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The Art of James Cameron
Dal 26 febbraio, a Torino, la mostra dedicata a James Cameron
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1 mese agoon
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Leo ScottiJames Cameron è probabilmente uno dei cineasti più influenti e rivoluzionari della storia del cinema. Ha iniziato la carriera nel ruolo di concept artist e tecnico degli effetti speciali, salendo alla ribalta grazie al film Terminator, con protagonista Schwarzenegger. Successivamente ha diretto e prodotto, tra gli altri, Aliens, Titanic e la saga di Avatar, film divenuti oggi vere icone della storia del cinema. Il 26 febbraio, al Museo Nazionale del Cinema di Torino, si apre la tappa italiana della mostra The Art of James Cameron, una raccolta in cui più di 300 tra disegni, dipinti, oggetti di scena, costumi, fotografie e tecnologie 3D realizzate dallo stesso Cameron raccontano “un’autobiografia attraverso l’arte”. Per celebrare questo evento e per conoscere al meglio il regista canadese, seguiranno i capitoli della mostra.
Sognare ad occhi aperti
James Francis Cameron nacque il 16 agosto 1954 a Kapuskasing, nello stato canadese dell’Ontario, figlio di Alexander, ingegnere, e Shirley Lowe, infermiera. Nel 1971 la famiglia si trasferì negli Stati Uniti, dove il giovane James cominciò a frequentare la facoltà di fisica, senza conseguire la laurea. Da sempre appassionato di cinema, sua fuga e rifugio dalla realtà, intraprese la carriera nel settore dopo la visione di Star Wars nel 1977. L’anno dopo, grazie ad un consorzio di dentisti della California, finanziò e girò il suo primo film, un cortometraggio fantascientifico intitolato Xenogenesis. L’inizio degli anni ’80 lo vede lavorare come tecnico nelle pellicole I magnifici sette nello spazio, 1997: Fuga da New York e Il pianeta del terrore. Nel 1981, la prima chiamata alla regia, per la pellicola italiana Piraña Paura. L’esperienza non fu delle migliori, perché venne degradato e sostituito alla regia dal produttore Assonitis. Finite le riprese, Cameron fu ricoverato per un’intossicazione alimentare a Roma. Fu in questo momento, stando allo stesso autore, che visse un incubo che lo avrebbe ispirato per un futuro film: un torso metallico che si trascinava fuori da un’esplosione, armato con alcuni coltelli da cucina.
La macchina umana
Rientrato dall’Italia, Cameron iniziò immediatamente a lavorare al suo nuovo progetto, coinvolgendo l’amico e sceneggiatore William “Bill” Wisher jr. Ispirandosi ai film fantascientifici degli anni ’50-’60 e Halloween di John Carpenter, i due scrissero la storia di una guerra combattuta tra futuro e presente, di una macchina umanoide alla caccia di Sarah Connor, per impedire la nascita del futuro leader della resistenza umana. Nasceva The Terminator (1984). Il film fu capace di superare le aspettative sia di Cameron che del protagonista Arnold Schwarzenegger, attestandosi come caposaldo del genere Sci-Fi. Da questo successo, capace di unire pubblico e critica, Cameron cominciò a sviluppare un possibile sequel. Nel 1991 questo progetto si trasformerà in Terminator 2: Il giorno del giudizio, film capace di superare e quasi eclissare il suo predecessore, cementando la carriera del duo Cameron-Swarzeneggher.
Indomite creature dell’ignoto
Tra i due film di Terminator, Cameron si dedicò ad altri progetti. Scritta la sceneggiatura di Rambo 2, che gli valse un Razzie Award, fu il turno di Aliens (1986), sequel del capolavoro di Ridley Scott, Alien. La passione e la cura messe nella realizzazione della pellicola, con gli attori preparati coi militari ed educati col libro Fanteria dello spazio, permisero ad Aliens di attestarsi come un grande successo di pubblico e critica.
La sua passione per l’ignoto e l’oceano porteranno Cameron a scrivere e dirigere The Abyss (1989). La pellicola, che narrava l’incontro tra un team di scienziati e una creatura aliena sul fondo del mare, non fu un grande successo. Verrà poi rivalutato a posteriori dalla critica. Nonostante il flop di incassi, il regista poté sfruttare l’esperienza per sviluppare le tecnologie necessarie alla realizzazione del T-1000 di Terminator 2.
Titanic: dall’ossesione al trionfo
Dopo la convincente performace del film True Lies (1995), Cameron ebbe l’occasione di poter lavorare a una delle sue più grandi ossessioni: Il Titanic. L’interesse per la storia del transatlantico inglese nasce dal ritrovamento del suo relitto nel 1985, dopo la sfortunata esperienza di Rambo 2. Interesse che nel 1988 si trasforma nei primi appunti per la realizzazione di un film. Per ottenere i finanziamenti, Cameron lo presentò ai finanziatori come la storia di Romeo e Giulietta, ma sul Titanic. Il film costerà 285 milioni di dollari e vedrà l’utilizzo di tutte le tecniche e le esperienze apprese da Cameron nel corso degli anni. Unendo personaggi storici e di fantasia, la storia fu capace di coinvolgere e far innamorare generazioni di spettatori, facendo vivere loro tutto lo splendore e il dramma di quei momenti. Il successo si concretizzò non solo al box office (un miliardo e 850 milioni di dollari), ma anche agli Oscar dove Titanic vinse 11 statuette su 14 candidature. Un primato oggi condiviso solo con Ben Hur e Il signore degli anelli Il ritorno del Re.
Mondi ignoti e nuove creature
Dopo il successo di Titanic, Cameron si è preso un periodo sabbatico dal cinema, limitandosi alla realizzazione di documentari ed esplorazioni sul fondale marino. Un modo questo per potersi concentrare sullo sviluppo di un’idea che maturava dalla metà degli annu ’90. Un progetto rimandato a quando la tecnologia per realizzarlo fosse stata disponibile. Fu solo nei primi anni 2000 che si poté iniziare a lavorare seriamente sul progetto. Il 2006 segna la data di inizio della lavorazione di un film che incanala alla perfezione tutto ciò che sono James Cameron e le sue passioni: Avatar.
Avatar è un’opera maestosa che, al netto di una trama molto semplice, ci porta all’esplorazione di un mondo alieno completamente nuovo: per realizzarlo Cameron e il suo team hanno sviluppato personalmente le tecnologie necessarie. Il film, con un costo stimato di 237 milioni di dollari e 14 anni di lavorazione, uscì nel 2009 rivelandosi un successo commerciale da 2 miliardi, come nessun altro film. Il successo porterà anche alla realizzazione di numerose opere derivate e, dopo altri 14 anni, a un sequel, Avatar the way of Water. Cameron oltrepassa nuovamente i limiti della tecnologia riuscendo a superare la barriera dell’acqua che lo aveva limitato ad inizio carriera con Piranha Paura e definendo nuovi standard per le produzioni di un Kolossal.
Stile e Temi
Lo stile di James Cameron si è evoluto nel corso della carriera, fino a una narrazione epica e spettacolare, spingendo costantemente il progresso tecnologico del settore. Maniacale e attento ai dettagli, il suo passato da tecnico di VFX lo ha portato ad approcciarsi sempre in modo innovativo all’intrattenimento visivo, arrivando con Avatar a portare gli spettatori a vere e proprie esplorazioni di nuove realtà. Al netto di trame più o meno semplici ed elaborate, Cameron si è sempre mostrato molto attento alle tematiche che inserisce nei suoi film, spesso monito per l’umanità delle sfide, presenti e future, che deve ancora affrontare. Ambientalismo, conflittualità e avanzamento tecnologico incontrollato sono temi ricorrenti nelle sue opere e nella sua vita, che spesso mette al loro interno senza però renderli invasivi per lo spettatore. Tratti che, uniti al suo perfezionismo, rendono estremamente riconoscibile la sua firma cinematografica ed il suo impatto sul pubblico.
Progetti non realizzati
Tutti i grandi registi hanno dei progetti che non sono riusciti a realizzare per diverse cause e Cameron non è da meno. Tre in particolare sono quelli su cui si sofferma la nostra curiosità, escludendo Alita: Battle Angel. Eccoli qui di seguito
1. Spider-man
Prima dello Spider-man di Raimi, avrebbe potuto esserci quello di Cameron. Il regista provò più volte a realizzare un film sull’eroe della Marvel, scrivendo anche una sceneggiatura nel 1991 e nel 1996. Tuttavia, varie problematiche riguardanti i diritti cinematografici (la Marvel ai tempi stava svendendo i suoi personaggi per salvarsi dalla bancarotta) ebbero la meglio, facendo tramontare per sempre il progetto.
Se volete farvi un’idea su cosa avremmo potuto vedere, la sceneggiatura è disponibile al seguente link.
2. X-men
Prima di Spider-Man, Cameron fu coinvolto in un progetto che riguardava gli X-Men. Il film sarebbe stato prodotto dallo stesso Cameron e avrebbe visto Kathryn Bigelow come regista. Perché il progetto sfumò? Secondo Chris Claremont fu tutta colpa di una lunga chiaccherata con Stan Lee cominciata con una frase ben specifica:
“Ho sentito che ti piace Spider-Man”
Con quella frase il progetto sugli X-men evaporò definitivamente, e perdemmo Bob Hoskins e Angela Basset nei ruoli di Wolverine e Tempesta. Sembra che Peter Parker si diverta a scombinare le timelines anche fuori dai fumetti…
3. Jurassic Park
Tutti noi conosciamo Jurassic Park. Tutti i bambini degl’anni ’80 e ’90 ricordano la meraviglia provata nel vedere sullo schermo per la prima volta il branchiosauro o il terrore durante la fuga del Tirannosauro. È un film che tutti quanti abbiamo amato e che ha contribuito a cambiare la visione comune sui dinosauri. Eppure, per una questione di poche ore, potevamo vedere qualcosa di completamente diverso.
Nel 2012, James Cameron rivelò all’Huffington Post di essere stato molto vicino all’acquisto dei diritti del romanzo di Chricton. Stando alle sue parole, era al telefono quando gli comunicarono che Spielberg aveva già chiuso l’accordo al posto suo. Lo stesso Cameron disse però che quella era stata la cosa migliore.
“Steven ha realizzato un film per tutti. Il mio sarebbe stato un Alien coi dinosauri, probabilmente allontanando i bambini dal cinema.”
Una versione forse più affine al libro (che avrebbe fatto piacere ai lettori) ma che difficilmente avrebbe potuto avere lo stesso impatto della versione di Spielberg. Anche se, forse ora, questo approccio sarebbe molto utile a risollevare il franchise della Universal.
The art of James Cameron sarà visitabile presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino, dal 26 febbraio al 15 giugno 2025 e sarà una grande occasione per conoscere più da vicino il grande regista canadese. Non perdetela.
Trovate le informazioni e i biglietti sul sito del museo.