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In Sala

Punk e dannunziana: la rievocazione pop di ‘Fiume o morte!’

Il racconto storico e sorprendente dei sedici mesi di occupazione italiana reinterpretati dai fiumani di oggi, portavoce di una città crocevia di culture e proiettata al futuro

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Fiume o Morte! 2025

Fiume o morte!, fresco vincitore del Tiger Award al Rotterdam International Film Festival, debutta nei cinema il 17 febbraio 2025, distribuito da Wanted Cinema in occasione del mese del Doc Wanted.

Era il 12 settembre del lontano 1919 quando Gabriele D’Annunzio, accompagnato da una legione di circa trecento soldati, invase la piccola ma strategica città portuale di Rijeka, Fiume, con l’intento annetterla al Regno d’Italia in quella che è considerata una delle occupazioni più peculiari di sempre.

Forte dell’ampia copertura mediatica del tempo, voluta dal Vate stesso, il regista fiumano Igor Bezinović rievoca, negli spazi urbani di una moderna Rijeka, quel periodo anomalo della sua storia, componendo sequenze vibranti e dai toni allegorici, servendosi dell’appassionata recita dei suoi concittadini, in un continuo dialogo anacronistico tra le figure storiche del passato e le tematiche del presente, nel ricordo di una tragedia, in parte, sventata.

Dalla Fiat 3A rossa con cui D’Annunzio, presumibilmente, fece il suo ingresso, tanto trionfale quanto grottesco, a Fiume, fino alle celebri ‘cinque giornate’ e alla sanguinosa guerriglia per le strade della città; Fiume o morte! sfrutta la leggerezza di una rievocazione storica per riflettere sulle conseguenze del nazionalismo estremo nell’Europa di un secolo fa, il quale, non troppo silenziosamente, sta facendo il suo ritorno.

Dare colore al passato più buio

Raccontare una storia come quella dell’occupazione di Fiume è un affare piuttosto spinoso. Si tratta di una vicenda più oscura e articolata di quanto la memoria storica abbia voluto far credere ed è necessario imboccare una delle tante strade possibili, scegliere un punto di vista e mantenerlo fino in fondo. Bezinović palesa la sua visione sin da subito, introducendo la città protagonista tramite le voci dei suoi abitanti, i quali, dando risposte schiette, sincere, gettano le basi per un ragionamento nuovo e differente, per lo meno per noi in quanto italiani.

Nei primi dieci minuti di film, contraddistinti da un taglio quasi televisivo per mezzo dell’apparente semplicità di una vox populi, viene detta una cinquantina di volte la parola ‘fascista’ ed è naturalmente associata al nome di Gabriele D’Annunzio, colui che in Italia è conosciuto come un grande poeta e figura quasi trascendentale. Da questa profonda differenza capiamo cosa resta, nella Fiume odierna, di quei sedici mesi lontani.

E così il trauma viene affrontato, dai dettagli cicatrizzati delle strade di Rijeka che trasudano storia si passa agli spazi più intimi di un vecchio edificio, il quale diventa il set per ‘preparare’ il cast alla messa in scena. Conosciamo uno per uno gli attori improvvisati che vestiranno i panni degli eroi (e anti-eroi) di questa storia, mentre altre voci, in un esotico quanto familiare dialetto fiumano, illustrano i passaggi chiave dell’occupazione.

Fiume o morte!

Fiume o morte! (Igor Bezinović, 2025)

Giocare con la storia per sfatare il mito

Fiume o morte! è un catino di idee in rapida successione, un susseguirsi di immagini punk sia nel concetto che nella realizzazione alternate alla loro controparte reale, rievocata dalle immagini d’archivio e ricreata dai fiumani. Oltre a questo i tanti spunti ed espedienti creativi rendono il film godibile e la storia assolutamente comprensibile, senza eccellere nella tecnica, ma distinguendosi nella più autoriale sostanza. Circoscritto in una sfera recitativa a metà tra l’improvvisazione e lo spaesamento alla Wes Anderson, il film di Bezinović trova il suo punto di forza nell’autoironica franchezza con cui Fiume/Rijeka racconta se stessa, ne ritrae gli abitanti come un popolo pervaso di vitalità, creatività e un patrimonio culturale variegato che han saputo far proprio.

Questa visione stilistica funziona e lo si percepisce in primis con gli attori, al plurale, che interpretano D’Annunzio nei vari passaggi della storia, espediente volto a far cadere il mito di un uomo che diventa molti, un oggetto intercambiabile dipinto come un folle, un megalomane che da grande vuole fare il dittatore. Quello che ne scaturisce è un ritratto sfuggente, multiforme e significativo.

Un continuo gioco apparentemente incontrollato, un esercizio di stile mai fine a se stesso ma utile alla narrazione, una velata critica al presente e un’esorcizzazione del passato. Come un rito dal sapore tribale, i fiumani affrontano il ‘demonio’ prendendolo a mazzate come fosse una piñata.

Fiume o morte!

Fiume o morte! (Igor Bezinović, 2025)

Viverlo sulla propria pelle: le mille vite di una Jugoslavia mutaforme

A rendere ancora più interessante la ricerca di una chiave di lettura di Fiume o morte! sono le parole del suo regista Igor Bezinović, nato e cresciuto in un paese in perenne evoluzione, plasmato da un’ideale di vita mai cristallizzato, caparbiamente instauratosi anche nella sua idea di cinema: “Non stavo davvero pensando a etichette o categorie, stavo solo realizzando il film nel modo in cui mi sembrava giusto. Non sono mai stato un seguace entusiasta di generi cinematografici specifici. Sono più attratto da forme di cinema che mi sorprendono.” E ancora: “all’età di sei anni dovevamo giurare di sviluppare fraternità e unità e combattere per le idee di Tito. Un anno dopo, la Jugoslavia si dissolse, la guerra iniziò e cominciammo a vivere sotto il capitalismo, in un paese che ora si chiama Croazia.”

Fiume o morte! non è facile da inquadrare in un genere specifico e questa è la sua forza. Il film è lo specchio della visione dei fiumani su quegli oscuri eventi di un secolo fa e lo stile, punk e coraggiosamente teatrale, trova le sue fondamenta in una cultura unica e radicata, come lo stesso regista confessa: “Il fatto che Rijeka sia una città di carnevale — e che sia stata l’epicentro del punk jugoslavo — è qualcosa che ha determinato la mia formazione sia come regista che come persona.”

Fiume o morte!

Fiume o morte! (Igor Bezinović, 2025)

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Bezinović inquadra perfettamente il sentimento popolare e pone delle domande su ciò che, universalmente, può essere considerato giusto in un determinato momento storico, palesando come la realtà venga costantemente plasmata dal costrutto sociale e la memoria non sia altro che un’arma da sfruttare e reinventare a proprio vantaggio. Così nel cinema, come nella vita.

Fiume o Morte!

  • Anno: 2025
  • Durata: 112'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Croazia, Italia, Slovenia
  • Regia: Igor Bezinović
  • Data di uscita: 17-February-2025