Sconfort Zone ci porta dentro la messa in scena della crisi creativa dell’autore che si trova costretto a mettersi in discussione per confrontarsi con le proprie insicurezze e rinascere di nuovo, dalle proprie ceneri.
Ironia e introspezione sono le parole chiave di questa serie dove Maccio Capatonda, che ha sempre fatto leva su un umorismo surreale, si mette alla prova in modo più personale e tutto sommato più universale, giocando sulla crisi creativa che diventa la scusa per riappropriarsi della propria identità.
Maccio senza maschere: la lotta con la creatività
Marcello Macchia, vero nome del comico di Vasto, veste i panni di sé stesso e si ritrova intrappolato in un blocco creativo – il foglio bianco- che minaccia di mandare all’aria il suo prossimo lavoro. Per superare questo ostacolo, si affida a un guru della psicoterapia il dottor Braggadocio interpretato da Giorgio Montanini che lo spinge a oltrepassare i limiti della sua zona di comfort, affrontando prove sempre più destabilizzanti; questo viaggio tra ansie, paure e sfide personali, fa uso dell’umorismo come strumento terapeutico per affrontare il disagio della crisi creativa ed è un innesco che permette all’attore di innovare il proprio stile ed uscire dai cliché che lo hanno reso famoso.
«Ho sentito l’esigenza di mettermi a nudo perché fino ad ora avevo avuto molti vestiti, molte maschere, nel mio lavoro, mi sono proposto di mostrarmi al pubblico per come sono e non mi avevano mai visto fino ad oggi. Questo è stato il motore che mi ha portato a creare Sconfort Zone. Ho fatto anche analisi sul mio lavoro, sul perché lo faccio quindi è una serie molto psicanalitica. Scritta non solo da me ma anche da Valeria Desirò, Mary Stella Brogliati, Alessandro Bosi e Danilo Carlani che mi hanno aiutato perché scrivendo una serie dove non ho più l’ispirazione in alcuni momenti per essere molto fedele al personaggio non avevo veramente l’ispirazione ed andavo in un loop infernale dal quale sono uscito grazie agli autori e grazie ad una psicologa.».
L’ironia incontra il dramma: un nuovo linguaggio per Capatonda
Pur mantenendo il suo stile comico, Sconfort Zone rappresenta un’evoluzione nel percorso dell’attore
«Volevo qualcosa di diverso, una storia più strutturata e realistica, mi piaceva l’idea di giocare con i generi e spingermi oltre »
Il tema centrale è il disagio interiore e il rapporto con le aspettative del pubblico. Raggiungere il successo porta inevitabilmente con sé il peso della performance e il timore di non essere all’altezza.
Tra gli attori che lo affiancano in questa avventura troviamo Francesca Inaudi, Giorgio Montanini, Valerio Desirò, Camilla Filippi, Luca Confortini, Edoardo Ferrario, Gianluca Fru e Valerio Lundini.
Meditazione e fuga dagli stimoli esterni
Sconfort Zone riflette sulla società contemporanea e sulla nostra incapacità di vivere davvero il presente; la grande quantità di stimoli esterni sono diventati una manipolazione invisibile che spinge le persone a reagire senza pensare.
«Ho la sensazione di non avere il controllo della mia vita»
Per contrastare questo stato di alienazione, Maccio ha iniziato un percorso di meditazione per rimanere legato alla realtà, al presente, senza lasciarsi travolgere dal caos.
Una serie che in qualche modo potrebbe essere uno spartiacque, prendendo le distanze dalla comicità totale e potrebbe portare Maccio a fargli fare un horror con risvolti umoristici (come affermato in conferenza stampa) ma che allo stesso tempo mantiene i piedi saldi nel presente con lo stile che lo ha reso celebre.

La serie è prodotta da Banijay Italia in collaborazione con Prime Video.