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Oscar 2025: tutto sui candidati a Miglior attore protagonista

Alla 97º edizione della notte degli Oscar arrivano cinque nominations come miglior attore protagonista, che non renderanno facile la scelta di un vincitore.

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The apprentice

Manca sempre meno all’attesissima notte degli Oscar 2025, che si terrà nella notte di domenica 2 marzo alle 2:00 del mattino, ora italiana, nello storico Dolby Theater di Los Angeles. Per l’occasione scopriamo di più sulle nominations come Miglior attore protagonista della 97º edizione degli Oscar.

1. Ralph Fiennes: giudice silenzioso di una guerra santa

L’acclamato attore e regista britannico, Ralph Fiennes, è noto al grande pubblico per interpretazioni magistrali: dall’umorismo naïf di Grand Budapest Hotel al cattivo glaciale di Schindler’s List. Dopo l’ultimo ruolo in The Menu (2022), parla stavolta attraverso lunghi silenzi.

Conclave, thriller politico diretto da Edward Berger, intesse un’accurata riflessione sul potere, percorso da tensioni e intrighi. Fiennes interpreta l’attore protagonista, cardinale Thomas Lawrence, chiamato ad organizzare il conclave per la scelta del nuovo pontefice. Non serve molto tempo a comprendere quanto questa decisione sia difficile in un clima tanto mutato, all’insegna di un paradigma esperenziale nuovo. Il cinema ha da sempre saputo accogliere la sfida di raccontare il dubbio, soprattutto quando si tratta di quello religioso.

Habemus Papam (2011) di Nanni Moretti ci aveva già mostrato quanto la chiesa fosse luogo di approdo ma anche di fuga. Il papa di Nanni Moretti fugge, proprio nel suo primo giorno di pontificato. Il trono è vuoto, e il nostro tempo anche. Abbiamo bisogno di una guida, al di là del nostro credo. Il mondo moderno allora sussura all’orecchio di cardinale Lawrence che nessuno è davvero pronto a diventare quella guida, o forse no… Ralph Finnes si muove sotto la volta della Capella Sistina e attraverso gli archi vaticani in cerca di una risposta, e noi con lui. Ci regala così una performance superlativa realizzata attraverso compostezza e sottrazione. Potrebbe ambire alla statuetta di Miglior attore di quest’anno, e noi ci auguriamo che un grande attore come Ralph Fiennes possa così coronare la sua brillante carriera.

conclave

2. Timothée e quel Bob Dylan che sa di lui

L’Idolo del pubblico americano e francese, ma soprattutto leader della Generazione Z, Timothée Chalamet accetta la sfida di interpretare un gigante della musica: Bob Dylan. Il film, A complete Unknown arriva al cinema con la promessa di un biopic fresco ed autentico sulla svolta elettrica della carriera di Dylan. Ritratto biografico ma anche personale su una figura dalle mille sfumature.

Gli Academy  hanno sempre dimostrato la loro acclamazione nei confronti del biopic, ricordiamo tutti il grande successo di Bohemian Rhapsody che alla serata finale si aggiudicò 4 Oscar, tra cui Miglior attore protagonista. Negli ultimi anni si è succeduta una lunga serie di film biografici da quello su Whitney Houston a quello su Bob Marley e Amy Winehouse. Il genere si presta a fondere visione personale e linguaggio estetico del regista con le pagine vere di artisti brillanti, e a volte anche molto discussi.

In A complete Unknow, diretto da James Mangott, stavolta è il ventottenne Chalamet a riscrivere la storia di un mito. Dopo il fortunato esordio del 2017 in Chiamami col tuo nome l’attore è diventato una garanzia, recitando in film come Dune e Wonka e ottenendo un enorme successo al botteghino. Per questo ruolo invece, Timothèe trascorre ben sei anni di preparazione per rivestire i panni di Bob Dylan, riuscendo così  in un’operazione difficile. Forse mettendoci anche molto di sé, sfumando le asperità caratteriali di Bob Dylan in una versione più candida e patinata. In ogni caso il film è un grande successo aggiudicandosi ben 8 nominations tra cui Miglior film. La prima candidatura agli Oscar per Timothée Chalamet sarà forse quella giusta? Nonostante la rosa di candidati, tutti dalla solida carriera, l’attore francese secondo la critica ha altissime possibilità di aggiudicarsi la statuetta.

3. La più audace delle nominations: Sebastian Stan

Rispetto ai suoi colleghi in gara quest’anno, Sebastian Stan arriverà al Dolby Theater sapendo di portare uno dei film più provocatori di questa stagione cinematografica. Partiamo da un motivo sopra tutti: il film, che racconta la scalata al successo di Donald Trump, non è affatto piaciuto al presidente americano. Siamo difronte a qualcosa di scomodo.

The Apprentice – Alle origini di Trump, diretto da Ali Abbassi, in una splendida fotografia anni ’70, mette in campo una gabbia di squali, come potrebbe essere definito il luogo in cui Trump si aggira. Il due volte presidente degli Stati Uniti D’America, che ha fatto da poco ingresso nella Casa Bianca, non si ritrova nell’audace biopic, e possiamo immaginare perché. Sebastian Stan non si approssima all’iperrealismo imitativo di Trump, è piuttosto una tela bianca ad inizio film, e inizia il suo apprendistato sotto i consigli severi del malvagio mentore, interpretato da Jeremy Strong (candidato come miglior attore non protagonista).

Piano piano il film si apre modellando la personalità del più giovane imprenditore di New York. Stan a questo punto si fa sineddoche di un mondo nuovo. Arroganza, sadismo, anestesia dei sentimenti, ma anche tanta ambizione diventano gli ingredienti del Frankestein finale, lasciando chi lo guarda esterrefatto per una tale trasformazione. Questo è per Sebastian Stan l’anno della sua consacrazione: dal Bucky Barnes dei film Marvel al ruolo in A different man per cui vince il Golden Globe, adesso conferma le sue capacità interpretative. Stan quest’anno stupisce la critica meritandosi a pieni voti la nomination come migliore attore protagonista.

4. Il viaggio per la vita di Adrien Brody

Così come il viaggio raccontato nel film, così anche la carriera di questo brillante attore è senz’altro un viaggio memorabile, da ricordare nelle generazioni a venire. Adrien Brody si aggiudica la nomination come miglior attore protagonista per The Brutalist, diretto da Brady Corbet. Il film, per cui sono serviti ben dieci anni di preparazione, è una vera epopea visiva e narrativa. Si passa dalla storia dell’Ungheria durante la Seconda Guerra Mondiale al racconto cronologico della vita di Làszlò Tòth, un architetto visionario in fuga dall’Europa. Il film si aggiudica il Leone d’argento al Festival di Venezia e due Golden Globes, e si candida adesso per ben dieci nominations agli Oscar.

L’attore arriva alla serata finale ricordandoci tutti i suoi iconici ruoli, che dimostrano la sua coerenza ma anche la sua versatilità attoriale: dall’horror perturbante di The Village (2004) e Giallo (2004) al colorato mondo di Wes Anderson conGrandBudapestHotel(2014) e The French Dispatch (2021). Con The Brutalist l’attore stringe un legame a doppio nodo con il suo primo grande successo: Il Pianista, diretto da Roman Polanski, con cui  l’attore vinse nel 2003 l’Oscar come Miglior attore protagonista. Ad Io donna rivela di essere cresciuto con un forte desiderio di realizzazione – “i miei nonni e mia madre sono venuti dall’Europa negli Anni ’50, ricominciando da zero”. Così si fa rapsodo di storie di rinascita, nel deserto lasciato tutt’attorno dalle Grandi Guerre. Con questo film di monumentale calibro, Adrien Brody potrebbe ricevere la statuetta, e marchiare a fuoco il suo grande talento cinematografico.

adrien brody

5. Colman Domingo, luci e ombre di un riscatto

L’attore di Filadelfia, Colman Domingo, è candidato come miglior attore protagonista nel film Sing Sing, diretto da Greg Kwedar.  Questa è la sua seconda nomination, dopo quella del 2023 per Rustin, diretto da George C. Wolfe. L’abbiamo apprezzato per film come Lincoln e Il colore Viola, di Steven Spielberg, e poi con il toccante The Butler. Marginalità e ingiustizia sociale sono i temi con cui l’attore si è saputo sempre misurare. La condizione degli afroamericani è squarciata da un tagliente passato schiavista ma anche tenuta in piedi dalla forza e dalla speranza di questa comunità, che non smette, soprattutto oggi, di lottare per i pari diritti economici e sociali. Colman Domingo, come aveva già fatto anche in Selmala strada della libertà, diventa il volto della resistenza e della lotta sociale. In Sing Sing ci poniamo in uno spazio quasi atemporale, quello delle carceri americane, in cui, diversamente da quel che si pensi, la speranza di un riscatto è sempre viva. Il ruolo che Domingo interpreta è quello di Jhon Whitfield, capo di un gruppo di detenuti, responsabile di un percorso di riabilitazione artistica. Whitfield ha un passato nel vortice buio delle droghe, ma anche nei fasci di luce dello spettacolo, è sempre stato dedito infatti alla musica e alla danza.

L’arte e il cinema si fanno salvataggio di una commedia drammatica che meritava, mai come in questo anno politicamente teso, di avere un posto speciale nella rosa degli Oscar. 

Leggi anche il nostro articolo per scoprire quali sono tutte le nominations agli Oscar di questa attesissima edizione.

I cinque candidati come Miglior attore protagonista agli Oscar 2025

  • Anno: 2025

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