Connect with us

Focus Italia

‘Bianco’, il film di Daniele Vicari sulla tragedia del Freney

Dopo 10 anni di attesa riparte la produzione del dramma sul tragico evento

Pubblicato

il

Bianco si farà. Tratto dal libro “Freney 1961 – tragedia sul monte bianco” di Marco Albino Ferrari (Salani editore) che racconta la tragedia del Freney, il lungometraggio riprende la sua fase di produzione dopo circa 10 anni di stand-by. Inoltre Ferrari cura anche la sceneggiatura insieme a Massimo Gaudioso e Francesca Manieri.

Leggi anche – Ritratto di Daniele Vicari

Bianco, le dichiarazioni del regista

In merito alle difficoltà relativa alla produzione e al lungo stop, D.Vicari ha dichiarato:

  “Qualche anno fa un film come Bianco sarebbe stato impossibile. Sulle pareti verticali non si può pensare a scene complesse, con attori che recitano mentre scalano per settimane, con movimenti di macchina arditi. Girare un film in quel luogo è una vera sfida tecnologica, produttiva e artistica. Un punto di riferimento importante per me – dice Vicari nelle note di regia su Filmitalia – è la lavorazione del grande film di Cuaron: Gravity. In questo film Cuaron ha messo a punto un metodo di lavoro sorprendente e innovativo”

Dunque il regista evidenzia le innumerevoli problematiche, complessità che al giorno d’oggi possono essere risolte grazie allo sviluppo tecnologico.

Una pagina nera dell’alpinismo

La tragedia del Freney è un drammatico evento avvenuto nel luglio 1961 sul Monte Bianco durante un tentativo di scalata del Pilone Centrale del Freney coinvolse due cordate una francese guidata da Pierre Mazeaud e una italiana con Walter Bonatti tra gli altri il gruppo era composto da sette alpinisti dopo aver tentato la scalata e affrontato condizioni meteorologiche estreme con una tempesta durata giorni furono costretti a rinunciare e a tentare la discesa durante il rientro morirono quattro alpinisti per sfinimento e freddo Guido Ferraris, Pierre Kohlmann, Robert Guillaume, e Antoine Vieille sopravvissero solo in tre Walter Bonatti, Pierre Mazeaud, e Roberto Gallieni è considerata una delle più gravi tragedie dell’alpinismo europeo e un simbolo dei limiti estremi dell’uomo in alta montagna.