Distribuito da 01 Distribution e diretto da Paolo Genovese, FolleMente è disponibile in tutti i cinema italiani dal 20 febbraio 2025. Il film si inserisce da subito tra la commedie romantiche con una proposta narrativa intrigante e originale.
La pellicola vede protagonista un cast eccezionale, che si impegna a delineare il ritratto delle complessità interiori dei due personaggi principali, Piero e Lara, magistralmente interpretati da Edoardo Leo e Pilar Fogliati. Questa coppia è a sua volta abitata da una moltitudine di personalità spesso contrastanti tra loro, incarnate da attori del calibro di Marco Giallini, Claudio Santamaria, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo,Maria Chiara Giannetta, Vittoria Puccini, Emanuela Fanelli e Claudia Pandolfi.
FolleMente, la trama
Due single reduci da esperienze fallimentari in amore si incontrano per un appuntamento romantico. Ma una serie di imprevisti farà emergere la stravaganza che abita nella loro mente. Questo li costringerà a conoscersi meglio, a confrontarsi e prendere infine una decisione importante.
Identità a confronto
Il film da vita a personaggi, sia reali che immaginari.
Edoardo Leo alterna momenti d’intensità a scene di romana comicità brillante, incarnando nel migliore dei modi l’uomo medio insicuro ma gentile. Pilar Fogliati invece, ci regala la sensibilità che accompagna l’evoluzione di un personaggio razionale diviso tra desideri e paure.
Entrambi, sono popolati da quattro personalità, che danno voce agli aspetti differenti della loro psiche.
Il Professore, (MarcoGiallini) pacato e misurato, rappresenta la parte più razionale di Piero, che prende spesso le distanze dalle questioni di cuore. Questo, entrerà in conflitto con Alfa (Claudia Pandolfi), la personalità di Lara dominante, autoritaria e femminista.
Romeo (Maurizio Lastrico), come ci suggerisce il nome, rappresenta invece la parte romantica e sognatrice del protagonista. Un personaggio che crede nell’amore ideale, così come Giulietta (Vittoria Puccini) ci mostra la natura romantica e innocente di Lara.
Eros (Claudio Santamaria) è la personalità più sensuale ed impulsiva, che spinge il protagonista ai comportamenti più disinibiti. Si rivela essere una delle identità più interessanti, proprio perché crea un contrasto con il senso di controllo che pervade Piero. La stessa cosa accade per il personaggio di Trilli (Emanuela Fanelli), che ci mostra un lato di Lara più legato al desiderio di piacere e libertà, giocoso e seducente, in netto contrasto con Alfa.
Valium (Rocco Papaleo) rappresenta il lato cinico e disilluso di Piero. Mentre Scheggia (Maria Chiara Giannetta) è l’antitesi della razionalità, la parte più imprevedibile della donna, che spesso trascina il personaggio in momenti di sregolatezza e ribellione.
Lo sviluppo dei personaggi e delle ambientazioni
Tutti i personaggi sono stati studiati nei minimi dettagli, in quanto la caratterizzazione, tramite anche l’utilizzo dei costumi e della scenografia, riflette al meglio la psicologia di ciascuno. Non si sottolinea solo un dettaglio estetico, ma visivamente si aiuta il pubblico a riconoscere l’identità con cui sta entrando in contatto il protagonista.
Ne è un esempio il personaggio di Scheggia, che incarna con il suo abbigliamento (curato dalla costumista Grazia Materia) l’idea del caos, riportandoci ad un mood punk/rock romantico. Questa scelta, conferisce ad ogni alter ego un tono comico, che è parte del fascino del film.
Con il set si è dato corpo all’inconscio dei protagonisti, ideando una serie di non-luoghi che rappresentassero entrambe le parti. Come unica figura di riferimento è stato scelto il divano, luogo comfort in cui tutte le personalità possono entrare in contatto. Sono presenti però nette differenze d’atmosfera, tono e colore tra i due mondi.
Gli uomini abitano un luogo più buio, confusionario e polveroso, che vede protagonista al lato della stanza un grande archivio dati, che ci avvicina all’idea del magazzino e ci ricorda un po’ un’atmosfera noir, pervasa da alcolici e lampade soffuse.
Le donne invece abitano un ambiente più luminoso, colorato, confusionario, ma pieno di libri quadri e piante, che ci rimanda alla rappresentazione di un mondo interiore profondo, che si avvicina all’idea di un laboratorio sperimentale.
Scelte che Massimiliano Sturiale (scenografo del film) ha spiegato esser nate dall’idea di contrapporre luci e ombre, per evocare il simbolismo degli opposti che però si attraggono.
Relazioni e contraddizioni umane
Il film, tramite il rapporto tra questi due mondi, ci suggerisce quanto l’essere umano sia un mosaico di parti che si influenzano reciprocamente e che, seppur in conflitto, contribuiscono a definire la psiche di una persona, rivelandone l’unicità.
La loro interazione non solo ci offre momenti di grande comicità, ma anche spunti di riflessione sulla complessità psicologica che abita ognuno di noi e su come sia difficile, specie in una relazione, trovare il modo di farle coesistere e farle andare d’accordo.
Inoltre, il confronto tra le personalità maschili e femminili evidenzia la lotta interna che ciascun individuo affronta nel trovare un punto d’incontro tra chi è e chi vorrebbe essere. Questo ci suggerisce quanto delle volte non sia solo difficile capire l’altro, ma anche noi stessi.
Sarà anche per questo che i protagonisti ad un certo punto decidono di lasciarsi andare e spegnere il cervello, arrivando alla scena più iconica di tutto il film, che riunisce tutte le identità in un unico coro trionfale.
Un film che riesce a farci ridere mentre ci invita a giocare e guardare dentro noi stessi, senza lasciarsi sopraffare solo dalla mente.