Il pensiero Meridiano è da tempo qualcosa di più di un’onda anomala. È un fragore costante e ripetuto di una natura che non abdica il suo spazio e la sua libertà. Che al dirompere di idee e considerazioni polarizzanti, esclusive, settoriali, offre la forza del lento divenire della Storia. La possibilità inclusiva di confrontarsi, determinare un unico, immenso, luogo comune di condivisione e azione. Un Mediterraneo decifrato dallo sguardo intellettuale di Albert Camus. Immerso nel suo calore umano e fautore di incroci e interpretazioni di popoli e usi. Una società variegatà. Semplice nella sua complessità, capace di predisporre ogni possibilità di dialogo e accoglienzza. Il nuovo corso del Bari International Film&TV Festival, guidato da Oscar Iarussi, giornalista, critico cinematografico e saggista, riparte da qui. Da una considerazione necessaria di un cinema in grado di mostrare la sua capacità di apprendere, configurare e diffondere linguaggi e presenze culturali differenti, tutte accomunate dall’attenzione per quello che siamo stati, che siamo e che vorremmo essere. Nel ricordo di Franco Cassano e del suo proselitismo per il Pensiero Meridiano, con il Sud di nuovo al centro del nostro agire e del nostro dire. Non a caso uno dei due concorsi del Bif&st2025 prende il nome di Meridiana e assegna un premio alla memoria del mai dimenticato sociologo barese. Rivolta ai film, in anteprima italiana, provenienti dal Mare Nostrum, L’Effacement, di Karim Moussaoi, e Lo Que Queda De Ti di Gala Gracia tra i più attesi, insieme ad Afrodite di Stefano Lorenzi, la sezione è presieduta da Tahar Ben Jelloun , scrittore, filosofo, psicoterapeuta, francese di nascita marocchina, attento ai valori della comunità e della coesistenza.
Con la cultura si impara a vivere insieme, si impara soprattutto che non siamo soli al mondo, che esistono altri popoli e altre tradizioni, altri modi di vivere che sono altrettanto validi dei nostri.
Tahar Ben Jelloun
Bif&st 2025, un’idea di cinema italiano
La ricerca di un’ identità contemporanea, attuale, del cinema italiano prende avvio già dalla retrospettiva,.presso il Teatro Kursaal SantaLucia, dedicata all’opera di Nanni Moretti. Attore, autore e regista in grado di lasciare un solco ben chiaro non solo nella nostra cultura, ma in un certo modo particolarmente italiano di fare cinema. Sempre compreso in un modello tale da declinare e governare dinamiche ad ampio respiro e antisistema. Tutto gli appartiene: il dramma, la commedia, la pellicola brillante d’impegno, la descrizione dei sentimenti, la vocazione politica mai doma, cinicamente preda di una costante disillusione. La stessa disillusione bandita dalla seconda sezione in concorso del Bif&st 2025, quella denominata Cinema Italiano. Quella che ne abbraccia il significato nella maniera concettuale più ampia. Estendendo i confini della gara oltre le poderose colonne che delimitano i territori delle opere di lungometraggio. Lì dove albergano coloro i quali da sempre aspirano alla medesima platea. Campo libero, dunque, anche per i mediometraggi, i film di finzione e i documentari, tutti in anteprima nazionale. Faggin, l’uomo che vide il futuro, di Marcello Foa, Fratelli di culla, di Alessandro Piva, e Per amore di una donna, di Guido Chiesa, tra le possibili suggestioni della competizione. Al di fuori di essa, un podio ideale attende Maestro: il calcio a colori di Tommaso Maestrelli, di Francesco Cordio e Roberto Manni.
L’uomo si esprime in accordo con la propria terra. E la superiorità, nell’ambito della cultura, risiede tutta soltanto in quell’accordo. Non esiste una cultura più o meno grande. Esistono culture più o meno vere.
Albert Camus

Dialoghi e colloqui
In concordanza con l’Apulia Film Commission, il soggetto attuatore e produttore del Festival per conto della Regione Puglia, si forma l’idea sensibile di poter dare ancora maggior consistenza alla proprietà socializzante del cinema e della sua naturale attitudine nel comporre appassionati, interpreti e operatori in un’unica grande comunità, costantemente aperta alle ingerenze del mondo esterno. Ecco dunque i mattinée al Teatro Petruzzelli e la loro consolidata esperienza di materiale di collante di una cultura cinematografica che si fa dialogo, colloquio, divulgazione. Tutto raccolto nella dizione a largo spettro di Incontri di cinema. Ma non solo. In questo solco, incentrato sulla convivialità e sulla capacità di scambiarsi impressioni e frammenti dell’immaginario di celluloide, si paventa lo spazio Doppio Testo. Il Multicinema Galleria accoglie l’eterno dialogo tra cinema e letteratura e lo rende indagine conoscitiva con la guida della scrittrice Chiara Tagliaferri. La presenza, come ospiti, di Michele Placido e Giancarlo De Cataldo ne consente l’esplicitazione esperienziale chiara e definita.
Se non si crede a nulla, infatti, se nulla ha senso e non possiamo affermare alcun valore, allora tutto è permesso e nulla ha importanza
Albert Camus
A bout de souffle
In conclusione, è un gimbal il movimento della macchina da presa di questo Bif&st 2025. Si fa punto di vista ruotando su se stesso per catturare le svariati attitudini di un programma che non concede pause. All’ultimo respiro. Il resto delle sezioni e degli eventi delineano i perimetri di un’attenzione indotta a perdersi a dismisura. In un orizzonte che non ha mai un segno per il quale pensare di tacitare lo sguardo. Le tableau volé, di Pascal Bonitzer, e L’amour Ouf , di Gilles Lellouche, guidano, insieme a Le Assaggiatrici, di Silvio Soldini, la necessità di avere qualcosa in cui credere e poter affermare la propria volontà di essere. Il tema dominante delle anteprime di Rosso di Sera. Si cerca di superare le barriere che la vita ci pone dinnanzi. Così come nella sezione Frontiere i confini prestabiliti, imposti, preconcetti, cedono il passo alla libertà voluta, sognata, conquistata. À son image, di Thierry De Peretti, e Voyage A Gaza, di Piero Usberti, sono tra i lavori più emblematici di questo endroit. Rigorosamente ascritti nella formula da non perdere. Incedono da par loro le pellicole racchiuse in Focus A24, il segmento dedicato a una delle case di produzione più attive e vincenti del’ultimo ventennio, e in A Sud, presso il Teatro Polifunzionale AncheCinema, con le sue proiezioni concentrate su di un’idea territoriale, culturale, antropologica da sempre capace di identificare un’ esistenza vicina ai sentimenti più autentici della condizione umana. Spazio dunque a successi consacrati come La zona d’interesse, di Jonathan Glazer o Everything Everywhere all at once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert e a opere di sicuro impatto come Lo Deseado di Dario Mascambroni. Il ritorno dei cortometraggi, raccolit nella sezione Sarò Breve, sancisce, ancora una volta, la vocazione inclusiva di questo nuovo corso festivaliero.