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‘The Brink of Dreams’: una toccante rivoluzione nel linguaggio del teatro

Nel cuore dell'Egitto rurale, alcune giovani donne sfidano le norme sociali attraverso il potere trasformativo del teatro

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Ci sono film che intrattengono, quelli che informano e poi ci sono quelle rare opere d’arte che sfidano il tessuto stesso delle società che descrivono. The Brink of Dreams, presentato a Cannes 2024 (qui i vincitori), diretto e prodotto da Nada Riyadh e Ayman El Amir, appartiene a quest’ultima categoria. È un documentario che immerge il pubblico nella cruda e pulsante lotta delle giovani donne egiziane che osano salire sul palco, sotto cieli aperti, e dire la loro verità in un mondo che preferirebbe rimanessero invisibili.

Il film, ambientato nel villaggio conservatore di Barsha, segue un gruppo di giovani donne per quattro anni di trasformazione, mentre creano e mettono in scena le loro produzioni teatrali di strada. Queste performance sono più di una semplice espressione artistica; sono atti di sfida, piccole ribellioni contro un sistema patriarcale che detta il loro futuro prima ancora che abbiano avuto la possibilità di sognare per se stesse.

Teatro come resistenza

Attraverso una narrazione intima e osservativa, Riyadh ed El Amir danno voce a donne a cui solitamente non è concesso parlare. In una regione in cui il percorso di una donna è spesso predeterminato (matrimonio, maternità e una vita domestica), queste giovani artiste usano la performance per mettere in discussione le norme sociali. Le loro opere affrontano il matrimonio precoce, la violenza domestica e il peso soffocante della tradizione con un’audacia che è allo stesso tempo mozzafiato e profondamente commovente.

Ciò che rende The Brink of Dreams particolarmente potente è la sua rappresentazione sfumata della resistenza. Questa non è una grande rivoluzione, né un manifesto femminista rumoroso e travolgente. È qualcosa di più silenzioso ma non meno radicale: un gruppo di ragazze in piedi in una piazza pubblica, che pronunciano parole mai pronunciate prima, rifiutandosi di inchinarsi alle forze che dicono loro di tacere. Il loro pubblico è un misto di sconcerto, ammirazione e, a volte, aperta ostilità. E tuttavia, persistono.

The brink of dreams

Le donne dietro le quinte

Al centro del film ci sono Majda, Haidi e Monika, tre giovani donne le cui storie si intrecciano ma rimangono profondamente personali. Majda emerge come una leader, appassionata e determinata a tenere unita la troupe nonostante la crescente pressione delle loro famiglie e della comunità. Haidi lotta con le aspettative che le vengono riposte, intrappolata tra il dovere e la chiamata a qualcosa di più. Monika, una ragazza con una voce che potrebbe riempire le sale da concerto, sogna una carriera da cantante ma è dolorosamente consapevole che un matrimonio combinato potrebbe porre fine alle sue aspirazioni prima ancora di prendano il volo.

I loro viaggi sono pieni di momenti di gioia: le prove piene di risate, l’euforia di esibirsi di fronte a un pubblico, la pura libertà di avere voce in capitolo nella propria narrazione. Ma c’è anche il dolore, poiché alcune sono costrette ad abbandonare la troupe, il loro futuro plasmato non dai loro desideri ma da forze al di fuori del loro controllo.

Un’esperienza visiva viscerale

Visivamente, The Brink of Dreams è un trionfo. I registi catturano le trame della vita del villaggio: le strade assolate, gli stretti vicoli, i momenti silenziosi e contemplativi che esistono in netto contrasto con l’energia elettrica della performance. La telecamera si sofferma sulle espressioni delle ragazze mentre esplorano le loro realtà. Ogni fotogramma è pieno di emozioni inespresse che persistono a lungo dopo lo scorrere dei titoli di coda.

Il film non si affida a crescendo drammatici o a una narrazione pesante. Invece, si svolge con un’urgenza delicata ma innegabile, consentendo al pubblico di sedersi con le complessità delle vite di queste giovani donne. C’è un senso di immediatezza, la sensazione che stiamo guardando qualcosa di fragile e fugace, ma anche qualcosa di potente e inarrestabile.

The Brink of Dreams

Un’eco duratura

Quando il film giunge alla conclusione, una cosa diventa dolorosamente chiara: non tutti i sogni si realizzano. Alcuni vengono abbandonati, altri rimandati e altri rubati dal peso delle aspettative sociali. Ma l’atto stesso del sognare, l’atto di alzarsi in piedi, di parlare, di osare immaginare qualcosa al di là di ciò che è stato prescritto, è una di per sé una vittoria.

The Brink of Dreams è un film che documenta una lotta, e accende qualcosa in più nel suo pubblico: ricorda che anche negli ambienti più restrittivi, lo spirito umano trova il modo di esprimersi. È una testimonianza del potere dell’arte, della narrazione e della volontà incrollabile delle donne che si rifiutano di passare in secondo piano.

Non è solo un film, ma un invito a testimoniare, ad ascoltare e a credere nelle rivoluzioni, anche quelle silenziose, anche quelle che accendono una piccola fiamma nei luoghi più inaspettati. Sono donne che hanno osato stare in piedi sull’orlo dei sogni.

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