Lisa Ott partecipa al Ca’Foscari Short Film Festival con Dragfox: un corto animato realizzato in stop motion che verrà presentato all’interno del Concorso Internazionale. Avvalendosi della collaborazione di Sir Ian McKellen (voce parlata di Ginger Snap the Fox) e Divina de Campo (voce cantante di Ginger Snap the Fox), Ott continua a riflettere su temi cari alla comunità LGBTQIA+.

Dragfox: un tuffo nel corto animato
Un bambino entra nella cameretta della sorella. Lo fa di notte, in punta di piedi, attento a non svegliare nessuno. Il piccolo Sam ha paura e si vergogna: vuole indossare un abito da “femmina” e teme di essere scoperto. Accarezza la stoffa del vestito e lo porta in corridoio: cerca di infilarselo, ma le cuciture sono troppo strette e per poco non lo rompe. Ginger Snap la Volpe, affacciata alla finestra, vede tutto. Decide di entrare, afferrando coi denti il vestito e scappando su per le scale.
Preoccupato per il suo segreto Sam la rincorre fino ad arrivare in soffitta. É buio, il bambino accende la luce e scopre che la volpe è speciale: parla, canta e balla. Sulle note di “Bask in the Spotlight”, canzone cardine di Dragfox, Ginger canta del mondo del Drag, della possibilità di ignorare le regole e mostrarsi al mondo comunque si voglia, nella “Truest version of you”.
La volpe sta cercando di essere per Sam un modello positivo, un esempio di cosa sia possibile diventare quando si abbandonano i pregiudizi, ma non si accorge che in realtà loro cercano cose diverse. Lei ha una personalità grande, voglia di divertirsi, di essere al centro dell’attenzione. Mentre lui non vuole mille costumi: vuole solo indossare l’abito di sua sorella e guardare allo specchio l’unica versione di sé che riconosce. I due litigano e Ginger si scusa: capisce che chi canta a volte deve anche ascoltare.
Nel frattempo la musica ha svegliato la madre, che ora bussa preoccupata alla porta della soffitta. Ginger Snap scappa fuori dalla finestra ed invita il bambino a seguirla. Sam però ha il vestito rosa indosso, forse ha paura, ma adesso finalmente si piace: saluta la volpe ed apre la porta alla mamma.

Blu o rosa? Basta!
In Dragfox di Lisa Ott c’è la tenerezza dei suoi pupazzi, il calore dell’ambiente familiare, ma anche, da subito, la domanda opprimente che costringe qualche bambino a camminar la notte in punta di piedi: sei blu o rosa? Maschio o femmina?
La porta della cameretta di Sam, il suo maglione con sopra un dinosauro: tutto è blu, maschio. Il rosa è nella stanza accanto, dove dorme la sorella: in un letto rosa, in mezzo a cuscini rosa, fra pareti intonacate di farfalle della medesima tonalità. I due colori si toccano in tutta la casa: assieme sono la casa, ma non si mischiano mai. Non è un caso che per indossare il vestito Sam debba arrivare fino alla soffitta, lontano dalle regole del salotto ordinato, in mezzo al disordine e quindi con la libertà di scegliere.
Ginger è forse più coraggiosa e già capisce che quando il mondo ci chiede chi siamo, non serve dare una risposta comprensibile, basta dire “Just me”. Il bambino invece è ancora incastrato negli unici schemi che gli hanno insegnato: per questo quando Ginger Snap inizia a cantare cambiando in continuazione costumi, Sam le chiede se “si stia vestendo da ragazza”.
Per lui, nato in una casa blu e rosa, un vestito femminile rende donna: una volta indossato l’abito della sorella chiede preoccupato alla volpe “what if i get it all wrong?”(e se sbaglio tutto?). Sam ha paura perchè vede maschio e femmina come due ruoli con parti predefinite, con compiti che non sa come svolgere. Se ci dovesse essere un singolo messaggio in questo cortometraggio, sarebbe la risposta di Ginger Snap “You can’t get being happy wrong”: non puoi sbagliare ad essere felice.

Alessandro Signori