
Anno: 2013
Durata: 102′
Genere: Drammatico
Nazionalità: Svezia, Danimarca
Regia: Lukas Moodysson
È la prima volta che leggo di qualcuno che dichiara di essere stato salvato da Rihanna… Non è che la cantante non sia capace di tali miracoli, ma sinceramente sentire Lukas Moodysson raccontarne proprio come le sue protagoniste tredicenni inneggiano ai propri miti punk…
Modysson non è un artista monodose: è un cubo di Rubik che a seconda del colore che combina sa esprimere il meglio di sé. Cinema e scrittura, ma soprattutto di qua e di là tra generi e linguaggi (giusto per citarne due, Fucking Amal e Liljia 4-ever), a tal punto che siamo approdati con il vivace We are the best! alla teenager-retrò-commedia.
Bobo e Klara sono due ragazzine piene di spirito e indipendenza che si mettono in testa di formare una band punk pur senza capire un tubo di musica. Il progetto nasce in principio come pura ribellione, ma dall’incontro con Hedvig pare che le note mancanti diventino realtà. Il loro inno alla schifezza dello sport diventa canzone, e questo gruppo è il pretesto per ritrovare un po’ di considerazione persa tra le mura di casa: equilibri famigliari opinabili, nel troppo e nel poco, lasciano intendere come l’urlo delle ragazzine sia la denuncia narrativa che il regista vuole far sentire.
Sfacciatamente ribelli e infantilmente provocanti, sono una versione di Pippi Calzelunghe con la cresta e molto meno “birbantella”. I loro dispetti assomigliano piuttosto a dei sabotaggi che a delle ragazzate, ma pare tutto così divertente e privo di conseguenze che non esiste alcuna valida ragione per smettere: smettere di vomitare sui dischi del fratello, smettere di canzonare…cantando, smettere di tagliare i capelli da maschiaccio, smettere di confutare le teorie sulla fede cristiana, smettere di tirarsi il cibo nella mensa scolastica.
In realtà il film di Modysson, tratto dal comic book della moglie Coco, è un elogio scanzonato alla libertà di fare in quell’età dove, in fondo, ti è concesso fare. Poi, ovviamente, c’è anche un piacevole ritorno musicale al punk (svedese) degli anni Ottanta, con i suoi ritmi convulsi e rumorosi che anche due tredicenni assolutamente digiune di musica riescono a riprodurre. Tuttavia, oltre ad essere questa piacevole camminata saltellante nella fredda Svezia, il film non ha ulteriori pretese. Esilarante l’interpretazione delle tre ragazzine, ma rimane una commedia fatta di esagerazioni adolescenziali, creste appiccicate con il sapone e maglioni sovra misura. Certo, ci vogliono anche certe ragazzate ogni tanto.
Rita Andreetti