Nove anni dopo Veteran arriva il sequel, sempre diretto da Ryoo Seung-wan, I, the executioner. Il film, che ha avuto la sua anteprima mondiale a Cannes, viene presentato nell’anteprima tutta italiana alla 23esima edizione del Florence Korea Film Fest, precisamente all’interno dell’omaggio alla star Hwang Jung-min, special guest della kermesse.
La sinossi di I, the executioner
Il detective Seo Do-cheol e la sua squadra combattono contro il crimine giorno e notte, spesso a scapito della loro vita personale. Quando l’omicidio di un professore rivela collegamenti con casi passati, sorgono sospetti che si tratti di un serial killer che potrebbe mettere in crisi tutto il paese. Per affrontare la crescente minaccia, la squadra coinvolge nelle indagini l’ufficiale alle prime armi Park Sun-woo. (Fonte: Florence Korea Film Fest)
La recensione
Con le carte in regola per diventare a tutti gli effetti un franchise, I, the executioner ci mostra ancora una volta il detective Seo Do-cheol alle prese con il suo essere sbruffone, ma anche pieno di talento e intuizioni. Affiancato da un cast di tutto rispetto, Hwang Jung-min regala un’altra intensa interpretazione.
Nel giro di due giorni al festival fiorentino si è mostrato al suo pubblico nelle vesti più disparate e lontane. Perché il detective Seo Do-cheol non ha niente a che vedere con il temibile Chun Doo-gwang di 12.12: the day. E infatti in I, the executioner non è tanto il caso in sé a interessare e appassionare, quanto piuttosto i personaggi, la loro costruzione e le loro dinamiche, soprattutto alla luce di tutti quegli stereotipi del genere che il film fa propri ribaltandoli completamente: l’azione si trasforma in commedia e i personaggi stessi talvolta in delle caricature.
Situazioni tipiche e personaggi riusciti
Destinati a rimanere nel cuore degli spettatori, i protagonisti di I, the executioner sono tutti convincenti e reali, per quanto assurdi e caricaturali. Oltre a Hwang Jung-min, anche il giovane Jung Hae-in, alter ego e controparte del protagonista, destinato a diventare il suo successore perché uguale e allo stesso tempo opposto rispetto al detective, è fondamentale, per esempio, nell’ottica della reincarnazione di un ipotetico rapporto padre-figlio, considerata la differenza di età. E ancora un altro volto essenziale e già visto al festival, come protagonista del thriller 4PM, è Oh Dal-su che contribuisce alla vena comica del film. Non mancano, quindi, né i nomi importanti né i personaggi altrettanto essenziali alla giusta direzione da dare alla storia.
Analogamente anche gli ambienti e le situazioni, seppur alcune in grado di giocare con i principali stereotipi, accompagnano il pubblico, divertendolo. Un esempio? La scena iniziale, che sembra scoprire tutte le carte, ma, al tempo stesso, è anche quella che mette insieme tantissime gag, a metà strada tra cinema d’azione e commedia, facendo riflettere su dinamiche che saranno poi centrali nel corso della narrazione.
I, the executioner: un sequel riuscito
Personaggi, dinamiche, gag e situazioni bilanciate nel migliore dei modi e nella migliore delle tradizioni del cinema coreano, come abbiamo imparato a conoscerlo e apprezzarlo.
È vero che il film di Ryoo Seung-wan si pone come sequel del riuscito Veteran, ma è un film che può anche essere visto come qualcosa di non strettamente connesso con il primo. Ci sono naturalmente elementi che ritornano, ma una delle qualità di I, the executioner è anche e soprattutto quella di essere svincolato dal primo. E proprio per questo riesce a essere un prodotto di successo.