Ospite d’onore della 23esima edizione del Florence Korea Film Fest, Hwang Jung-min dà prova della sua versatilità e della sua bravura in un film apparentemente lontano dagli altri ai quali ha preso parte presentati alla kermesse: You are my sunshine. Il film, diretto da Park Jin-pyo, è del 2005 e racconta la storia di due giovani innamorati, Suk-jung, interpretato dal noto volto coreano, e Eun-ha, interpretata da Jeon Do-yeon. Fin da subito riscuote un grande successo in patria, tanto da consacrare i due protagonisti.
La sinossi di You are my sunshine
Suk-jung, un semplice ragazzo di campagna, si innamora della bella Eun-ha quando la vede lavorare in una caffetteria locale. Pur rendendosi presto conto che la ragazza è anche una prostituta, lui continua ad esserne innamorato e le chiede di sposarlo. Eun-ha, che all’inizio non crede nell’amore, inizia lentamente ad aprirsi grazie alla sincerità di Suk-jung. Proprio quando iniziano ad amarsi felicemente come marito e moglie, il passato di Eun-ha torna a perseguitarli. (Fonte: Florence Korea Film Fest)

La recensione
All’epoca i protagonisti erano due attori emergenti e promettenti che tanti vedevano già tra i volti più noti della cinematografia sudcoreana (e non solo), ma che forse nessuno avrebbe ipotizzato sarebbero stati in grado di raggiungere vette del genere.
E invece è proprio nella semplicità di un melodramma che entrambi hanno la possibilità di regalare due personaggi e due interpretazioni incredibili, in grado di sfidare non solo tutte le avversità che si presentano loro davanti, ma anche e soprattutto la paura dello scorrere del tempo, quel tempo inesorabile che potrebbe vincolare il film a un determinato periodo e non renderlo eterno. Questo non accade in You are my sunshine che, ancora oggi a distanza di 20 anni, grazie ai due interpreti e alle tematiche delicate, ma universali resta un vero e proprio caposaldo.
Amore, emozioni e molto di più
Ad aiutare i due innamorati nel loro percorso fatto di alti e bassi e di problematiche che complicano un iniziale equilibrio, ci sono tanti elementi cinematografici che ne definiscono un quadro completo.
Un protagonista che è il classico bravo ragazzo, in grado di fondersi con il territorio nel quale vive e lavora, che vede il bene e il bello in tutto ciò che lo circonda e una ragazza che inizialmente sembra l’opposto e, per questo, quasi fatica ad accettare questa visione del mondo. Entrambi inseriti all’interno della realtà coreana dell’epoca, resa in maniera impeccabile da una fotografia e una scenografia che ci permettono di assaporare ogni singola emozione provata dai due. Al pari delle loro espressioni e della loro continua ricerca e attrazione, lo spazio intorno a loro, sia esso quello delle campagne rurali o quello di qualche interno, comunica molto più di quanto si possa immaginare immergendoci in una realtà che si può quasi toccare con mano.
Anche i momenti più tragici e drammatici sono comunque vissuti a pieno da entrambi, accompagnati dalla giusta musica e dai giusti colori. La sensazione di disagio e preoccupazione che affligge i due innamorati colpisce in pieno anche noi spettatori. E questo anche perché il modo di raccontare di Park Jin-pyo procede senza ellissi, ma concentrandosi su (momenti) particolari che consentono di seguire i passi dei personaggi come se si trattasse della propria esistenza.
Un grande successo per l’epoca in Corea che, oltre al botteghino, ha consentito a Hwang Jung-min e Jeon Do-yeon di diventare delle vere e proprie star.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli