La storia di I Am Married…But è la non-classica ‘love’ comedy che ci riporta con i piedi per terra sulla vera vita di coppia, senza fronzoli e senza smancerie.
Sbarca su Netflix il nuovo concept sbalorditivo di stampo orientale sulle Love Comedies.
Spezzettato in 12 episodi, questa nuova serie TV Taiwanese, firmata dalla regista Li Nien Hsiu, narra la vita quotidiana di I-Ling, interpretata da Ko Chia Yen, una giovane donna che ha fatto del cinismo la sua filosofia di vita.
Di cosa parla I Am Married…But
Controcorrente, anticonformista e anche velatamente femminista, I-Linng è la classica donna che ha smesso di credere nell’amore.
Si ricrede però, quando il destino la fa letteralmente cadere tra le braccia di Zeng Xue-you, aka Jasper Liu, che diventerà di lì a poco il suo futuro marito.
Ma il sogno svanisce molto in fretta. Tra una suocera che, con la sua invadenza, annienta ogni possibile momento di intimità e di complicità tra i due. E sotto la costante pressione della cognata che la bombarda di frecciatine sul suo orologio biologico e la fretta di sfornare un bambino.
Dulcis in fundo, un marito ‘mammone’ che non trova il coraggio di staccarsi dall’invisibile cordone ombelicale che lo lega alla madre.

Il quadro perfetto per un matrimonio sull’orlo di una crisi, dove il ‘divorzio’ sembra ormai all’orizzonte.
L’ironia della morte del romanticismo
L’approccio orientale al tema del matrimonio nudo e crudo costituisce una ventata di aria fresca se paragonato alle love comedies occidentali sulla favoletta che l’amore può salvare tutto e dove l’happy ending è sempre una certezza.
La morte del romanticismo viene interpretata in maniera peculiare oltre che ironica con multipli ‘dietro le quinte’ di scene di vita quotidiana spesso girate in bagno, con tanto di partner che fanno i bisogni mentre parlano del più e del meno.
Questo elemento, nella sua brutalità è geniale nel riportarci con i piedi per terra e farci riflettere su quanto l’amore, quello vero e la vita coniugale non è tutta rose e fiori, ma un’odissea fatta di continui compromessi e sfide quotidiane. È un aggiustare il tiro e trovarsi a metà strada. È arrivare al limite e capire se quel limite siamo disposti davvero a sopportarlo nonostante tutto.
Lo stesso Zeng Xue-you, nella sua inettitudine, simboleggia se vogliamo, il giovane di oggi. Cresciuto, forse un po’ troppo, per vivere ancora sotto lo stesso tetto della madre, ma anche troppo spaventato per buttarsi alla cieca nel mondo degli adulti. Una problematica sociale non indifferente e molto attuale, che ci dimostra come spesso sentirsi ‘inadeguati’ in questo mondo e poco pronti ad affrontarlo veramente è in fondo quasi normale.

Il gap tra maschile e femminile
La regia femminile, qui mette inoltre in evidenza un gap nel percorso relazionale tra uomo e donna, dove quasi sempre è quest’ultima ad avere già le idee chiare, a essere pronta a fare il prossimo passo, mentre l’uomo, qualche step indietro, a correre questa ‘maratona’ con tanto fiatone.
Avremmo forse bisogno di più commedie come questa, che ci facciano sentire meno alieni in un mondo dove spesso siamo spettatori della vita degli altri che sembra sempre più perfetta, ma solo in apparenza.
Normalizzare tematiche come quelle narrate in I Am Married…But, con un approccio così schietto e trasparente, senza preoccuparsi di ‘forzare’ il lieto fine, potrebbe essere la nuova frontiera delle love comedies moderne.