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‘Dope Thief’, Peter Craig, Ridley Scott e Brian Tyree Henry e il crimine metropolitano

Tre nomi da Oscar in una serie crime con un messaggio sulla lealtà e la famiglia

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Dope Thief è il nuovo crime drama di AppleTV+, una serie creata da Peter Craig (Top Gun: Maverick), sul libro omonimo di Dennis Tafoya, prodotta da Craig stesso, Ridley Scott (Il Gladiatore, Blade Runner) che dirige l’ultimo episodio, e Brian Tyree Henry, qui anche protagonista.

La serie esce il 14 marzo con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da nuovi episodi ogni venerdì, fino al 25 aprile.

Nel grigiore urbano dell’America dei gangster, il volto di Brian Tyree Henry e la sua testarda ostinazione ci parla di lealtà e di famiglie allargate in una serie dove la coppia di eroi di falliti sostiene la narrazione fino alla fine.

Dope Thief, la trama

Ray (Brian Tyree Henry) e Manny (Wagner Moura) sono amici di vecchia data, e navigati delinquenti, continuamente a rischio di perdersi, vittima di dipendenze di pessima natura. Sembrano aver trovato un format di successo quando si spacciano per poliziotti della DEA (Drug Enforcement Administration), e ingannano piccoli spacciatori lasciandoli senza armi né soldi. Tutto sembra filare liscio in una Philly piena di delinquenti e spacciatori, fino a quando non si spingono fuori dalle zone conosciute. Nell’ultimo colpo pianificato, la situazione sfugge di mano ai ragazzi in maniera irreversibile dando il via ad una caccia all’uomo su più fronti.

Brian Tyree Henry

Brian Tyree Henry in una scena della serie ‘Dope Thief’ di AppleTV+ – Immagini stampa fornite da AppleTV+

La decadenza e il contraltare femminile

Peter Craig realizza una serie televisiva che potremmo percepire come dark, data l’atmosfera generale e la cupa tonalità dell’illuminazione; se non fosse che non è il buio a predominare ma il grigiore e il nuvoloso, che ci ricorda una decadenza diffusa e difficile da contrastare. Philly pare una città senza speranza, soffocante e imbruttita. I colori, quando ci vengono concessi, corrispondono unicamente alla famiglia, per polarizzare nettamente, schierarsi contro la sfacciata desolazione e l’impoverimento umano causato dalla malavita, dalla corruzione, dalle dipendenze.

Dall’altro lato c’è l’opulenza delle donne, con le unghie colorate e i rossetti sgargianti. Anche nella femminilità sdrucita e provata dallo shock dell’agente Lynne (Marin Ireland), la chioma rossa che la distingue, e rimane il segno distintivo di una perseveranza verso la giustizia, ancestrale e femminina.

Questi personaggi sono caratteristi che richiamano la letteratura americana, gli universi di Carver e il buon cinema gangster alla Scorsese. Conditi da una addizione, una fine dotazione psicologica ed emotiva meno delineata, che rende anche il protagonista un Robin Hood opaco ma con cui non si può fare a meno di empatizzare. Mentre la sua vita va a rotoli, come tutti quanti tendono a sottolineare, lui tenta di aggiustare le vite degli altri, mostrando un grandissimo talento e una celata empatia. La sua storia ce la raccontano flashback malconci che saltano dall’amicizia più vera, al passato in prigione, agli amori distrutti.

Il ritmo con cui la serie procede non è dei più affannati, talvolta proteso alla stentata cautela, e i colpi di scena si affacciano senza troppo clamore. Sul finire, è un dettaglio che quasi appesantisce e che non si farà dimenticare malgrado l’impennata parziale dell’episodio finale, firmato dallo stesso Scott.

Wagner Moura

Wagner Moura in ‘Dope Thief’, dal 14 Marzo su Apple TV+ – Immagini stampa fornite da Apple TV+

Manierismo registico e perdite narrative

Se sulla puntata 5 vediamo l’azione rallentare vagamente: è qui che la narrazione, la regia tout court, ci delizia con un lavoro di primi piani e una colonna sonora asfissiante, cornice della crisi del protagonista ormai quasi spalle al muro. Un eccellente gioco di tecnica cinematografica, che si è scelto di includere in questa serie dove c’è anche il tempo e la voglia di perdersi per il puro gusto di usare il mezzo visivo, senza dover iniettare necessariamente contenuti.

Sebbene fino all’ultimo non ci è dato di sbrogliare l’intreccio, come nelle migliori tradizioni di genere, la chiusura delle vicende di Ray si fa via via più debole. Ciò che funziona è la coppia Ray-Manny e quell’alternarsi spiritoso di gaffe e pestate di piedi che rendono la criminalità dei due, uno show tra due affiatati compagni di squadra. Purtroppo nella troppa fretta narrativa di voler risolvere l’intreccio criminale, si abbandonano a loro stessi alcuni personaggi, tra cui uno dei più esilaranti, che si congeda senza saluti e senza lacrime con qualche lecito dubbio da parte dello spettatore.

Un lavoro di intrattenimento decoroso, di cui si può apprezzare particolarmente l’atmosfera di una America più periferica, che si mangia hamburger per celebrare la fine di una fuga ma troppo sicura di sé per convincere fino in fondo.

Dope Thief

  • Anno: 2025
  • Durata: 8 episodi
  • Distribuzione: AppleTV+
  • Genere: Crime
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Peter Craig
  • Data di uscita: 14-March-2025

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