Il cinema asiatico negli ultimi anni sta conquistando sempre più pubblico, non solo europeo ma anche internazionale. Film, usciti anche più di vent’anni fa si stanno riscoprendo grazie a numerose rassegne dedicate ai più importanti esponenti di questo tipo di cinema.
Dopo Ozu Yasujirō e Wong Kar-wai, questa volta tocca a Sōmai Shinj, regista con uno stile unico e irrepetibile, che in pochi sanno raccontare e che spesso è passato ingiustamente in secondo piano. Nato nel ’48, il regista ci ha lasciato nel 2001 a soli 53 anni a causa del cancro.
La Tucker Film ha scelto di celebrarlo con tre film considerati cult: “P. P. Rider” (1983), “Typhoon Club” (1985), e “Moving” (1993), quest’ultimo fu selezionato al festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, e nel 2023, in occasione dei 30 anni, fu presentato al festival di Venezia dove vinse il premio “Venezia Classic” per il miglior restauro in 4K.
Da ricordare che la rassegna è stata realizzata in collaborazione con Far East Film Festival che l’ha appunto intitolata “Nel tifone della giovinezza – Alla scoperta di Sōmai Shinji”.
Inizi e stile
Come detto in precedenza, Shinj non è mai riuscito a spiccare al pari dei suoi colleghi come Takeshi Kitano, Kurosawa Kiyoshi, Takashi Miike. Nonostante, come loro, i suoi film corrispondono ad un’esigenza, un desiderio di raccontare, spinto dalla freschezza giovane della New Wave asiatica.
Inoltre esplode in un periodo cruciale, ma allo stresso tempo contraddittorio per la scena cinematografica giapponese: tra il black out degli anni ’80 e la rinascita degli anni ’90. Il suo cinema è caratterizzato dall’incredibile capacità di mescolare dramma e commedia per affrontare il tema delle relazioni tra le persone e la complessità delle emozioni umane.
La cosa che inoltre affascina di più il pubblico e ha permesso alla critica di considerarlo tra i migliori registi del suo continente, è l’incredibile equilibrio tra realtà e fantasia all’interno delle sue storie. Il marchio di fabbrica più riconoscibile è l’uso di riprese lunghissime, basti pensare ai primi 15 minuti senza stacchi di “Lost Chapter of Snow“.
Il primo appuntamento con il pubblico sarà al Cinema Troisi di Roma che, l’8 aprile, ospiterà la proiezione di “Moving” (ore 20.30), introdotto da Sabrina Baracetti (presidente del Far East Film Festival) e il giornalista e critico Raffaele Meale. Scopriamo quindi la trama dei tre film.
P.P. RIDER
Tatsuya Fuji e Michiko Kawai sono protagonisti di questa incredibile storia che è un inno alla giovinezza e all’adolescenza con l’arroganza e presunzione incosciente dei ragazzi. L’intensità di un action movie in una storia dove tre ragazzi affronteranno il duro mondo degli adulti. Persi nella grande città metropolitana, affascinante e piena di pericoli, riusciranno i tre strappare il bullo della scuola dagli artigli della Yakuza?
TYPHOON CLUB
Altro film sull’adolescenza, ma stavolta decisamente più devastante. “Typhoon Club” fu presentato alla primissima edizione del Tokyo International Film Festival, in cui Bernardo Bertolucci fu chiamato a valutare l’opera. A fine proiezione rimase sconvolto e commosso, definendolo uno dei film sull’adolescenza più belli che avesse mai visto.
La storia è incentrata su 6 giovani studenti che, a causa di un tifone, sono costretti a passare la notte all’interno della scuola. Un film ricco di metafore che indaga sulla psicologia dei ragazzi, che devono farsi forza e affrontare la situazione compatti, uniti da quell’unione giovanile che gli permette di stare al mondo. Un film dal grande impatto visivo che resta ineguagliabile a 40 anni di distanza.
MOVING
Ultimo film della rassegna e restaurato in 4K dalla Yomiuri Telecasting Corporation nel 2023. Il film affronta la tematica complicata del divorzio, ma vista dagli occhi di una piccola bambina di 11 di nome Renko. Il matrimonio della piccola è ormai in crisi e la separazione sembra inevitabile, ma Renko cercherà di salvare la situazione con il suo ingenuo ottimismo. I suoi tentativi si riveleranno però goffi, e Renko sarà ogni giorno più consapevole di dover crescere e comprendere la situazione prima del previsto.
Considerato il principale capolavoro di Shinj, il titolo “Moving” vuole proprio sottolineare che l’anima delle persone è continuamente irrequieta, continuamente in movimento, in cerca del proprio posto nel mondo.

Insomma, da non perdere questa incredibile occasione di recuperare una gemma, rimasta per troppo tempo nascosta dal mondo occidentale.
Articolo sul film Moving: LEGGI QUI