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‘Amadeus’, dopo quarant’anni il ritorno in sala

Il film di Milos Forman a distanza di tempo è ancora uno tra i migliori biopic musicali mai realizzati. Mozart e Salieri rappresentano l’eterno conflitto tra genio e mediocrità

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Amadeus

Torna in sala dal 24 al 26 marzo l’iconico film di Milos Forman Amadeus, distribuito dalla Lucky Red in 4k e in versione restaurata. Il film, tratto dall’omonima opera teatrale di Peter Shaffer, ai premi Oscar del 1985 si impone vincendo ben 8 statuette su 11 candidature. Prodotto dalla Orion Pictures è interpretato da Tom Hulce, F. Murray Abraham, Elisabeth Berridge e Simon Callow.

Il TRAILER – Amadeus

Sinossi – Amadeus

Antonio Salieri (F.Murray Abraham), alla fine della sua vita, ricorda l’incontro e il rapporto col grande musicista, Amadeus Mozart (Tom Hulce), confessando in ultimo di averne provocato la morte. Salieri rievoca le vicende che tra il 1782 e il 1791 lo videro legato al genio musicale con un misto di invidia e ammirazione, rivelando tutti i suoi tentativi di sabotare il grande maestro.

Invidia e talento – Amadeus

Il principale motivo rispetto al quale Amadeus di Forman resiste ancora oggi alla prova del tempo, è riscontrabile nella fedeltà al tema del film nel rapporto tra i due protagonisti. Amadeus la si può definire anche un’opera basata su una falsa autobiografia del celebre compositore, e questo perché, a differenza di molti biopic agiografici, il primo piano non è sul personaggio storico ma sul suo uomo-ombra.

Non c’è stata mai alcuna prova del coinvolgimento reale di Salieri nella morte di Mozart, ma ciò che è sempre risultato noto, l’invidia del compositore italiano verso l’austriaco, Forman lo trasforma nel film stesso. Già dalla prima scena, nel flash-forward di un Salieri moribondo, si intuisce la dinamica di Amadeus: guardare la storia della musica con gli occhi di chi è sempre stato in disparte, geloso di un dono che, se non può averlo, deve combattere con tutto se stesso.

Un capolavoro di musica ed estetica

E l’opera di Milos Forman pone per tutta la narrazione il conflitto tra genio e mediocrità, in cui Mozart è l’arte libera ma indifesa, e Salieri la limitatezza terrena di una meccanizzazione musicale che nulla può dinnanzi all’estro del talento.  Amadeus fin da subito fa tutto quello che un biopic musicale deve fare, far vivere la narrazione attraverso la musica. A ben vedere è interessante come il film renda sonora la colpa di Salieri come focus del film; una delle sequenze iconiche in tal senso è l’urlo doloroso dell’interpellazione di Abraham accompagnato dall’overture del Don Giovanni. Tale drammaturgia musicalmente diegetica tra i personaggi diverrà una costante, e il punto più caratteristico del conflitto tra genio e mediocrità.

Ostacolare Mozart

Amadeus, nelle dirette intenzioni di Forman e dello sceneggiatore Shaffer, non è mai stato un racconto cronologico delle gesta del grande compositore austriaco, ma un vero e proprio tratto psicologico del suo antagonista Salieri. Un villain che lavora nell’ombra, ossessionato dai due temi principali del film: invidia e gelosia. Forman mette in scena le tante voci tramandate dai pettegolezzi post mortem di Mozart: il conflitto tra l’etica e l’amoralità musicale.

Amadeus in tale contrapposizione è radicato nella propria celata visione religiosa. Ce lo dice Salieri anziano, ormai in preda alla pazzia, confidandosi al prete del manicomio in cui è rinchiuso, vedendo in Mozart una punizione di Dio. Il film tende a costruire il rancore del compositore italiano, sia nel passato che nel presente, sul genio sregolato. L’invida del Salieri inizia e finisce sul piano etico di come dovrebbe essere l’artista. Se l’antagonista ha studiato tutta la vita rimanendo sempre un passo indietro al grande maestro austriaco, Amadeus è un talento naturale e per questo alla sua figura non si applicano le comuni limitazioni terrene della dedizione e dello studio.

Abraham è l’antagonista perfetto

Per questo, per il personaggio di F. Murray Abraham, l’arte di Mozart è una colpa, non dell’austriaco, ma di Dio. Emerge infatti una riflessione tutta religiosa di Forman sul concetto di dono e irrazionalità, completamente slegata a quello di lavoro e razionalità. Ecco perché Amadeus, oltre la che sulla rivalità tra i due musicisti, è anche un film sul conflitto tra fede e ragione. Salieri, in una delle tante mirabili scene, si chiede perché Dio abbia dovuto scegliere un uomo insulto come suo strumento, e la risposta ancora una volta risiede nella regia di Forman che trasforma ogni gesto del Mozart di Hulce in un elemento musicale. E l’antagonista di Amadeus, dinnanzi a ogni oggetto drammaturgico che diventa eccelsa partitura, non può fare altro che nutrire il suo piano di vendetta e sabotaggio.

La musica sregolata di un genio

Il talento di Amadeus dialoga continuamente con la personalità di Mozart. Forman riesce molto bene a renderci la danza musicale e quasi immaginifica del grande compositore con opere come Le nozze di Figaro, Il flauto magico e Requiem. Una grandezza del talento che però rispecchia l’ambigua personalità di Mozart; il genio sregolato, incontenibile, isterico, tenuto a bada con fatica dall’imperatore Giuseppe II. Una costruzione del personaggio anarchico e controverso che favorisce la scrittura centrale di Salieri, per il quale in molte parti del film non si può non provare un filo di empatia.

Amadeus di Milos Forman a distanza di quarant’anni è ancora quel canto estetico e nel contempo alienato sulla figura di Mozart. Il film è ancora oggi una grande sinfonia visiva sul genio inafferrabile e sull’invidia che un simile dono si porta dietro.

  • Anno: 1984
  • Durata: 180'
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: biopic musicale
  • Nazionalita: Usa
  • Regia: Milos Forman
  • Data di uscita: 06-March-1984