Il film di Stefano Sardo con Scamarcio percorre una strada tra il thriller piscologico, la commedia e la soap-opera. Dalla sua ha l’imprevedibilità degli eventi e un protagonista legato al suo voice-over
Ora in sala Muori di lei il nuovo film di Stefano Sardo (1992, Il ragazzo invisibile) scritto insieme a Giacomo Bendotti (L’attesa). Prodotto e distribuito da Medusa Film, il thriller è interpretato da Riccardo Scamarcio, Mariela Carriga, Maria Chiara Giannetta, Paolo Pierobon.
Il TRAILER – Muori di lei
Sinossi – Muori di lei
Mentre scoppia la pandemia, in pieno lock-down, l’insegnante di filosofia Luca (Riccardo Scamarcio), sposato con Sara (Maria Chiara Giannetta), intrattiene una relazione clandestina con l’affascinante vicina cubana, Amanda (Mariela Carriga). Nulla è come sembra, segreti e colpi di scena metteranno in difficoltà ciò che Luca crede di sapere.
L’opportunità del lock-down – Muori di lei
Uno dei meriti indubbi del film di Sardo è quello di sovvertire le regole dei film a tema lock-down degli ultimi anni. In Muori di lei infatti essere rinchiusi forzatamente in casa per le restrizioni del Covid diventa un’opportunità per il protagonista interpretato da Scamarcio, con la chiara intenzione di svuotare la tragedia pandemica della propria imposizione di documento morale. Muori di lei fin da subito usa il lock-down come uno spazio in cui avviene la vicenda e in cui la narrazione deve svilupparsi, non dando modo al mondo reale al di fuori della vita dei protagonisti di emergere.
Certamente ci sono dei riferimenti alla situazione del Covid con Luca che è costretto a dare lezione in DAD e la moglie Sara, medico, alle prese con l’emergenza della pandemia. Ma tutto è solo accennato per fornire brevi elementi del contesto. Il film è ovviamente un altro. Nell’appartamento romano le restrizioni, invece di limitare, agevolano la relazione clandestina tra l’alter-ego di Scamarcio e l’attraente cubana venuta ad alloggiare in un B&B accanto al suo appartamento.
Le restrizioni fisiche ed esistenziali
Sardo si dimostra fin da subito abile a mettere in contatti i due, con ammiccamenti d’intesa già dal primo plot point e dando a Luca tutto quel desiderio e passione inespressa che il suo matrimonio non riesce più a dargli. Non sembrerebbe azzardato sostenere come Sardo abbiamo strutturato il vero lock-down nell’emotività della vita famigliare del personaggio di Scamarcio. Luca ha a che fare con una moglie infertile, un cognato sessuomane a cui deve la casa in cui vive, e il rimorso di non avere avuto, come il padre, il coraggio di rischiare, di prendere la vita di petto invece di sottomettersi ad essa. Così Muore di lei inizia da una buona base di prigioni fisiche ed esistenziali su cui basare il thriller piscologico, con il lock-down come primo e unico elemento a proprio favore.
Attrazione fatale e il film sullo stereotipo
Un evidente problema di Muore di lei è quello di apparire confuso sul genere da utilizzare. Se nella prima parte il voice-over di Scamarcio e la sua azione nevrotica e imbranata inseriscono il film in un’interessante commedia, nella seconda parte Sardo passa a un incrocio bizzarro tra noir e thriller psicologico, fino a sprofondare, con diversi e forse troppi colpi di scena, sul terreno della soap-opera.
Tale mescolanza, soprattutto alla fine del secondo atto, divide la narrazione, facendola assomigliare a un quadro di tanti pezzi diversi che difficilmente riescono a stare insieme. L’idea di fondo di Muore di lei alla fine non è cosi diversa da Attrazione fatale con Michael Douglas: una dinamica sessuale che alla fine si ritorce contro il personaggio maschile in un gioco erotico e di ricatti dal quale non riesce a uscire.
A metà film è chiaro come Sardo cerca di riproporre su piccola scala la struttura del film di Adrian Lyne con evidenti differenze. Mentre Douglas vuole liberarsi dall’ossessione della sua amante, Scamarcio è completamente asservito ad Amanda, e anche quando vuole mettere un punto alla relazione diventa il burattino del personaggio femminile. In Muori di lei Luca è codardo ed eroe, un uomo monotono e un amante desideroso di prendere la vita d’impulso.
Il mix di generi tra commedia e noir
Purtroppo il film di Sardo, nella macchinosa natura del suo script, riesce a rendere stereotipati diversi temi. Il rapporto genitoriale, l’infertilità e in ultimo la violenza di genere sono la base del principale cliché in Muore di lei. Il film è retto da due rappresentazioni e contrapposizioni femminili; da un lato la moglie che aspetta il marito a casa e si scusa con lui perché non riesce a procreare, dall’altra la femme fatale cubana di qualsiasi opera noir che si rispetti, molto sessualizzata, che tiene in scacco l’uomo a cui basta uno sguardo per essere posseduto.
Una scrittura di due donne molto distante da ciò che abbiamo visto nella passata stagione a partire da The Substance finendo con lo splendido Anora: donne forti e integre pronte a rivendicare una propria indipendenza che qui appare abbastanza fragile. E non aiuta di certo uno Scamarcio nei panni di Luca tra luci ed ombre.
Scamarcio tra luci e ombre
Il suo personaggio ripete che vuole diventare l’eroe della sua storia a tutti i costi interpretando però diversi volti; è il prototipo dell’insegnante liberal, ma anche traditore incallito; è sensibile con i propri allievi ma senza scrupoli e materialista nei confronti di Amanda. Un personaggio quindi di difficile comprensione, col quale è difficile empatizzare e incasellarlo nell’eroe che vorrebbe diventare.
Nell’ultima parte Muore di lei subisce la mancanza di credibilità più evidente. Come in un qualsiasi episodio di Beautiful, succede di tutto aldilà della verosomiglianza: gravidanze inaspettate, sorelle che sbucano dal nulla e Scamarcio ingannato e bastonato. Sardo sviluppa molteplici plot twist col tentativo di riabilitare il femminismo completamente inesistente per buona parte del film, punendo l’uomo sessista e celebrando, a suo modo, Amanda come machiavellica e improvvisata femme fatale.
Muore di lei possiede alcuni spunti interessanti a partire dal ribaltamento delle regole dei film sul lock-down. Il mix di vari generi, però, e una visione troppo stereotipata di personaggi ed eventi limita di molto le sue ambizioni.