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C-MOVIE Film Festival

‘The Sower- Le Semeur’: Un racconto di resistenza femminile

Il primo lungometraggio della regista francese Marine Francen trasporta lo spettatore in un borgo abitato da donne

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the sower

La chiusura della seconda edizione del C-MOVIE film Festival è affidata all’anteprima italiana di The Sower, alla presenza della regista Marine Francen . Un potente dramma storico ambientato in un villaggio nella Francia del 1852.

Nel cast Pauline Burlet, Géraldine Pailhas, Alban Lenoir, Françoise Lebrun, Iliana Zabeth, Anamaria Vartolomei, Mama Prassinos, Raphaëlle Agogué, Margot Abascal, Barbara Probst.

Un film centrato su  temi di resistenza, speranza e solidarietà femminile.

The Sower la trama

Nel 1852, il villaggio di montagna in Provenza dove vive Violette viene brutalmente privato di tutti i suoi uomini dopo la repressione dei repubblicani ordinata da Napoleone III. Le donne trascorrono mesi in totale isolamento, nel disperato tentativo di rivedere i loro uomini. In questa situazione, fanno un giuramento nel caso in cui un uomo arrivi nel villaggio:  se un uomo viene, sarà per tutti. La vita deve continuare nel ventre di ognuno di loro.

La regista francese ha presentato il suo primo lungometraggio nella sezione “New Directors” del 65° Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, dove il film ha avuto la sua prima mondiale.

Liberamente ispirata dal racconto L’homme semence di Violette Ailhaud, Francen, insieme ai co-sceneggiatori Jacqueline Surchat e Jacques Fieschi (Yves Saint Laurent), ha trasposto la storia dalla Provenza alle nebbiose pendici delle Alpi.

Girato in formato 4:3, la macchina da presa si concentra sulle emozioni delle protagoniste, intrappolate in uno stato quasi  di attesa. Durante una delle loro riunioni improvvisate, le donne giurano che, se un uomo dovesse mai arrivare, dovranno condividerlo tutte per concepire figli, perché il tempo non aspetta nessuno.

Un uomo misterioso arriva presto nel villaggio, e le tensioni esplodono. Cosa è successo alla solidarietà ? Francen affronta temi come la sessualità femminile, molto meno discussa in quel periodo rispetto a oggi con un approccio simbolico.

La trama potrebbe far pensare a L’Inganno- The Beguiled,( il film che ha portato a Cannes il premio come miglior regista a Sofia Coppola) adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1966, scritto da Thomas P. Cullinan e già portato sul grande schermo col film La notte brava del soldato Jonathan (1971) diretto da Don Siegel; ma qui non c’è  violenza e la pellicola si allontana tanto dal film di Coppola quanto dall’originale di Siegel.

La questione della parità

E del ruolo di uomo e donna all’interno della società: si possono identificare qui i cardini della pellicola di Marine Francen

Non appena il film inizia, con una breve riflessione sull’emergenza che segna la Francia del 1852, si percepisce subito che ci si troverà di fronte a una pellicola con un potente messaggio. Questa sensazione viene confermata subito dalla  scena d’apertura in cui tutti gli uomini del villaggio montano vengono deportati con la forza dai soldati. Infatti, con la fine della Seconda Repubblica e l’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte, i repubblicani delle montagne vengono esiliati, lasciando le donne e i bambini soli, costretti a lavorare incessantemente per mantenere viva la comunità in attesa di un possibile ritorno degli uomini.

Le Semeur si distingue per la cura nella ricostruzione storica e per la profondità dei personaggi femminili. Mentre in molti altri film i personaggi di donne  vengono sacrificati nell’avanzare della trama, Marine Francen evita la superficialità e si concentra sull’esplorazione delle donne costrette a nascondersi in montagna. I personaggi sono complessi e ben interpretati, con un cast che include attrici talentuose, tra cui spicca Pauline Burlet nel ruolo di Violette, che cattura l’attenzione con la sua bellezza eterea e un’interpretazione intensa. Alban Lenoir, nel ruolo dell’antagonista, crea un personaggio ambiguo, tra dolcezza e calcolo.

Resistenza al femminile

Il film  esprime il suo potenziale soprattutto nella parte finale, anche se più romantica e riservata rispetto ad un’ apertura molto più potente. La regista riesce comunque a sviluppare una storia d’amore toccante e coerente, affrontando temi di moralità e necessità che rispecchiano molti dibattiti contemporanei. Le Semeur si inserisce in una tradizione di cinema che non ha paura di esplorare questioni complesse e moderne e  merita di essere visto per la sua bellezza visiva, l’intensità delle interpretazioni, la sua capacità di trasmettere  un cinema elegante  e il modo in cui affronta il desiderio femminile e il concetto di rinascita.

É un cinema che pone al centro il tema della parità di genere e delle difficoltà delle donne,  raccontando storie di resistenza e sopravvivenza.

Le donne sopravvivono, sia fisicamente che psicologicamente, in una situazione di isolamento, senza sapere che fine abbiano fatto gli uomini. Invece di raccontare esplicitamente l’angoscia crescente, Francen ha scelto di ‘mostrarla’ attraverso i corpi delle protagoniste:  un approccio  ‘fisico’, visivamente vicino ai corpi stessi  delle donne, che  ha dato al film una forte identità visiva e  una presenza corporea che sa riflettere le esperienze delle protagoniste.

 

The Sower

  • Anno: 2017