Valerio Mastandrea ha presentato il suo film Nonostante al cinema Quattro Fontane a Roma, con lui due attori del cast Laura Morante e Justin Korovkin. Tra gli altri interpreti del film ci sono Lino Musella, Barbara Ronchi, Giorgio Montanini e Luca Lionello.
Il racconto vede nascere una storia d’amore tra un Lui (Valerio Mastandrea) e una Lei (Dolores Fonzi) senza nome. Fanno parte del gruppo dei “nonostante”. Da avverbio a personificazione, i nonostante sono anime senza corpo ma incredibilmente reali che si muovono su uno sfondo allegorico, mentre i loro corpi sono in bilico tra la vita e la morte dentro le mura di un ospedale.
Siamo tutti nonostante
Dichiara Valerio Mastandrea che serve tanto coraggio per arrivare un sentimento forte come l’amore e il suo personaggio riesce ad affrontarlo nonostante la condizione di stallo in cui si trova, perché è proprio in questa condizione di limbo che ha trovato un altro modo di essere vivo, si aggrappa così con tutte le sue forze a questa non-vita così autentica e precaria con quel senso di malinconico umorismo che da sempre caratterizza l’attore e regista romano.

Valerio Mastandrea in Nonostante
Nonostante non è un termine consolatorio, i nonostante sono una tipologia di persone di cui mi sento di far parte. Il film è dedicato a chi non si fa spaventare dalle emozioni. Nell’accezione più romantica del termine immaginiamo i nostri personaggi come persone che almeno una volta nella vita tentano di affrontare le loro paure, in senso più generico siamo tutti nonostante. (Valerio Mastandrea)
Valerio Mastandrea ha raccontato durante la conferenza stampa che l’idea di chiamare i suoi personaggi “nonostante” deriva da una frase del poeta italiano Angelo Maria Ripellino, trovata dopo aver scritto il film: Siamo tutti nonostante sferzati dal vento.
Nonostante è un film leggero come il vento che cerca di portare via i protagonisti, una suggestione, quella del vento, che rientra nel registro dell’assurdo che il film possiede oltre quello realistico. Pur essendo ambientato quasi interamente in un ospedale non sfiora mai il sentimentalismo facendo leva su un’esposizione vuota al dolore e alla malattia. Riesce ad essere profondo senza retorica e incarna a pieno il senso della parola del titolo. Un termine che concede una possibilità alla vita.
Tra i film presi come ispirazione per il suo secondo lavoro c’è Paradiso Amaro di Alexander Payne, regista molto amato da Valerio Mastandrea. Le musiche originali sono firmate da Toti Gudnason, il cui lavoro nell’Arte della Gioia di Valeria Golino ha convinto il regista a volerlo anche per il suo secondo film.