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‘I am Martin Parr’: tra umorismo e mimetismo tragicomico

Le foto di Martin Parr ritraggono la vita com’è, non come vorremmo che fosse

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Immagini dai colori brillanti con nuances assurdo-umoristiche: sono le foto di Martin Parr

Fotografo visionario, ha segnato la storia della fotografia e dell’arte con il suo senso critico della società inglese a lui contemporanea. Smonta stereotipi, entra nella storia del suo Paese pur restandone lontano, come dichiara la curatrice d’arte Tracy Marshall: “L’essenza sta nella natura distaccata del guardare le persone, restando però profondamente radicato a ciò che vede e all’immagine della persona”.

E quest’essenza è riuscita ad afferrarla il documentario I am Martin Parr di Lee Shulman, uscito il 17 febbraio al cinema.

Un caleidoscopio di idee, percezioni che generano una sindrome di Stendhal in chi guarda gli scatti di un artista che imprime, in essi, ciò che riguarda tutti: il tempo. Il segreto di Martin Parr è chiedersi sempre “cosa dovrei fotografare e perché”. 

I am Martin Parr e il bianco e nero

Surrey Bird Club, Surrey, 1972

Surrey Bird Club, Surrey, 1972

Trascinato dal nonno, appassionato di fotografia, e dai genitori, amanti del bird watching (alla Leonardo da Vinci), Martin Parr si innamora di questo mondo e decide, tra i 13 e i 14 anni, di non abbandonarlo più. 

I suoi primi lavori non vedono il colore per una ragione ben precisa: il colore era protagonista principalmente della fotografia commercialista. Solo negli anni ‘60 iniziano ad aprirsi degli spiragli di possibilità per la fotografia “artistica” a colori. E lo stesso Martin Parr lo conferma: “Un fotografo serio doveva lavorare in bianco e nero. Ci ho lavorato per 15 anni”.

Fair Day: Photographs of the West of Ireland, 1980-83

Fair Day: Photographs of the West of Ireland, 1980-83

È con il bianco e nero che Martin Parr inizia a delineare il suo spirito artistico, per cui il fotografo Harry Gruyaert lo ribattezzerà come un “engagé”, un artista socialmente impegnato. La sua fotografia umanista in bianco e nero ritrae aspetti da documentario sociale. E ne sono un esempio palpabile le foto che ritraggono auto abbandonate alla fine degli anni ‘70 dalle classi operaie inglesi e irlandesi: non sono solo delle foto ad auto distrutte, c’è un significato dietro che è molto più profondo.

Ireland. County Mayo. Belmullet Fair. 1983.

Ireland. County Mayo. Belmullet Fair. 1983.

È questo il filo rosso che collega tutti i lavori di Martin Parr, sia quelli in bianco e nero che a colori: l’intenzione dell’artista di andare oltre il suo stesso mezzo per comunicare qualcosa di grande al pubblico che sta a guardare i suoi scatti. “Il bianco e nero era tradizionale, ma è il bianco e nero a far emergere il genio di Martin Parr” (Mimì Mollica, fotografo), che consiste nel suo umorismo eccentrico, aspetto che verrà riproposto nelle foto a colori ma che vede nel bianco e nero la sua esplosione (Charlotte King).

Non-conformist, Hebden Bridge, 1975

Non-conformist, Hebden Bridge, 1975

Three local chapels combine to an outdoor service, West Vale Park, Halifax, Calderdale

Three local chapels combine to an outdoor service, West Vale Park, Halifax, Calderdale

Wedding, Crimsworth Dean Methodist Chapel, Calderdale

Wedding, Crimsworth Dean Methodist Chapel, Calderdale

Cosa dovrei fotografare e perché: I am Martin Parr e i colori

Blackpool, England, 1994

Blackpool, England, 1994

Negli anni ’80, il colore è presente maggiormente nella moda, è appena arrivato nei documentari ma non nella fotografia artistica. “font-weight: 400;”>Ed è proprio in questi anni che a New Brighton (sud-est dell’Inghilterra) Martin Parr fissa la sua dimora artistica e passa dalle foto in bianco e nero al colore, che non ha più abbandonato. 

La spiaggia diventa il suo laboratorio sperimentale, in cui le persone e ciò che le circonda sono i principali soggetti messi a fuoco dal genio di Martin Parr.

Common Sense, 1995-1999

Common Sense, 1995-1999

Il passaggio al colore corrisponde a una critica alla società attraverso una narrazione non edulcorata di ciò che è, e non di ciò che sembra o di ciò che vorremmo che fosse. E questo conferma l’aspetto documentaristico da sempre presente in Martin Parr.

Life's A Beach, 2012

Life’s A Beach, 2012

Lo spirito documentaristico: The Last Resort

Il forte spirito documentaristico non può non essere notato in The Last Resort, una delle serie fotografiche più celebri di Martin Parr, realizzata tra il 1983 e il 1985. Non si tratta semplicemente di foto in vacanza, ma esse sono portatrici di un’epoca storica segnata dalla fine della classe operaia nell’epoca Thatcher. 

Da The Last Resort. Photographs of New Brighton. Inghilterra, New Brighton, 1983-1985

Da The Last Resort. Photographs of New Brighton. Inghilterra, New Brighton, 1983-1985

Già in The Last Resort è ben chiara una critica al consumismo fuori controllo e al turismo di massa (altro fenomeno che Parr ha trattato per primo con la sua arte).

Da The Last Resort. Photographs of New Brighton. Inghilterra, New Brighton, 1983-1985

Da The Last Resort. Photographs of New Brighton. Inghilterra, New Brighton, 1983-1985

Da The Last Resort. Photographs of New Brighton. Inghilterra, New Brighton, 1983-1985

Da The Last Resort. Photographs of New Brighton. Inghilterra, New Brighton, 1983-1985

Il consumismo viene esplicitato anche nella serie di foto Common Sense (1995-1999): “Un occhio acuto per la cultura materiale dei nostri tempi: un cibo, un indumento o del trucco particolare che raccontano dove siamo ora” (Grayson Perry).

Common Sense, 1998.

 Common Sense, 1998.

Common Sense, 1997.

Common Sense, 1997.

Il consumismo si regge su una bugia di fondo: l’immagine del prodotto rappresentato non è mai fedele alla realtàIl cibo spazzatura rende meglio in foto, e questo Martin Parr lo sa bene e lo fotografa. Le foto, tuttavia, non sono celebrative come quelle scattate di continuo dai clienti nei ristoranti e nei fast food. Perché quelle di Martin Parr sono, loro stesse, un commento sull’assurdità e sulla pericolosità del consumismo. Come un ossimoro artistico, mostrano ciò che, ad occhi ingenui, sembra bello ed è invece tutto l’opposto, costringendo l’osservatore a ridefinire la propria concezione di bellezza.

L’umorismo smonta i cliché

Essendo sociale, la critica di Martin Parr, il fotografo non poteva non raccontare gli stereotipi della sua terra, che riesce a smontare fotografandone i dettagli: Martin Parr trova ovunque qualcosa d’interessante, ed è ciò che un artista eccezionale fa. Le sue foto trasudano politica, i soggetti fotografati sono rappresentanti delle sue idee sulle classi britanniche, che ancora oggi generano divisioni nella società: “Le classi medie sono ben in sintonia con le sfumature di status all’interno della cultura materiale […] C’è qualcosa di quella sorta di insipidita morale del posh” (Mark Bedford).

Common Sense, 1995-1999

Common Sense, 1995-1999

 Common Sense, 1995-1999

Common Sense, 1995-1999

 Common Sense, 1995-1999

Common Sense, 1995-1999

L’umanità sta in mezzo tra l’umorismo e il senso dell’assurdo. Come David Williams (scrittore e attore) e Grayson Perry (artista) dichiarano, “C’è così tanto (nell’umorismo, nda) di ciò che definisco serietà performativa nell’arte, […] dove le persone pensano che la tristezza sia in qualche modo più importante nell’arte rispetto all’umorismo. L’umorismo è ciò che mantiene la pomposità e una specie di convinzione incontrollata“. In questo risiede il genio di Martin Parr: saper cogliere l’eccentricità nelle cose vere in tutte le sue forme e in qualche modo celebrarla. 

 Common Sense, 1995-1999

Common Sense, 1995-1999

 Common Sense, 1995-1999

Common Sense, 1995-1999

 Common Sense, 1995-1999

Common Sense, 1995-1999

Alle accuse che lo etichettano come un artista cinico, Martin Parr risponde che è tutto il contrario: “Non credo che le mie foto siano così cattive o crudeli. Io rifletto ciò che trovo in un modo molto soggettivo”.

Distaccato e coinvolto, Martin Parr è uno dei fotografi che ancora oggi si distingue nel panorama contemporaneo, ma non solo. È un visionario che ha cambiato le sorti della fotografia come in pochissimi avrebbero fatto. Le sue foto hanno segnato una linea di demarcazione profonda tra il passato, il presente e il futuro. E le sue opere parlano al pubblico con un linguaggio schietto e perfettamente aderente ai tempi contemporanei all’osservatore dell’oggi e del domani.

Le parole del fotografo, monito per tutti gli aspiranti fotografi e artisti:

Non esiste la foto perfetta. Ci devi credere ogni mattina: quello puo essere il giorno in cui accade qualcosa“.

I am Martin Parr

  • Anno: 2024
  • Durata: 70 min
  • Distribuzione: Wanted Cinema
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Gran Bretagna
  • Regia: Lee Shulman
  • Data di uscita: 17-February-2025

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