La nuova miniserie con Robert De Niro dipinge un’America impaurita dalla minaccia terroristica, facendo riemergere vecchi fantasmi conservatori e protezionisti
Su Netflix è disponibile Zero Day la nuova miniserie con protagonista il due volte premio Oscar e leggenda del cinema Robert De Niro. Il thriller cospirativo ha come creatori Eric Newman, Noah Oppenheimer e Michael Schmidt ed è frutto di una produzione tra Netflix, Grand Electric Productions e Prologue Entertainment. Tra gli interpreti, oltre a De Niro, Jesse Plemons, Lizzy Caplan, il premio Oscar Angela Bassett, Bill Camp, Matthew Modine e Connie Britton.
Il TRAILER – Zero Day
Sinossi – Zero Day
L’ex presidente degli Stati Uniti George Mullen (Robert De Niro) , viene richiamato dal presidente in carica Evelyn Mitchell (Angela Bassett) per guidare una commissione dotata di poteri speciali e istituita a causa di molteplici attacchi informatici che stanno mettendo in subbuglio la nazione. Pian piano l’ex presidente inizierà a dubitare del proprio operato e della propria salute mentale.
La democratura a stelle e strisce – Zero Day
Nel vocabolario Treccani per democratura si intende quel regime politico improntato alle regole formali della democrazia ma ispirato, nei fatti, ad un autoritarismo sostanziale, componendo il neologismo tramite l’unione di democrazia e dittatura. È ciò che accade a Zero Day la nuova serie con protagonista Robert De Niro dove un ex presidente, ritiratosi dalla vita pubblica, viene richiamato nel gioco sporco della politica a causa di un pericoloso attacco informatico terroristico. Il cinema e la serialità, dopo un ampio periodo di massiccia produzione, avevano smesso di riproporre allo spettatore storie legate alla minaccia terroristica e derivate dall’11 settembre 2001, evento che ha traumatizzato non solo l’intero popolo americano, ma anche i governanti spinti da un’esagerazione di protezionismo.
De Niro in un’altra grande prova piena di suspense
E nei primi due episodi Zero Day, più che consegnare i responsabili dell’attacco alla giustizia e fermare lo stato di allerta popolare, sembra più interessato alle conseguenze politiche del terrorismo spesso usato come pretesto per controllare elettori e un’intera nazione. In questo quadro De Niro fin da subito assume il doppio ruolo di ex presidente che ha ancora quella verve politica da grande statista e quello del patriota che si accorge che qualcosa non torna. George Mullen è il vecchio leone della politica americana, obbligato a tornare nell’agone per spirito nazionalistico e per proteggere un popolo confuso, manipolato da tendenze cospirazioniste frutto della paura degli eventi.
Tale dinamica la si vede nel come Mullen, subito dopo l’attacco, ritorna ad essere un capo popolo che reagisce alle proteste dei cittadini diventando il megafono della razionalità e provando a scuotere una nazione in preda al panico. Anche quando De Niro prende il controllo della commissione, il suo personaggio cerca di mantenere saldi i valori democratici, evitando che l’instabilità della situazione faccia sprofondare la politica in una perenne legge marziale. Nei primi due episodi Mullen riflette, nella propria fragilità mentale e nella paura di andare oltre il lecito, il confine labile tra legge e giustizia, di cui il personaggio di De Niro vuole essere un arbitro giusto in un’America di agnelli disperati e di tanti lupi approfittatori.
L’opposizione alla propaganda
Nel percorso dell’ex presidente, ostacolato da una verità fittizia e dalle pressioni politiche, emerge come Zero Day voglia fare soprattutto un affresco sulla situazione dell’America attuale. Non è un caso che la serie metta dentro le teorie cospirative populiste contro la guerra in Ucraina e la minaccia russa (vista come il solito nemico ma anche come capro espiatorio da una parte della popolazione). Difatti uno degli elementi su cui spinge la serie è proprio la propaganda feroce sviluppata in America da oratori televisivi cospirazionisti e dalla paura di un popolo giustificata dalla frenetica soluzione protezionista.
Nei primi due episodi De Niro/Mullen osserva continuamente in televisione il conduttore di una rete conservatrice che istilla teorie complottiste, incitando il popolo a ribellarsi contro lo stato non essendoci più lo stato. E Zero Day, servendosi dell’ex Trevis di Taxi Driver, mette in luce la crisi istituzionale di tante democrature sparse in molti lati del mondo, che affascina anche il paese libero degli Stati Uniti d’America. La serie Netflix a suo modo appare feroce negli intenti in un discorso non così dissimile da Civil War di Alex Garland: su fronti diversi entrambi sono interessanti a rappresentare un’America terrorizzata, sull’orlo del dissesto sociale, anche se la serie cerca di evitare il mondo dispotico del film di A24 facendo interpretare a Robert De Niro la speranza. Quella Statua della Libertà che illumina l’America e il mondo stesso.
Il thriller politico e l’anti 24
Quando le luci si spengono, la corrente se ne va e le metropolitane diventano il centro dell’attacco terroristico, si potrebbe avere l’impressione di essere davanti al classico disaster series, un prodotto catastrofistico dentro il genere apocalittico. Invece, per fortuna della serie Netflix, Zero Day rifugge uno schema ormai ripetuto all’infinito, preoccupandosi della politica che sfrutta e previene la minaccia più che concentrarsi su un’America che è già in un mondo distrutto. Dopo aver evitato di sprofondare nel cliché del genere, la miniserie evita anche il paragone con un’altra serie per eccellenza in termini terroristici, 24 con Kiefer Sutherland.
Mentre l’iconico Jack Bauer lottava contro il tempo per neutralizzare la minaccia alla democrazia americana, l’ex presidente interpretato da De Niro mette in discussione la stabilità dello stato americano nelle sue fondamenta. Zero Day difatti appare, velatamente e non, una critica al funzionamento delle istituzioni governative in un intreccio che grazie anche a personaggi laterali, la figlia di Mullen (Lizzy Caplan) e il doppiogiochista Jesse Plemons, entra nel vero cuore della controversa politica americana, dove ogni componente sembra sfruttare la tragedia per i propri interessi personali che nulla hanno a che fare con la salvaguardia della nazione. La serie è impreziosita dall’attenta regia di Lesli Glatter (Homeland) che regala allo spettatore un senso di ansia e di paranoia mettendo in discussione costantemente buoni e cattivi e lo stato psichico dello stesso De Niro.
Zero Day, nei suoi primi due episodi, è un feroce affresco sull’America odierna. Una rappresentazione lucida e tagliente dei sistemi democratici del mondo libero. Evidenziando come anche nelle democrazie più forti il vento della paura possa tramutarsi in una potente arma a discapito del popolo.
Anno: 2025
Durata: 50'
Distribuzione: Netflix
Genere: thriller politico
Nazionalita: Usa
Regia: Lesli Glatter
Data di uscita: 20-February-2025
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