Film in concorso alla 75° edizione della Berlinale, El mensaje di Iván Fund è un viaggio in macchina in bianco e nero per le campagne argentine: una giovanissima Anika Bootz dà vita a una medium per animali vivi e morti trasportando in un piccolo van il suo potere di connessione magica tra gli uomini e gli animali.
Il film è una produzione Rita Cine con Insomnia Films e figura tra gli interpreti Marcelo Subiotto, Mara Bestelli e Betania Cappato.

Compendio pratico alla terapia psicologica animale (di persona o online)
Il dono della giovane Anika (Anika Bootz) di comunicare con gli animali fa nascere nei suoi tutori l’idea di offrire consultazioni con lei come medium per guadagnarsi da vivere. Che si tratti di magia o di frode, l’impegno di Anika nelle sedute con animali domestici e selvatici è reale. Un road movie emozionante in cui la maturità significa rendersi conto che l’innocenza è un tesoro da proteggere.
Anika, Myriam (Mara Bestelli) e Roger (Marcelo Subiotto) seguono una linea di lavoro chiara: Anika si occupa di connettersi telepaticamente con gli animali, selvatici e domestici, vicini e lontani, vivi o morti. Myriam è responsabile della pubblicità e della comunicazione e Roger riscuote i compensi. Vivono in un van tutti insieme e mangiano mais rubato dai campi. Il sistema è collaudato e ognuno gioca la sua parte mentre Anika cresce lontana dalla sua mamma, anche lei telepatica ma in un istituto psichiatrico.
La vita della famiglia involontaria scorre così senza grandi interferenze tra gli sguardi in camera degli animali “connessi”.
Il tutto incorniciato dentro la dinamica del viaggio on the road e la sua estetica: una soggettiva ripetuta dal punto di vista di Anika che guarda il parabrezza mentre la valle tutta intorno viene superata e perlustrata, alla ricerca di nuovi animali da scovare e altri padroni da imbrogliare.
A livello formale El mensaje decide di avvicinarsi ai protagonisti con grazia e un pizzico di ossessione, non facendo parlare i loro pensieri se non attraverso i loro visi, in primi e primissimi piani bianco e nero. I Pet Shop Boys alla radio.

You were always on my mind
Il gioco in El mensaje è nel rapporto di fiducia e tenero affetto che si crea verso questo misterioso trio: nonostante gli indizi ruotino il peso della bilancia verso la frode più che la verità, sin dall’inizio si ha completa fede in Anika e nel suo potere telepatico. Che esso sia reale, frutto di un disturbo mentale latente o semplicemente fantasia fruttuosa di una bambina che non si ha il coraggio di frenare, crediamo nell’onestà di Anika e anche in un sotteso sentimento di famiglia che accomuna Anika, Myriam e Roger.
Imbroglioni dal cuore d’oro, i due adulti non diventano mai esempi di sfruttamento crudele ma alla fine si racchiudono nel quadro delle pseudo famiglie disfunzionali.
Un lungometraggio che in generale non brilla per dinamismo e azione ma che riesce a farsi guardare con piacere anche grazie agli attori protagonisti, volti che ammaliano e mezzi sorrisi che catturano lo sguardo, tra un cane con problemi di sovrappeso e un porcospino che soffre di solitudine.
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