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Trento Film Festival

Mauro Corona – La mia vita finché capita

In anteprima mondiale al Trento Film Fest il docufilm sul celebre scrittore, alpinista e scultore Mauro Corona

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In anteprima al 73° Trento Film Festival, nella sezione non competitiva Antemprime, Wanted Cinema presenterà il nuovo docufilm Mauro Corona – La mia vita finché capita, diretto da Niccolò Maria Pagani, dedicato allo scrittore, scultore e alpinista friulano Mauro Corona. Il film, prodotto da USHUAIA FILM e WANTED CINEMA, verrà poi distribuito nelle sale a partire dal 5 maggio. Il film ritrae da molto vicino e con un approccio ferocemente intimo un uomo complesso in un continuo andare e venire indietro e avanti nel tempo.

Mauro Corona – La mia vita finché capita, l’approccio del regista

Il regista ha seguito Corona per sette mesi, tra riprese e montaggio, nel villaggio di Erto Vecchia, cuore pulsante della storia e luogo caro all’artista.

Racconta al Corriere del Trentino:

“Montare il film davanti a una finestra spalancata sulle rovine di Erto Vecchia e sulla frana del Vajont mi ha permesso di vivere un’esperienza immersiva nel mondo di Mauro, circondato dai suoi stessi fantasmi, e questa simbiosi con i suoi luoghi si percepisce per tutta la durata del film. Abitare inoltre a poche centinaia di metri dalla “tana” di Mauro mi ha dato l’opportunità di conoscerlo ancora più a fondo. Con i suoi pro e i suoi contro, entrambi necessari per la riuscita del documentario”.

Il film, infatti, rappresenta un uomo autentico che ha dedicato la sua vita all’Arte. In particolare dedicandosi alla scultura, all’arrampicata e alla scrittura.

La narrazione del film

Il racconto della vita di Corona avviene attraverso diverse modalità, a partire dal discorso diretto del protagonista che, mentre compie i suoi gesti quotidiani si mette a nudo davanti alla camera in un flusso di ricordi che dall’infanzia ci porta fino ai giorni nostri. Non solo un monologo: Mauro Corona – La mia vita finché capita è costellato di conversazioni con alcuni dei suoi amici storici, tra cui lo scrittore Erri de Luca e i cantanti Davide Van De Sfroos e Piero Pelù, a volte di fronte a una bottiglia di vino e al crepitio di un falò, altre a spasso per le sue montagne.

Le loro conversazioni semi-serie sono intercalate da alcuni dei passi più belli dei suoi libri – in particolare da “Le altalene” (Mondadori, 2023) – attraverso un voice over che fa da fil rouge con la magistrale interpretazione di Giancarlo Giannini (il celebre doppiatore italiano che ha dato la voce ad attori come Al Pacino e Jack Nicholson).

La montagna protagonista del film

Un’altra protagonista presente nel documentario è la montagna.

“La montagna non gioca scherzi. Se ne sta lì, impassibile, immobile, muta e severa, ma non ce lha con nessuno. Il vecchio guarda indietro. Vede amici scomparsi. Molti sulle montagne. Nel ricordo, l’altalena della solitudine va e viene.” (Mauro Corona)

La montagna vive nel trascorrere delle stagioni, nella luce e nella fotografia che esaltano scenari cari a Corona, che racconta la sua vita strettamente legata al territorio e alla tragedia del Vajont.