Sbarca su Netflix il docufilm Magma – Matterella il delitto perfetto. A distanza di quasi cinquant’anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella, si riapre una delle cicatrici più profonde del nostro paese. Il film è diretto da Giorgia Furlan e prodotto da Mauro Parissone e Laura Guglielmetti per 42° Parallelo.
La trama di Magma Mattarella il delitto perfetto
Omicidi politici, depistaggi, tradimenti di Stato, trasportando il pubblico nel cuore di alcuni fra i fatti più oscuri degli anni di piombo. Dall’omicidio Mattarella, successore ideale di Aldo Moro, fino alla strage alla stazione di Bologna avvenuta in quello stesso 1980, 7 mesi dopo l’assassinio del Presidente della Regione Sicilia.
Un documentario da thriller
Dopo le anteprime nei cinema di Roma, Bologna, Palermo e Torino – che hanno riscontrato un ottimo successo di pubblico – e la messa in onda su La7 – con una puntata speciale di La Torre di Babele di Corrado Augias – dal 12 marzo il film arriva anche su Netflix.
Un documentario con un ritmo incalzante, tipico da thriller, ci trascina in una realtà straziante. È il 6 gennaio del 1980, quando sotto gli occhi della moglie e dei figli, Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia, viene ammazzato.
L’assassinio del fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, viene ricostruito in maniera precisa, trascinando lo spettatore in una realtà sociale e politica dell’Italia di quegli anni.
Piersanti Mattarella, erede di Aldo Moro, si proponeva di portare al compimento l’alleanza tra la sua Democrazia Cristina e il Partito Comunista. Un progetto che minaccia lo status quo e gli interessi di non pochi poteri occulti.
Tante le testimonianza proposte da Magma di Giorgia Furlan, come quella di Rosy Bindi, Luciano Violante e Attilio Bolzoni che racconto anni complessi della storia recente dell’Italia. Un viaggio che si arricchisce con tanto materiale d’archivi. Documenti oggi desecretati e interviste a personaggi di spicco della Magistratura, come Giovanni Falcone.
Magma. Mattarella, il delitto perfetto non può dare risposte su un delitto rimasto a distanza di decenni ancora avvolto nel mistero, ma pone delle domande per soddisfare una necessaria richiesta di giustizia, in un Italia che, come afferma Rosy Bindi, non è mai stato fino in fondo un Paese libero.