Il 7,8 e 9 aprile arriva nelle sale L’ultimo spettacolo, il documentario di Andrea Morabito che narra la lotta per la liberazione degli animali di un circo
L’ultimo spettacolo – Storia di una liberazione, prodotto da LAV (Lega Anti Vivisezione), è l’opera prima del giornalista e regista Andrea Morabito. Il film uscirà nelle sale cinematografiche il 7, 8 e 9 aprile distribuito da Mescalito Film.
L’ultimo spettacolo: Il trailer
Nel 2010 il circo Martin arriva in Sardegna e il volontario della LAV di Cagliari, Roberto Corona, è sconvolto da come gli animali sono trattati ed esibiti negli spettacoli. Così, insieme ad altri attivisti decide di introdursi nel circo e filmare tutto ciò che avviene al suo interno. Le immagini di Roberto Corona rivelano una sofferenza che non può essere sottovalutata. Ursula Carnevale dell’Ufficio Legale della LAV accetta di occuparsi del caso. Ha inizio un processo che si protrarrà per dieci anni e vedrà implicati i titolari del circo Martin, citati per maltrattamento di animali, che alla fine verranno condannati.
La ricostruzione della realtà
Quando si è bambini e si osserva con uno sguardo innocente e infantile lo spettacolo del circo, esso sembra avere le sembianze di una performance magica e surreale. Di conseguenza, gli animali che ne fanno parte sembrano appartenere a quell’ambiente. Quando, invece, lo si guarda con occhi diversi e maturi, quello stesso spettacolo, in apparenza suggestivo, in verità nasconde una realtà ben differente.
Il documentario permette di aprire gli occhi di fronte a una pratica brutale e selvaggia. Fin dalla prima immagine lo spettatore si immerge in quella che è la cruda realtà del circo con una ricostruzione, attraverso testimonianze, foto e video, che porta alla luce le misere condizioni di vita cui sono sottoposti gli animali. La macchina da presa diventa a questo punto un potente strumento in grado di rivelare l’autenticità di un’azione scorretta con l’obiettivo di fare giustizia e liberare le creature tenute in cattività.
L’immagine più sconvolgente è senza dubbio quella che ritrae un cavallo con una tigre sulla schiena che traina un carretto con sopra un orso incatenato. Sembra un paradosso o una figura utopica, invece, è la messa in scena cosciente di una squadra circense che mira alla sorpresa e alla suggestione che può provocare l’animale esotico in un ambiente innaturale, nel quale può essere ammaestrato e schernito. Tutto questo, a scapito della salute degli animali.
La sofferenza e la svolta
Attraverso una narrazione lineare ed efficace, alternata alle dichiarazioni dei protagonisti e alle immagini, il documentario rappresenta l’azione intrapresa dai volontari e attivisti della LAV che ha portato alla più grande liberazione di animali da un circo. Non senza difficoltà, i protagonisti di questa operazione non si sono arresi e hanno continuato a lottare, fino alla svolta decisiva: la condanna definitiva per i proprietari del Circo Martin.
All’inizio del documentario gli animali sono mostrati in condizioni spiacevoli e rischiose, inadeguate. Animali esotici costretti a vivere in gabbia, soggetti a denutrizione e a forte stress a causa dei continui spostamenti, quindi, in un contesto innaturale. In contrapposizione a questa condizione, alla fine del documentario c’è un capovolgimento e finalmente, grazie all’azione degli attivisti, quelle creature ora possono vivere liberamente.
Il film costituisce, quindi, un mezzo prezioso e necessario, simbolo di una fase iniziale di un percorso che è attualmente in pieno sviluppo. È ancora legale utilizzare gli animali nei circhi, perciò, il documentario è un buon risultato e un esempio per ciò che ancora si può fare per liberare tutti gli altri animali. Solamente constatando la verità si possono rintracciare le motivazioni e gli espedienti per far sì che queste atrocità non possano verificarsi di nuovo.