Il secondo lungometraggio dell’italoamericano JT Mollner, Strange Darling, che ha suscitato l’entusiasmo ed il sostegno del Maestro dell’Horror Stephen King, arriva nelle sale italiane, pronto a conquistare il pubblico di genere e non solo.
Dal 13 Febbraio Distribuito da Vertice 360.
Protagonisti gli intriganti Willa Fitzgerald e Kyle Gallner, il film è una sfrenata caccia tra un killer e la sua vittima, laddove i ruoli si intrecciano e si invertono in una girandola di rovesciamenti di intenzioni e punti di vista, accompagnati da una colonna sonora (firmata dalla cantautrice Z Berg) composta di melodie morbide e rarefatte, che si contrappone alla concretezza del sangue e dell’azione sincopata da cardiopalma.
Strange Darling: il thriller fuori sequenza
Strange Darling è diviso in sei capitoli, che il regista ha volutamente messo fuori sequenza, per creare e disattendere le aspettative dello spettatore, dando al thriller un ritmo discontinuo ma efficace per aumentare la tensione e stupire. Con l’incipit da mockumentary, il film dichiara di voler raccontare la storia di uno dei più efferati serial killer; quindi il plot si dirama nei capitoli presentati in ordine scomposto ed annunciati da un titolo, come in un romanzo scritto che prenda vita sullo schermo.
Una donna (The Lady) in abito rosso scappa nel bosco, inseguita da un uomo (The Demon) con un fucile; trova riparo nella casa di due anziani hippie ex motociclisti, ma lui la trova… quel che succede dopo si interseca con quel che è successo prima, svelando a poco a poco, come in un gioco di prestigio, segreti e verità.
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Tecnica raffinata
Strange Darling è stato girato in pellicola 35mm, non usuale nel cinema indipendente, ma la cura estetica di Mollner è evidente in ogni particolare del film, dalle musiche all’uso del colore.
La colonna sonora originale della cantautrice indie americana Z Berg vanta la partecipazione della voce di Keith Carradine e di Ginnie Mollner, madre del regista, ex cantante a Las Vegas, mentre alle musiche ha collaborato anche il compositore Craig DeLeon. Quanto all’uso del colore, il direttore della fotografia è l’attore Giovanni Ribisi (presente nel film anche come Art Pallone, voce narrante), per la prima volta in questa veste; attentissimo ai colori, usa la saturazione per portare la storia in una sorta di altra realtà (retaggio dei classici anni Sessanta e Settanta, da Mario Bava a Dario Argento): in Strange Darling il rosso è predominante, dall’abito della protagonista al sangue che scorre a fiotti, cui si contrappongono il blu e la luce fredda della camera del motel.
Musica e colori danno corpo ad un gioco ad incastro che potrebbe altresì risultare fin troppo artefatto; il rischio della cura estetica di Mollner è infatti proprio quello di fare di Strange Darling un prodotto ‘confezionato’, al limite del ‘finto’, come una bella storia senz’anima. Il regista si muove in buon equilibrio sul filo dell’estetica estremizzata grazie ad un ottimo mix tra attori, colonna sonora e fotografia. Da citare la dedica del film a DeDe Mollner, zia del regista e ex ballerina dei Gazzarra Dancers.