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Taxidrivers Magazine

‘Fiume o morte!’, le cicatrici dell’occupazione

Il regista fiumano Igor Bezinovic analizza lo stato d'animo della sua terra e dei suoi conterranei per rievocare i segni lasciati dall'occupazione della città di Fiume avvenuta nel 1919 ad opera del poeta Gabriele D'Annunzio.

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Wanted Cinema inaugura a febbraio 2025 il Mese del Doc Wanted, portando sui grandi schermi italiani sei documentari d’autore dedicati a figure centrali e rivoluzionarie del Novecento e della storia culturale italiana e mondiale. Uscito il 17 febbraio, Fiume o morte!, è un documentario che indaga l’impatto sul presente delle cicatrici dell’occupazione di Fiume ad opera di Gabriele D’Annunzio.

Con il suo secondo lungometraggio il regista croato Igor Bezinovic, originario proprio di quella sfortunata Fiume (Rijeka in croato), si insinua tra i suoi conterranei per portare alla luce un sentimento più o meno condiviso che fa dell’ambiguità l’oggetto principale di studio.

Il prodotto è un ibrido interessante poiché non guarda alla storia limitandola a occhi e cuore feriti, ma la ricostruisce con vena spiritosa inserendo come linea narrativa una metateatralità che si fonde al significativo materiale d’archivio. Il regista indice dei veri e propri casting per ritrovare tra i fiumani dei volti e dei corpi che possano “recitare” la parte di D’Annunzio, il cui nome riecheggia ancora molto forte nel sentire popolare (strade, monumenti, istituzioni portano ancora il suo nome). Lo scopo è quello di ricreare alcuni dei momenti salienti dell’impresa che diede forse la spinta concreta all’avvio dell’ideologia protofascista e del ventennio in Italia.

La teatralità d’annunziana

Pier Paolo Pasolini non si fece alcun problema a definire il poeta italiano “pagliaccio narcisista”, sottolineando come la teatralità facesse parte della sua indole tracotante e gonfia di sé. Alla base la delusione dell’esito della Conferenza di Versailles che decretò che la città, facente parte fino alla fine della Prima Guerra Mondiale dell’Impero Austro-Ungarico, non fosse da annettere né all’Italia né al neonato Regno croato. D’Annunzio, autoinvestendosi dell’aura di eroe della patria, da buon nazionalista quale era, guidò il suo personalissimo esercito nella sua personalissima impresa. Nulla di più teatrale. Eppure, visto l’esito della storia, a quanto pare efficace.

L’idea di ricalcare questa platealità tronfia e drammatica d’annunziana di Bezinovic risulta pertanto vincente, poiché la risolve utilizzandone la stessa chiave narrativa, ma soprattutto scegliendo come “attori” coloro che tutto questo lo vissero a proprie spese.

La scelta della lingua

Il segreto sta forse nella lingua. Il “fiumano” che i protagonisti parlano è l’indice del senso di appartenenza ad una realtà a parte, che non si sente legata a nulla ormai, ma che rappresenta un contesto sradicato da qualsiasi cordone ombelicale. Un orecchio nazionalista percepisce una lingua che riconosce, ma se all’orecchio abbinassimo lo sguardo che ripercorre una storia di più di cento anni, allora di veramente italiano questa lingua avrebbe ben poco. Il punto forte del lavoro risiede proprio nel farti costantemente dubitare di quale sia il vero stato d’animo.

Fiume o morte! è il dialogo vivo eppure ancora troppo poco risolto tra due epoche distanti che hanno però smesso di parlarsi drammaticizzando quel che è stato e puntando a farlo guardandosi con occhio sì politico, ma fondamentalmente narrativo.

Fiume o morte!

  • Anno: 2025
  • Durata: 112 minuti
  • Distribuzione: Wanted
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Croazia Italia Slovenia
  • Regia: Igor Bezinovic
  • Data di uscita: 17-February-2025

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