La prima giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival ha vissuto il suo apice con la masterclass del regista e sceneggiatore spagnolo Pablo Berger, realizzata in dialogo con John Bleasdale. La prima parte dell’intervista si è concentrata su quello che il regista ha definito il suo periodo punk. Ovvero quello dell’esordio alla regia con il corto Mamá (1988) e degli studi alla New York University, parlando dell’importanza delle esperienze di vita per la creazione di storie.
Ad essa ha fatto seguito il racconto del processo creativo relativo al suo primo lungometraggio, Torremolinos 73 (2003), corredato dalla proiezione di una scena del film. Si è passati, poi, a parlare della lunga produzione di Blancanieves (2012) e dei successi che il film ha ottenuto in tutto il mondo. Dopo una breve discussione sul realismo magico della tragicommedia Abracadabra (2017), in relazione a Il mio amico Robot (2023) il pubblico ha avuto modo di riflettere con Berger sulle potenzialità dell’animazione e sulle differenze di questa con il live action. L’incontro si è concluso su note più leggere, quando Berger ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua esperienza ai premi Oscar dello scorso anno.

Il mio amico Robot
Le opere della seconda giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival
La seconda giornata di festival ha avuto come protagonisti assoluti i cortometraggi in gara nel Concorso Internazionale con ben dodici opere presentate.
Snima -REC, Castaways e Nero
Una sovrapposizione nella sala prove porta un gruppo di androidi funky e un uccello canterino a uno scontro inevitabile nel cortometraggio di animazione del bosniaco Fedor Marić, Snima – REC. Castaways, della regista messicana Andrea Saavedra de la Teja, tratta invece il delicato tema del crescere troppo in fretta attraverso la storia di Miriam. Claudio Agostini, dallo IED di Roma, con Nero trasforma un brutto incidente in un’occasione per ripensare alla vita e al nostro modo di relazionarci con l’altro.
Son, Island of Young-a e Sparks in the darkness
Il concorso è proseguito con Son del regista curdo-iraniano Saman Hosseinpuor, che si concentra sul complicato rapporto tra madre e figlio, messo in crisi da un’improvvisa scoperta e dalle loro divergenti visioni del mondo. A seguire è stato proiettato Island of Young-a della regista sudcoreana Choi Seung-hyun. L’opera esplora le difficoltà del periodo dell’adolescenza, specialmente quando il proprio mondo viene sconvolto in un istante e diventa necessario trovare qualcosa a cui aggrapparsi. Si è continuato con Sparks in the darkness, cortometraggio del regista russo Vladislav Emelin. Thriller dalle tinte noir che sfrutta il pretesto dell’indagine di un omicidio per parlare di moralità, in un mondo in cui il confine tra bianco e nero non è così marcato come può sembrare.
The song of the sheep e My mother is a cow
The song of the sheep è invece un corto di animazione francese diretto da Jules Marcel, Anaïs Castro de Angel, Juliette Bigo, Evan Lambert, Alex Le Ruyet, Jeanne Bigo e Anaïs Ledoux. L’opera narra la storia di Frank, un burbero pastore delle Alpi francesi in hangover, alla ricerca del ladro che ha svuotato la sua cantina. A seguire, My mother is a cow. Il cortometraggio è diretto dalla regista brasiliana Moara Passoni e ha come protagonista Mia, una ragazzina di dodici anni costretta a trasferirsi nel ranch della zia, alla disperata ricerca dell’amore materno.
Echoes of silent roosters, Here for you e Our own shadow
È stato poi proiettato Echoes of silent roosters di Carlota Galilea, costruito attorno alla storia di una famiglia che è in procinto di trasferirsi. L’opera, un ritratto contemporaneo dei Paesi Baschi, racconta la ferita aperta di un popolo diviso tra un passato decaduto e un presente da ricostruire. A seguire la visione di Here for you del polacco Cezary Orłowski. Un racconto permeato dall’amore di una madre che tenta di preparare il figlio affetto dalla sindrome di Down alla propria dipartita. Il corto esplora in modo delicato e intimo temi come la morte e la paura del vuoto, l’amore, la disabilità. A concludere la serata è stata la proiezione del cortometraggio Our own shadow, della regista Agustina Sánchez Gavier. Un’opera di fiction ambientata in una città argentina colpita da un’incessante attività di deforestazione. La trama si sviluppa nel contesto realistico dello sfruttamento ambientale.

Here For You
I concorsi collaterali del Ca’ Foscari Short Film Festival
Durante la seconda giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival sono stati presentati tre concorsi collaterali: il CINIT Music Video Competition, il Concorso Scuole Superiori e “l’edizione 0” di Short Med_Cine.
Il CINIT Music Video Competition
Il primo ha visto competere i migliori videoclip musical realizzati nell’ultimo anno da studenti di scuole di cinema e università provenienti da tutto il mondo. I dieci finalisti in gara provengono infatti da nove paesi e si fanno portatori di temi universali e quotidiani quali ansia, nostalgia, relazioni sentimentali passate o da ricucire.
Tra i titoli più interessanti e sperimentali ci sono Ojalà della colombiana Sofia Alessandra Uzcátegui, che racconta l’innamoramento di un tubero per il sole. E A Song for Piassa dell’etiope Yonatan Ayallew. Una commovente riflessione sulla memoria, sul cambiamento e sulla potenza dell’arte sotto forma di musica jazz etiope, ambientata a Piassa, quartiere storico di Addis Ababa.
A decretare il vincitore durante la premiazione di sabato sarà una giuria composta da Giovanni Bedeschi, Martina Buran e Giordano Giordani.
Il Concorso Scuole Superiori
Il Concorso Scuole Superiori è invece un contest dedicato a corti realizzati da studenti di scuole superiori di tutto il mondo. La giuria è composta da studenti cafoscarini. Tra le dieci opere in concorso spiccano Cease, video realizzato in un ospedale dal regista iraniano Ali Bagheri, Arsa, racconto delle conseguenze della realtà aumentata sulla vita di una vedova girato dallo svedese Alexandru Cleo Bejenari e l’italiano La scelta giusta di Enrico Adinolfi.
Il vincitore sarà annunciato durante la cerimonia di chiusura di sabato.
Short Med_Cine
Short Med_Cine, invece, nasce per sensibilizzare il pubblico sulle malattie reumatiche attraverso il cinema. L’edizione ‘zero’ del progetto è coordinato dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) e dall’Istituto di Storia della Reumatologia (ISR). Il progetto ha affidato al cinema il compito di lanciare al pubblico un messaggio sociale, oltre che medico.
Gli otto cortometraggi finalisti sono: Far l’Amore di Armenteros, Pittura di Lauriol, Blue Sheep di Deng, Isola di Fo, The Ceiling of Wishes di Bahmani, Nelle Mie Mani di Vulcano, Il Compleanno di Mastinu e Pura di Méndez. I cortometraggi sono valutati da una giuria composta da medici e docenti. Nella giuria ci sono le consigliere della SIR Dott.ssa Marta Favero, Prof.ssa Sabrina Paolino, Dott.ssa Maria Grazia Ferrucci e Prof.ssa Elena Bartoloni Bocci, il Presidente della SIR Andrea Doria e il presidente dell’ISR Leonardo Punzi.
Dopo la proiezione dei finalisti è stato annunciato il vincitore: Pittura del francese Adam Lauriol,
“per aver raccontato una disabilità molto invalidante trattando un argomento molto attuale come il rapporto uomo-macchina”
Infine, è previsto anche l’atteso Programma speciale della giuria, durante il quale le tre giurate del Concorso internazionale incontreranno il pubblico.