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Korea Film Festival

‘4PM’, l’arte di non scrutare nell’abisso

'4PM', diretto da Jay Song e interpretato da Oh Dal-su e Jang Young-nam, è in concorso al Florence Korea Film Fest 2025 nella sezione K-Orizzonti

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4PM (2024) diretto da Jay Song, interpretato da Oh Dal-su – conosciuto per l’assidua collaborazione con Park Chan-wook – e l’attrice e personaggio televisivo Jang Young-nam, è presentato al pubblico italiano al Florence Korea Film Fest 2025, in concorso nella sezione K-Orizzonti. La sceneggiatura di 4PM è scritta da Kim Hae-gon, e si basa sul terzo romanzo della scrittrice belga Amélie Nothomb Le catilinarie. Il film è stato presentato in anteprima mondiale al BIFFF 42.

4PM: lo sconosciuto della porta accanto

Jeong-in (Oh Dal-su), stimato professore di filosofia, decide di prendersi un anno sabbatico e di trascorrerlo nella nuova casa di campagna con sua moglie Hyeon-sook (Jang Young-nam). La coppia non ha figli, ma coltiva un rapporto molto stretto con una studentessa del professore, So-jeong (Min Do-hee), che promette loro di andare a trovarli nella nuova casa. Lontano dall’inquinamento e dalla confusione di Seul, Jeong-in e Hyeon-sook si dedicano a tutto ciò che hanno sempre desiderato fare: consumano i pasti all’aria aperta, accendono il camino la sera, svolgono rituali di benessere che includono la degustazione di tè aromatici e praticano la meditazione al suono della campana tibetana.

Accanto alla loro nuova casa abita un cardiologo di nome Yook-nam (Kim Hong-pa), la cui onorevole occupazione rende impazienti i coniugi di fare la conoscenza del nuovo vicino. Nella speranza di stringere un convenzionale rapporto di buon vicinato e nel rispetto delle rigide convenzioni sociali asiatiche, lasciano un biglietto alla porta del vicino invitandolo a presentarsi alla loro porta. Alle quattro esatte del pomeriggio e di quelli successivi Yook-nam si presenta ai protagonisti, in un modo insistente e tutt’altro che educato, e portando con sé e con la sua misteriosa rozzezza lo sconforto che Jeong-in e Hyeon-sook hanno sempre cercato di allontanare dalla loro vita.

4PM

Non chiederti chi sei, e non scrutare nell’abisso

Nella vita di Jeong-in e Hyeon-sook non sono ammesse contingenze. La narrazione di sé portata avanti da Jeong-in dell’uomo integerrimo e gentile che vuole personificare, accompagnata dalle stratificate convenzioni della società coreana, restituiscono immediatamente l’assurdità del personaggio. Inizialmente espressa in chiave comica, e nella tendenza alla drammatizzazione verso il finale, la critica alla rettitudine da contratto sociale del professore di filosofia ruota attorno alla costruzione di un personaggio che si trova costretto a riconoscere la sua natura fallibile, talvolta non controllabile e violenta.

Jeong-in si discosta immediatamente dalla richiesta della moglie di allontanare l’ospite indesiderato, e si rifiuta categoricamente di riferirsi a lui come a uno squilibrato. L’ospite gode del privilegio di potersi concedere stranezze e bizzarrie, quali un’ostinata riservatezza ai limiti del mutismo selettivo, l’ineccepibile puntualità con cui si presenta alla porta dei vicini alle quattro esatte del pomeriggio, e la noncuranza con cui dopo due ore si alza dalla poltrona per tornare a casa, senza convenevoli.

La maschera di un’élite privilegiata

Quando So-jeong, studentessa di Jeong-in, si presenta nella casa di campagna dei coniugi, inevitabilmente incontra l’ospite indesiderato. Aspettandosi la consueta accoglienza affettuosa e premurosa da parte dei protagonisti, So-jeong si trova invece declassata di ruolo, in quanto il nuovo ospite catalizza su di sé l’attenzione e la reverenza di Jeong-in, incapace di allontanarlo per coerenza e armonia con l’immagine di sé che vuole preservare. So-jeong intuisce immediatamente la circostanza, e sentendosi tradita abbandona la casa e taglia i rapporti con i protagonisti. È questa l’ennesima contingenza che interrompe il circolo vizioso di cordialità esasperata, e il momento in cui il lato comico di 4PM lascia spazio alla tensione del thriller, all’orrore e infine al drammatico e surreale epilogo.

È un film sul toglierci le maschere. Queste élites privilegiate, come quella di cui fa parte il mio personaggio, indossano maschere diverse e assumono personalità diverse. Questo film le costringe a toglierle”. –Oh Dal-su

Lo spazio filmico nel cinema coreano

L’elegante e sofisticata scenografia, nonché la ricchezza degli spazi interni, sono coerenti con la tendenza del cinema coreano a porre particolare accento sugli ambienti, i quali assumono a tutti gli effetti un ruolo predominante nella storia. Le inquadrature si spostano da un personaggio all’altro con ampi movimenti, che consentono di soffermarsi sui dettagli delle stanze e degli arredi. Questa collocazione dei personaggi nello spazio, coadiuvata dall’uso frequente della camera a mano e dalle differenti angolazioni di ripresa, contribuiscono non poco al crescendo della tensione in 4PM.

Inevitabile ripensare alla stratificazione di piani e al movimento frenetico su e giù per le scale, leitmotiv di Parasite (2019) di Bong Joon-ho, che a sua volta si rifà al più classico Hanyeo (1960) di Kim Ki-young, il cui racconto si svolge tra un piano e l’altro della casa. Nell’ambito del ruolo privilegiato che gli ambienti occupano nel cinema coreano come spazio dinamico in cui le scene trovano ampio sviluppo, non si può non ricordare il celebre long take di Old Boy (2003) di Park Chan-wook, che in questo caso si svolge non in altezza ma orizzontalmente.

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Da ‘4PM’ (2024)

4PM

  • Anno: 2024
  • Durata: 111'
  • Distribuzione: Contents Panda
  • Genere: Thriller
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Jay Song