Adler Entertainment in collaborazione con Dynit, ci regala il ritorno nelle sale cinematografiche dell’imperdibile maratona firmata I Love Japan, che questa volta vede protagonista i due film riassuntivi della famosissima serie anime: L’Attacco dei Giganti.
Prodotti da Wit Studio in collaborazione con Production IG, Il film si presenta diviso in due parti: L’Arco e la Freccia Cremisi (parte 1), che contiene la caduta di Shiganshina e quello della battaglia di Trost, e le Ali della Libertà (parte 2), che si concentra sul protagonista Eren e il Corpo di Ricerca.
Con questa nuova proposta, la regia di Tetsuro Araki integra nuove scene agli episodi della serie, valorizzando ancora una volta l’acclamato manga di Hajime Isayama, da cui è tratto.
L’Attacco dei Giganti, la Trama
La storia è ambientata nella città di Shiganshina, dove per oltre cento anni le alte mura che la circondano hanno difeso gli abitanti dal pericolo dell’attacco di enormi creature umanoidi, che divorano gli uomini: i giganti.
Un giorno però, uno dei titani apre una breccia nelle mura di protezione, entra, e semina morte e distruzione ovunque, decimando la cittadina. Tra le tante vittime, c’è la madre del giovane Eren. Da quel momento la vita del ragazzo non sarà più la stessa, e avrà inizio il viaggio che lo condurrà alla conoscenza della verità.
Un’opera di conflitti
Il giovane mangaka Hajime Isayama, tramite questo racconto, ci propone una storia gore, pervasa da una cruda drammaticità e da una feroce critica sociale.
Al contempo, la narrazione celebra l’amore, l’importanza della speranza, del sacrificio e della moralità.
Una storia a tratti disturbante, con un eccesso di morte e distruzione che porta lo spettatore a sentirsi piccolo, come gli abitanti del luogo, vittime come nella vita di qualcosa di più grande e misterioso che non sempre è facile affrontare.
La mostruosità dell’ignoto si scontra con la paura interiore degli abitanti che preferiscono rimanere oppressi in uno spazio che non consente di evolvere, piuttosto che rischiare e rendersi liberi. Ciò torna a farci riflettere sull’importanza di affrontare le proprie paure, ponendoci nei confronti del mondo con un atteggiamento positivo e accogliente.

La caratterizzazione di personaggi fuori dall’ordinario
Mentre i cittadini sono vittime di una condizione di paura profondamente umana, il protagonista, Eren, sembra incarnare al meglio l’antitesi del concetto di eroe che conosciamo.
Il personaggio, infatti, non si distingue per particolari abilità, a differenza di Mikasa e Armin, ma incarna una figura sempre più tormentata e complessa che agisce impulsivamente, senza pensare alle conseguenze.
Lontano dalla linea narrativa di Campbell ne Il viaggio dell’eroe, Eren con il passare del tempo, si trasforma sempre più in una figura tragica.
Il suo senso iniziale di giustizia si mescola a un desiderio quasi ossessivo di potere e controllo, che lo spinge a compiere azioni moralmente discutibili.
Il suo distacco progressivo dagli ideali iniziali, lo rende un personaggio scomodo, sempre più vittima di sé stesso.
I giganti, invece, sembrano esseri invincibili. Il loro aspetto, deforme e approssimativo nel disegno, genera un profondo stato di inquietudine. I sorrisi grotteschi di cui si mascherano, accentuano la cattiveria che li abita, restituendoci un immaginario misterioso e raccapricciante che suscita terrore.
Una lotta tra “buoni” e “cattivi”, che improvvisamente prende una piega inaspettata, portando lo spettatore a profonde riflessioni morali. Un continuo capovolgimento di ruoli, che ci aiuta a capire quanto la verità non sia mai assoluta, e quanto la violenza, a prescindere dalla sua provenienza, sia ingiustificabile.
Un film che rende giustizia alla serie e ci continua a mostrare con profondo cinismo le contraddizioni della natura umana.
L’Attacco dei Giganti, Serie e Film a confronto
Nel 2009 L’Attacco dei Giganti debutta sulla rivista nipponica Bessatsu Shonen Magazine, dando vita a quello che inaspettatamente sarebbe diventato un successo internazionale.
Nel 2013, l’anime prodotto da Wit Studio segna la consacrazione della serie con il rilascio della prima stagione.
La serie si afferma velocemente nell’immaginario comune, forte del grande successo ottenuto dal pubblico, favorendo il passaggio tra i media.
Per quanto fosse un’impresa ardua, il film risulta ben progettato nel riassumere i molteplici episodi in circa due ore per parte, anche se lo spettatore potrebbe non capire del tutto alcuni passaggi della trama, specie nella prima, che ha bisogno di un po’ più di tempo per approfondire il contesto.
Ma, se da un lato alcune scelte possono suscitare confusione, dall’altro le stesse possono destare interesse o curiosità, spingendo il pubblico a recuperare il manga o la serie per chiarire alcune dinamiche, trasformando così il problema in una scelta di marketing vincente.
Per la seconda parte invece il ritmo è incalzante e perfettamente in linea con le tematiche della serie.
Complessivamente le due ore scorrono piacevolmente, alternando momenti d’azione ad altri di forte impatto emotivo.
Il montaggio, ottimo e lineare, permette anche a chi si imbatte per la prima volta nella visione, di ritenersi soddisfatto.
L’ambientazione medievale e lo stile visivo rimane coerente con quello della serie, e si scontra con elementi futuristici utilizzati per lo più nelle fasi di combattimento, che conferiscono al film un fascino particolare.
Le animazioni rimangono fedeli all’originale, preservando dinamicità e la fluidità nei movimenti.
Lo stile grafico continua a essere caratterizzato da una serie di dettagli che enfatizzano l’intensità delle emozioni, in un’atmosfera cupa che riflette la drammaticità dell’opera.