Dal 1 aprile Netflix ripropone tutte le stagioni di una delle serie più seguite.
Dr House è di certo il medico più amato e odiato allo stesso tempo dello scenario televisivo mondiale. La sua immagine riflette ironia, acume e caparbietà: armi che mette in campo ogni qualvolta affronta la sfida personale e professionale nel dare un nome a patologie indecifrabili e alleviare i mali altrui, ma che assumono spesso la forma dell’insolenza, della schiettezza e dell’indifferenza, della mancanza di empatia.
Dr House La trama
Gregory House è specialista infettivologo e nefrologo, primario di medicina diagnostica presso l’ospedale universitario Princeton-Plainsboro Teaching Hospital del New Jersey. Il metodo particolare con cui affronta ogni caso gli ha conferito unicità, segnando un punto di svolta e di affermazione nella storia del piccolo schermo. Come un tipico detective di romanzi gialli, grazie al suo intuito, decripta i segnali nascosti di patologie inconsuete che, per la loro complessità, diventano un vero e proprio enigma da risolvere.
Come nasce Dr House
Il personaggio è figlio della penna di David Shore e Paul Attanasio, che nel 2004 hanno dato vita ad un ruolo insolito, un blend di contraddizioni dove le virtù vengono smentite da dipendenze, le verità vengono svilite dalle bugie e la tipica compassione che dovrebbe serpeggiare tra i corridoi di un ospedale lascia spazio al cinismo. Un personaggio anarchico, che ha scardinato l’idea delle fazioni sceniche; non c’è l’eroe che brandisce buonismo e dirotta al lieto fine, in lotta epica con il malvagio, perché in lui coesistono gli opposti. É riuscito a ottenere lo scettro di un nuovo regno televisivo, destabilizzando lo status quo della sceneggiatura seriale giunto fino agli anni 2000.
A interpretare lo scorbutico dottore claudicante, l’attore britannico Hugh Laurie, a quei tempi poco conosciuto negli USA. Impossibilitato a presenziare personalmente alle audizioni, inviò alla produzione un provino girato nel bagno di un hotel, immaginando che il ruolo proposto fosse marginale, del tutto ignaro che invece sarebbe diventato l’innesco della sua celebrità. Gli autori da subito ne furono conquistati, preferendolo ad altri pretendenti, tra cui Patrick Dempsey, il futuro dottor Derek Shepherd di Grey’s Anatomy.

Le reazioni del pubblico
Un personaggio così multiforme e destrutturato non poteva che risultare inaspettato allo spettatore, uno shock percettivo esacerbato dall’assenza di quella tipica “missione sociale” che appartiene al ruolo di medico. Un’interpretazione rivisitata che valica il confine dell’ordinario, diventando precursore di personaggi scultorei come Walter White di Breaking Bad, andato in onda solo quattro anni più tardi. La rivoluzione seriale non poteva che generare i suoi adepti, amplificando un’ondata di sostenitori che nel 2008 lo rese lo show più visto al mondo con i suoi ottanta milioni di spettatori. Tutta questa energia ha fatto sì che la serie si protraesse fino al 2012, vincendo due Golden Globe e cinque Emmy Awards.
I retroscena
Inizialmente il titolo della serie doveva essere Chasing Zebras, prendendo spunto dalla battuta pronunciata dallo stesso Dr House “I look for zebras because other doctors have ruled out all the horses” (Cerco le zebre perché gli altri medici hanno escluso tutti i cavalli). Gli autori però decisero di cambiare l’asset della serie, limitandone la portata collettiva e incentrandola totalmente sulla figura del suo protagonista. C’è chi invece sostiene che il titolo possa derivare dal termine americano House usato per indicare un paziente tossicodipendente; condizione dello stesso medico, dipendente dagli antidolorifici.
Da un punto di vista tecnico per gestire registicamente la sua zoppia, causata da un’embolia, inizialmente il protagonista avrebbe dovuto muoversi su una sedia a rotelle, ma registrare costantemente scene con cambi di altezza avrebbe complicato non poco i lavori. Si scelse allora il suo iconico bastone, costringendo Hugh Laurie a un’innaturale deambulazione, che gli causò non pochi problemi di articolazione.
Una serie che va oltre la medicina
I casi clinici affrontati nella serie non hanno alcuna differenza di estrazione sociale: coinvolgono sia gente comune avvilita da precedenti consultazioni mediche inefficienti e superficiali, sia pazienti facoltosi disposti a spendere milioni pur di trovare una cura, anche non convenzionale. Alcune patologie attirano l’attenzione del dott. House, spinto da un recondito bisogno di sfida personale e autoaffermazione, proprio per la loro genesi incomprensibile. Oltre alle conseguenze fisiche della malattia, viene autenticamente mostrato il modo in cui viene vissuto il dolore che generano, un malessere e una debolezza con cui lo stesso protagonista fa i conti ogni giorno, celandoli sotto una maschera di algido cinismo.
E poi ci sono quei mali che vanno oltre il paziente, diventando simbolo di un pensiero complesso e complessivo da cui partire per riflettere, inglobando temi come la religione, l’etica e la morte preferita alla vita, ponendo interrogativi su quanto siano malleabili i confini di quelle leggi che vanno oltre la scienza.