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‘A domani’: il bel cortometraggio di Emanuele Vicorito

Emanuele Vicorito offre allo spettatore un racconto intimo e silenzioso, una storia d'amore e di sguardi che commuove e fa riflettere

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Ci sono storie che, anche se brevi, sanno emozionare e rimangono. Belle nella loro semplicità. Complesse nel loro molteplice significato. É il caso del cortometraggio A domani, di Emanuele Vicorito. Film vincitore dell’ultima edizione di Cortinametraggio e del Nastro d’Argento – Premio Speciale per la qualità della regia e la sensibilità dello stile narrativo, e il Premio Miglior Film d’Impresa Area Narrativa – UniCredit, nell’ambito della terza edizione del Premio Film Impresa.

Una storia che unisce momenti di grande libertà a momenti di prigionia, in cui tutto perde colore. Un lavoro interessante e intenso che cattura lo spettatore e pone importanti riflessioni sulla vita.

La trama di A domani

Un gruppo di giovani detenuti di un carcere minorile ripulisce una spiaggia dai rifiuti. Tra loro c’è Arturo, (Angelo Caianello) un giovane ragazzo napoletano che, approfittando della distrazione dell’educatore, si allontana in maniera furtiva per fumare una sigaretta. Qui, inaspettatamente, incontra Catrine, un’attraente turista in vacanza. Arturo viene subito trascinato in un vortice di emozioni, provando delle sensazione che ormai aveva quasi dimenticato. E anche se tutto è destinato a finire, perché il giovane deve ritornare in carcere, grazie ai sorrisi spontanei di Catrine e alle pagine del libro “I miserabili”, Arturo respirerà il suo nuovo inizio.

Monocromia e sentimento

Il cortometraggio, girato interamente in bianco e nero, si apre con la scena di un gruppo di ragazzi che, tra battutine e risatine, ripuliscono un tratto di scogliera. Immediatamente l’immagine si sovrappone alla bellezza del paesaggio che profuma di libertà. La regia di Vicorito è molto curata, la scelta della monocromia si rivela azzeccatissima perché rimanda un po’ al sapore dei vecchi film italiani di un tempo, quelli che facevano sognare. La macchina da presa riesce a catturare tutte le emozioni dei protagonisti trasformando le immagini in un toccante racconto fatto di contrasti, libertà, spensieratezza, colpa e speranza. Realtà e favola in cui Arturo, un giovane detenuto del carcere minorile di Nisida si infatua di una turista che, in pochi minuti, gli fa assoparare cos’è e soprattutto cosa vuol dire la parola libertà.

Il regista riesce a raccontare, con grande delicatezza e profondità, una storia intrisa di pura realtà e accompagna lo spettatore in una profonda riflessione tra libertà e pregiudizio. In una cornice che sa essere orribile e meravigliosa al tempo stesso, quel ragazzo timido, a tratti impacciato e sorridente, ci ricorda cosa significa essere umani e avere dei sentimenti. La canzone di Pino Daniele sul finale è da brividi, capace di creare quell’atmosfera che rende l’esperienza ancora più coinvolgente. Dove quel “ci vediamo domani”, più che la promessa di rivedersi diventa la promessa di un riscatto.

Il regista

Emanuele Vicorito nasce a Napoli nel 1989, è un attore e regista italiano che ha saputo affermarsi nel panorama delle arti visive. Dopo essersi formato presso la Scuola di Teatro di Napoli, ha iniziato la sua carriera in teatro, interpretando opere classiche e contemporanee con grande versatilità. Vicorito ha partecipato a diversi film e produzioni televisive, tra cui Il sistema e La porta rossa. Ha anche recitato nel film Gomorra – La serie. Emanuele ha poi intrapreso la carriera di regista, dirigendo cortometraggi come “Un po’ per uno” (2023) e “Tre volte alla settimana” (2022), dove ha esplorato temi di grande attualità e rilevanza sociale. La sua visione artistica si caratterizza per un forte impegno verso le storie delle nuove generazioni, e la sua capacità di creare contenuti che emozionano e fanno riflettere.

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A domani

  • Anno: 2025
  • Durata: 17
  • Genere: Cortometraggio
  • Nazionalita: italiana
  • Regia: emanuele vicorito