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‘Maestro-il calcio a colori di Tommaso Maestrelli’, storia di un uomo libero

C'era un tempo in cui il coraggio e la parola data determinavano cose impensabili

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La storia di un uomo racconta della sua esistenza in ogni porzione di testimonianza di coloro che l’hanno conosciuto, direttamente o indirettamente, attraverso i propri ricordi e quelli degli altri. Quella di Tommaso Maestrelli, uno dei più grandi allenatori del calcio italiano, demiurgo della Lazio vincitrice dello scudetto del 1974, è una storia umana e professionale che ci aiuta a riappropriarci di un modo di essere oramai sempre più raro. Definito da un forte sentimento di umanità, capace di credere nel senso più vero agli affetti più cari e agli ideali che determinano il significato di una vita. Basterebbe questo per sottolineare la valenza del lavoro diretto da Francesco Cordio e Alberto Manni. Una commovente, vibrante e appasionata cartolina di un passato che non ha mai smesso di essere il nostro presente. Un avvincente romanzo di vita e di calcio narrato in video, con grande compostezza e misura, da Massimo Maestrelli. Colui che da sempre, insieme allo scomparso fratello gemello, ha perseguito il sogno di poter raccontare la vita e l’opera di un padre molto amato ed esempio unico e assoluto di impegno e volontà. Prodotto da Groenlandia , Maestro-il calcio a colori di Tommaso Maestrelli è stato riproposto, fuori concorso, nell’ultima edizione del Bif&st.

 Tommaso Maestrelli, i cavalieri

C’è un’epica che spesso s’impossessa del gioco del calcio e trasforma i suoi eroi in figure leggendarie, prigioniere del loro ruolo di bandiere di una fede laica incrollabile. Sostanza di un voler essere, sospesi nel brusio di un Mondo trafelato, anche solo per il tempo di un’azione. Unici e immortali. Se, in tutto questo, è esistito un Re Artù, ed è stato Tommaso Maestrelli, allora non possono non esserci stati anche i suoi cavalieri. E chi altri se non quelli di quella magnifica, irripetibile, inimaginabile Lazio del 1974? Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico non erano solo i nomi della formazione titolare, erano qualcosa di più. Erano i tanti volti, sfaccettature, del talento, della vita, della follia, della giovinezza già adulta. Erano quelli che giravano armati, che non avevano paura di niente e di nessuno. Potevano essere tutto e il contario di tutto, ma la domenica, in campo, inseguivano sempre la vittoria e il credo del loro Maestro.

L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare.

Eduardo Galeano

La Storia siamo noi

La bellezza, e la grandezza, del lavoro di Francesco Cordio e Alberto Manni  risiede nel riuscire a creare un racconto assolutamente privo di enfasi, ma in grado di narrare al meglio la parabola di un uomo che con la sua vicenda personale ha attraversato e contribuito ad amalgamare quella di tanti altri suoi contemporanei. Lo ha fatto con coraggio, con onestà, con umiltà, con determinazione. Sin dalla sua esperienza di soldato prima e di partigiano dopo. Un lato doloroso e tragico a cui non ha mai fatto difetto di dedicare tutto il suo senso di responsabilità. Lo stesso che l’ha sorretto poi nel costruire la sua famiglia e la sua reputazione professionale. Un percorso lungo che le immagini di repertorio, i titoli di giornale dell’epoca, le interviste, le testimonianze contribuiscono a dettagliare e a rendere pubblico anche a coloro che non l’hanno vissuto direttamente. La cronaca famigliare di Massimo Maestrelli, molto sentita e a tratti commossa, arricchisce ulteriormente la figura di un padre il cui esempio di dedizione è tutt’ora fulgido e impresso nei racconti sportivi e non di coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo, di assistere, o di interagire con la sua avventura terrena.

Le scelte

La narrazione filmica documentaristica non è mai così scontata come si potrebbe credere. Le scelte di regia di Cordio e Manni a loro volta aggiungono qualcosa a quello che è il racconto vero e proprio. Le inquadrature dei loro protagonisti, dei testimoni, danno il senso, il tempo, di una riflessione, di un distacco da quello che è avvenuto. I primissimi piani non hanno mai il sopravvento su tutto il resto. Sono il corollario di un’impostazione generale che tende a dare ampio respiro a un fenomeno di pensiero. A considerare la riflessione approfondita. Ognuno condivide qualcosa di sé, e di Maestrelli, restando libero di agire in un piano dimensionale ampio, in parte definito dal fuorifuoco e in parte dalla propria presenza fisica, libera di mostrarsi nell’interpretazione più completa. La forza dei ricordi è così autonoma per definirsi e stemperarsi nei luoghi che avvolgono la memoria e nelle persone che li determinano. Con la stessa semplicità e naturalezza con la quale la famiglia Maestrelli passava le vacanze su di una delle amate spiagge di Rosa Marina. Non a caso la scena iniziale e finale di  un documentario argutamente illustrato dalla fotografia di Lorenzo Di Nola.

 

  • Anno: 2024
  • Durata: 98 minuti
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italiana
  • Regia: Francesco Cordio, Alberto Manni