Ca’ Foscari Short Film Festival
Roberta Novielli: i segreti di un festival vincente
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12 ore agoon
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Viola BacciScrittrice, professoressa, direttrice artistica e organizzatrice del Ca’ Foscari Short Film Festival, Maria Roberta Novielli è senza dubbio una personalità poliedrica di grande rilevanza all’interno del panorama cinematografico italiano ed internazionale. Docente di storia del cinema presso l’Università Ca’ Foscari, Roberta Novielli si occupa dell’organizzazione dello Short Film Festival sin dagli inizi.
Arrivato, nel 2025, alla sua 15° edizione, lo Short è una realtà universitaria che ogni anno si impegna a valorizzare artisti emergenti del panorama cinematografico internazionale.
Roberta Novielli: l’intervista
Una delle caratteristiche più importanti del Ca’ Foscari Short Film Festival è proprio la sua dimensione universitaria. I giovani protagonisti di questo evento, infatti, non sono solamente registi, ma anche numerosi volontari che si muovono dietro le quinte. Quest’anno anche dalla selezione di molti cortometraggi emerge un tema comune: quello del disagio giovanile. Si tratta di un trend emerso spontaneamente o di una vera e propria scelta curatoriale mirata a raccontare questo argomento?
Ogni anno si forma automaticamente un tema, nonostante noi della direzione artistica non ne diamo mai uno preciso. La selezione dei cortometraggi si concentra puramente sulla qualità delle opere, indipendentemente dagli argomenti trattati. Devo dire, però, che effettivamente, dei 30 corti selezionati ogni edizione emerge un tema rispetto ad altri. Ogni anno è diverso: è capitato che emergessero tematiche sulla guerra o sulla condizione femminile. Questa volta è toccato sicuramente al disagio giovanile, sia nei bambini che nei ragazzi molto giovani. Ma non si tratta di una vera e propria decisione curatoriale.
Il festival è nato ormai 15 anni fa, la scelta di crearlo è stata guidata dal pensiero che il cinema non sia soltanto di puro intrattenimento. Questo mondo è anche un modo per costruire un’attività, un lavoro, è esattamente quello che fanno i registi delle scuole di cinema che partecipano, studiano per trasformare la loro passione in una professione. È da questo che poi è arrivata l’idea dei volontari di Ca’ Foscari, che quest’anno sono più di 100. Ciascuno di loro può imparare le basi della professione, vedere i risultati e cercare di migliorare questa realtà sempre a contatto con dei professionisti. Devo dire che questa formula è riuscita benissimo, siamo diventati un vero e proprio caso studio a livello internazionale: ad esempio l’Università di Santa Barbara (University of California, Santa Barbara) dovrebbe far uscire un articolo proprio su di noi.
Il festival è strettamente legato alla città, quest’anno anche con la celebrazione dei trecento anni di Giacomo Casanova. L’ambientazione è sicuramente affascinante, ma Venezia è anche una città dagli spazi difficili. È una sfida complessa l’organizzazione dello Short in forma diffusa?
In realtà l’idea di un festival diffuso nella città di Venezia è arrivata durante l’anno del Covid. Ogni posto aveva un numero contingentato di persone che potevano accedere, fortunatamente quell’anno ho trovato grande consenso da parte delle realtà che sono diventate successivamente nostri partner. Tutti furono molto entusiasti di partecipare alla formula, il cinema è una delle arti più trasversali che ci siano, incontra tutto, dalle arti figurative alla musica, con tematiche di attualità e strizzando l’occhio all’economia. L’idea fu proprio di portare il cinema nei punti cardinali di queste discipline all’interno della città di Venezia: i direttori accettarono in poco tempo. In fin dei conti lo Short è un momento di condivisione molto importante per la città, che nasce proprio dalla cultura stessa.
Quest’anno alla pre-apertura del Ca’ Foscari Short Film Festival il protagonista sarà il cinema di animazione, di cui per altro si occupa lei. In programma la masterclass con Roberto Catani, che porterà sul palco dell’Auditorium la sua tecnica e un focus sulla nascita del cinema di animazione in Italia curato da Carlo Montanaro. Quale è il motivo che l’ha spinta a dare questa rilevanza al cinema di animazione in questa edizione?
Lo sguardo al mondo dell’animazione è assolutamente necessario, tutti i grandi registi di live action sono passati da questo stile cinematografico. Ne è un esempio lo stesso Pablo Berger, uno degli ospiti speciali di questa edizione, che ha girato anche numerosi film di animazione. Il pre-festival lo abbiamo chiamato proprio Animation, per indicare una parte dedicata all’idea che l’animazione non è solo disegni in movimento, ma è tutto. Teniamo presente che il cinema di animazione nasce prima del cinema stesso. Moltissimi registi provenienti dai live action passano alternativamente da uno stile all’altro. È arrivato il momento di non costruire più il muro che divide i due mondi.
Abbiamo animazioni anche negli stessi effetti speciali del cinema, nei videogame e in molto altro. A questo abbiamo dedicato un programma speciale chiamato Media Immersive in quanto è una delle realtà tra le più esplorate in questo momento. Il nome stesso del programma arriva da un centro che stiamo aprendo proprio qua a Ca’ Foscari. Sono particolarmente orgogliosa di questa sezione, è una nuova avventura che non vediamo l’ora di intraprendere.
Negli ultimi mesi, all’interno della nostra società, si parla spesso delle nuove possibilità offerte dall’Intelligenza Artificiale, e lo Short stesso presenterà queste opere “artigianali”. Crede che i nuovi scenari tecnologici comporteranno una rivoluzione?
Sinceramente, non ho mai avuto niente in contrario all’AI. L’intelligenza artificiale oggi è come l’avvento di Internet, tutti lo abbiamo demonizzato all’inizio e adesso fa parte delle nostre vite quotidiane. Ritengo che l’AI vada benissimo come strumento, dubito che sostituirà mai il cinema, sicuramente lo affiancherà, come è sempre stato. Può essere usata nella maniera sbagliata, certo, ma demolirla completamente non credo sia il caso, è un progresso necessario nella storia dell’uomo. Magari sarà proprio l’intelligenza artificiale a creare un nuovo tipo di cinema che affiancherà quello tradizionale.
15 anni di Short, un traguardo decisamente importante che sicuramente avrà dato molte soddisfazioni, ma anche qualche delusione. Un augurio per l’edizione di quest’anno?
Una grande festa. Spero che tutti i nostri studenti, gli ospiti che verranno e i giornalisti vivano questa esperienza al massimo. Quest’anno è un anno importante, non solo per i quindici, che è comunque un grande traguardo, ma anche per le nuove esperienze che porteremo nei giorni dello Short. In questi anni siamo cresciuti tantissimo e siamo pronti a sperimentare ancora, tutti assieme. Vedere sempre tanti studenti di Ca’ Foscari partecipare al festival è una cosa meravigliosa, ci ha fatto capire che abbiamo scelto di percorrere la strada giusta.