Tempo d’attesa, il documentario di Claudia Brignone, arriva al Pordenone Docs Fest, dopo numerosi premi e partecipazioni a festival nazionali. Il film è in concorso per il Premio David di Donatello – Cecilia Mangini 2025 per il miglior documentario.
È estate a Napoli, e sotto la chioma generosa di una magnolia nel parco del Bosco di Capodimonte, un gruppo di donne si incontra ogni settimana. Sono future madri. Insieme a Teresa, un’ostetrica dall’esperienza profonda e dallo sguardo accogliente, riflettono sul cambiamento che stanno vivendo. Sedute in cerchio, si raccontano. Le voci si intrecciano, i dubbi si fanno eco, e le paure trovano spazio per trasformarsi in forza condivisa.
Un’esplorazione su cosa vuol dire essere mamma
Attraverso le loro storie, le donne del cerchio offrono uno sguardo su un cambiamento epocale. La maternità diventa una lente per osservare la condizione femminile e riscriverne bisogni e desideri. Il film le segue non solo nei loro momenti collettivi, ma anche nella loro intimità: durante le visite e i parti, nei primi attimi in cui la nascita ridefinisce la loro identità.
Tra questi frammenti di vite, il documentario intreccia una riflessione profonda sul diventare madre e sul bisogno sempre più urgente di fare comunità. Tempo d’attesa non è soltanto il racconto di un’esperienza condivisa di preparazione al parto, ma un’esplorazione su cosa vuol dire oggi per le donne mettere al mondo dei figli.
“Quando ho scoperto di essere incinta mi sembrava che tutti avessero un’opinione e una verità sulle cose giuste da fare”.
Sono le parole della regista Claudia Brignone (La villa) che racconta la sua esperienza personale che l’ha portata a conoscere le protagoniste del suo nuovo film, con le quale si è confronta sull’essere madre nella società di oggi.
Tutto sembra già deciso dagli altri e da consuetudini, pratiche standardizzate, scelte già compiute, pensieri e desideri fermi nel tempo. Ma c’è un altro modo, più personale, per affrontare questo importantissimo momento? E soprattutto esiste un modo per condividere quest’esperienza?
La maternità in Italia
La maternità in Italia si trova oggi al centro di una profonda trasformazione, strettamente legata a dinamiche sociali, economiche e culturali del Paese. Il tasso di natalità è in costante calo: nel 2023, secondo l’Istat, si è registrato un nuovo minimo storico con poco meno di 380.000 nascite, in calo del 3,4% dall’anno precedente, segnale di una crisi demografica senza precedenti.
A questa situazione si aggiungono le difficoltà che molte donne incontrano nel conciliare la scelta di diventare madri con le esigenze della vita lavorativa e personale. Le disparità di genere continuano a rappresentare una barriera significativa. Le donne in Italia guadagnano mediamente il 5,6% in meno rispetto agli uomini (dagli ultimi dati Istat sul gender pay gap) e affrontano spesso discriminazioni sul luogo di lavoro, come la penalizzazione professionale e salariale legata alla maternità.
La mancanza di politiche di sostegno adeguate, come l’insufficienza di servizi per l’infanzia, congedi parentali equi e orari flessibili, contribuisce a rendere complesso il bilanciamento tra carriera e vita familiare.
Allo stesso tempo, persiste un immaginario tradizionale della maternità, che pone le donne sotto la pressione di aspettative sociali rigide e spesso lontane dai bisogni e desideri individuali.
Questo contesto favorisce la diffusione di fenomeni problematici come la violenza ostetrica, ancora troppo poco affrontata, e limita la libertà di scelta delle donne sul proprio percorso di genitorialità. Tuttavia, negli ultimi anni si osserva un crescente bisogno di ripensare il ruolo della maternità e della genitorialità, con l’emergere di spazi di confronto e riflessione più inclusivi e comunitari.