pari, ma secondo alcuni superiore, al maestro del brivido Alfred Hitchcock.
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