Un successo incredibile quello ottenuto dalla serie spagnola tratta dal romanzo omonimo di Javier Castillo (oltre un milione di copie vendute) che aveva deciso di ambientare la storia negli Stati Uniti.
Al riscontro ricevuto dal libro sono seguiti prima un nuovo romanzo, Il gioco dell’anima, poi una seconda stagione che prende ispirazione dal sequel letterario.
La ragazza di neve 2: due casi
La seconda stagione è ambientata nuovamente a Malaga e non a New York, e parte lì dove la prima si era conclusa. Conferenza stampa sul romanzo di successo scritto da Miren dopo il ritrovamento di Amaya, nuova vita e, sembra, maggiore stabilità per lei. Miren sembra aver fatto pace col proprio passato (non con la violenza subita) e ha scritto un libro per raccontarla e farsi portavoce di quell’esperienza traumatica.. Alla presentazione del romanzo, riceve però un enigmatico biglietto anonimo “Vuoi giocare?” accompagnato da una polaroid: una ragazza legata e bendata.
Allo stesso tempo, viene ritrovato il corpo di una diciassettenne crocifissa in periferia. La polizia investiga (torna la detective della prima stagione) e Miren si ritiene coinvolta di nuovo da entrambe le storie. Ad aiutarla il collega Jaime (Miki Esparbé). Torna Eduardo (José Coronado), sua coscienza e mentore insostituibile.
Nel corso della sua indagine, Miren finisce su un sito web che racconta di uno strano passatempo: il Gioco dell’Anima. Naturalmente, il gioco la induce con l’inganno a partecipare a compiti folli e sempre più pericolosi.
Anche questa volta Miren vivrà il caso in modo molto personale : il passato torna a bussare alla sua porta con una vecchia inchiesta rimasta irrisolta.
Chi ha subito un danno…
Caratteristica comune a tutti i personaggi coinvolti è un passato da affrontare. Ognuno di loro ha subito un danno che li ha resi fragili e ognuno fugge da qualcosa: Jaime ad esempio vuole riabilitarsi dopo una brutta storia in cui è rimasto coinvolto. Ma i proiettori principali sono sui ragazzi e sulla generazione che rappresentano, sulla loro educazione sentimentale e spirituale.
Se nella prima stagione il tema portante era la violenza sessuale, questa volta il serial si concentra sulla religione e sulle sue esasperazioni. Come può un credo divenire estremo e come sia labile il confine tra la fede e il fanatismo religioso. Un confine difficile da stabilire e le cui esasperazioni vengono imputate ad un contesto familiare educativo malsano. Tutto questo a discapito di una generazione sempre più confusa e priva di forti punti di riferimento nel mondo adulto.
Sfide registiche
La ragazza di neve 2 mantiene la raffinatezza visiva e la regia sofisticata del primo capitolo, con David Ulloa che dosa tensione e introspezione. La fotografia fredda e cupa accompagna perfettamente il percorso emotivo di Miren, mentre il montaggio serrato e i colpi di scena intensificano l’esperienza visiva. Gli sceneggiatori intrecciano una trama complessa ma chiara, equilibrando il dramma personale di Miren con l’indagine criminale.
La seconda stagione supera la prima? In parte si perchè immerge lo spettatore in un clima di minaccia costante senza ripetersi. Miren non è più solo una fragile giornalista in cerca della verità, ora è una donna consapevole del proprio passato e determinata. La serie si fa più matura e coraggiosa, esplorando territori disturbanti, allontanandosi dalla sola dimensione del dramma dell’infanzia e, seppur con qualche difetto di ‘platealità interpretativa’, conferma la qualità del crime spagnolo.
Milena Smit, interprete di Miren, è un’ attrice promettente, e consolida il suo talento mostrato anche in Madres Paralelas di Almodóvar.