‘Land of Happiness’ è l’augurio di Choo Chang-min per la Corea del Sud

Land of Happiness di Choo Chang-min è un film drammatico che narra degli eventi che hanno seguito l’assassinio del presidente Park Chung-hee. Il film è interpretato da Jo Jung-suk (The Drug King), Lee Sun-kyun (Sleep, My Mister) e Yoo Jae-myung (Itaewon Class). Il film è inserito nella sezione Orizzonti Coreani del Florence Korea Film Fest.

Da un evento che ha cambiato la storia di un Paese, le micro storie di chi è rimasto a raccogliere i cocci. Un film enigmatico e coinvolgente.

Jo Jung-suk e Lee Sun-kyun in una scena del film ‘Land of Happiness’

Land of Happiness di Choo Chang-min, la trama

All’alba dell’assassinio del presidente Park Chung-Hee nel 1979, il film racconta delle vicende che hanno interessato uno degli esecutori dell’agguato: il soldato di grande carisma e rigore Park Tae-joo (Lee Sun-kyun). Poiché coinvolto nell’omicidio per ordine del suo superiore, l’avvocato Jung In-hoo (Jo Jung-suk), che si occupa della sua difesa, si prodiga fino all’ultimo per risparmiare a Park una fine inclemente. Ma il colpo di Stato è ormai alle porte e la contro parte da convincere pare molto più feroce degli assassini stessi.

If you want to be a king, be a king. If you want money, take all the money of Korea. But don’t kill people.

La storia e le storie del film

Arriva in Italia dopo un momento politicamente destabilizzante per la Corea, un film iconico per il tema trattato, Land of Happiness. Mentre ancora la penisola sudcoreana si scontra per ritrovare la propria rotta, questa storia ci rammenta di momenti di forte conflitto civile e politico di vivida memoria, che hanno lasciato cicatrici indelebili.

La produzione culturale, letteraria e filmica degli ultimi anni, continua a ritornare a quei momenti chiave in cui il presidente Park Chung-Hee venne assassinato, spianando la strada all’ingresso prepotente di quello che sarebbe stato un dittatore efferato della storia coreana, Chun Doo-hwan. Ma il film di Choo Chang-min, girato tra il 2021 e il 2022, avrebbe volentieri presenziato nei cinema ben prima, se non fosse stato per qualche scossone distributivo che ha spinto l’uscita nelle sale al 2024. Anno in cui, contemporaneamente, ha visto la luce un blockbuster dal riverbero poderoso: 12.12: The Day. E pertanto il povero Yoo Jae-myung ha dovuto far suo il confronto pressante con il Chun Doo-hwan di Hwang Jung-min, schizofrenico e gelido come non si era mai visto.

Accanto a questa storia, ci sarebbe da raccontarne un’altra. Il soldato in cammino nel Miglio Verde ha il volto di Lee Sun-kyun, che proprio l’anno scorso ci lasciava, in una nebbia di sconcerto e quesiti irrisolti. Quel potere anticipatorio, ma anche enfatizzante, della narrativa, sia essa letteraria o filmica, vuole che questo film arrivi nelle sale come l’ultima opera del compianto Lee Sun-kyun, e come tale rimanga quale epitaffio sofferto e granitico.

Le storie, un tutt’uno col film

Ecco che Land of Happiness offre ben più della sola esperienza filmica: questo corollario di avventure che accompagnano l’arrivo in Italia del film non fanno che rendere ancora più commovente la sua narrazione. Una narrazione che probabilmente non avrebbe la stessa potenza se non ci fosse stata una legge marziale giusto qualche tempo fa.

Eppure, quella vaga e mal spesa commistione di genere, qui non aiuta. Il personaggio dell’avvocato fatica ad appassionare il pubblico, e per il soldato dietro le sbarre non si smette un minuto di provare profonda commozione, sapendo che le sue speranze di scampare alla pena di morte sono nulle, anche nel reale. Ma nessuno degli attori rifiuta la sfida e si crea quindi una specie di alchimia di opposti, dove anche personaggi già ben rappresentati trovano una propria variazione sul tema.

Non ci aiuta molto la durata del film, ma è vincente la capacità dell’autorialità coreana di rendere la propria storia contemporanea sullo schermo: così Land of Happiness ha i toni di un thriller di spionaggio mozzafiato con picchi di tensione raffinati da dramma psicologico.