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INDIAN FILM FESTIVAL

‘RRR’, instant cult tra azione sfrenata e storia dell’India

Il film di S. S. Rajamouli, con NTR Jr. e Ram Charan, è un'opera eclettica e polimorfa, che mischia fluentemente svariati generi, passando dal dramma storico alla commedia romantica, passando per segmenti musical e mirabolanti sequenze action, che sembrano quasi ripercorrere la storia globale del genere, e che racconta l'oppressione coloniale dell'India da parte dell'allora Impero Britannico

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Non poteva esserci miglior film di apertura di RRR per la prima edizione dell’Indian Film Festival, organizzato e promosso dall’Ambasciata Indiana a Roma. Il film scritto e diretto da S. S. Rajamouli si può considerare un vero e proprio instant cult. Quando uscì nel 2022, infatti, riscosse un enorme successo a livello internazionale, arrivando anche a vincere prima il Golden Globe e poi l’Oscar per la canzone Naatu Naatu. Girato in lingua telugu, questo lungometraggio vanta la presenza di grandi star dell’India come NTR Jr., Ram Charan, Ajay Devgn e Alia Bhatt, oltre ad attori internazionali quali Ray Stevenson, Alison Doody e Olivia Morris.

RRR, la storia di un’amicizia e di un popolo

Il film, ambientato nel 1920, quando l’India era una colonia dell’Impero Britannico, segue le vicende di Komaram Bheem (NTR Jr.) e di Alluri Sitarama Raju (Ram Charan), due personaggi fittizi ispirati a reali rivoluzionari indiani. Bheem è il guardiano di una tribù Gond in missione a Delhi, sotto il falso nome di Akhtar, per ritrovare una bambina rapita dal governatore britannico Scott Buxton (Ray Stevenson). Raju, invece, è un ambizioso soldato al servizio della corona inglese, incaricato dal governatore di lavorare sotto copertura per fermare Bheem. Bheem e Raju si incontrano casualmente e nasce una forte amicizia, che, però, nasconde numerosi segreti e rischia dunque di essere messa a dura prova.

Il boom del cinema indiano nel mondo

Negli ultimi anni sta avvenendo, a livello globale, una riscoperta del cinema indiano. Parliamo tanto del cinema di matrice realista, al cui interno spicca sicuramente il grande maestro Satyajit Ray, quanto dei cosiddetti film Masala, ovvero film dal gusto popolare che mescolano fra loro svariati generi, inserendo spesso, inoltre, segmenti tipici da musical. RRR si inserisce proprio in quest’ultimo filone, rappresentandone uno dei maggiori successi. Ed è proprio grazie all’immenso successo che ha avuto RRR, anche grazie alla distribuzione di Netflix, che ha avuto inizio questa fase di riscoperta del cinema di Bollywood, e non solo. Perché in questo caso specifico parliamo di un film appartenente alla cosiddetta Tollywood, ovvero il cinema girato in lingua telugu, con sede a Hyderabad.

RRR, in effetti, non poteva che conquistare il pubblico internazionale, per via della sua natura. Parliamo decisamente di uno dei più grandi blockbuster degli ultimi anni, che poco ha da invidiare alle controparti hollywoodiane. RRR è un’opera eclettica e polimorfa, in grado di mischiare sapientemente stilemi ben noti al pubblico occidentale con la cultura, la storia e l’estetica dell’India, creando un’epica e mastodontica saga (basti pensare al fatto che abbiamo un prologo della durata di 40 minuti). Un pastiche che mescola il dramma, sia storico che personale, la commedia, tendenzialmente romantica, il musical e l’action movie, qui presente in diversi canoni.

Un compendio del cinema d’azione

Potremmo infatti considerare RRR come una specie di compendio dei vari filoni e stilemi del cinema d’azione. Basti pensare alla premessa narrativa, che potrebbe in parte ricordare The Departed, richiamando non solo il cinema hollywoodiano ma anche il cinema di Hong Kong, essendo il film di Martin Scorsese un remake di Infernal Affairs, diretto da Andrew Lau e Alan Mak. Ma non si tratta dell’unico rimando al cinema hongkonghese. Difatti, le sequenze di combattimento fisico sembrano sentire, soprattutto nella loro esagerazione formale, l’influenza del cinema wuxia di arti marziali dei fratelli Shaw, pilastri della produzione cinematografica di Hong Kong. Si tratta infatti di coreografie eccellenti, intrattenenti e al cardiopalma, eseguite alla perfezione dagli attori in scena.

Inoltre, la scelta di casting per i due protagonisti, ovvero NTR Jr. e Ram Charan, con i loro possenti fisici marmorei, strizza parecchio l’occhio al cinema muscolare anni ’80, nel quale la facevano da padrona i vari Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger. Vanno infine citate tutte le varie sequenze nelle quali riecheggiano gli stilemi dei war movies contemporanei occidentali, in cui il regista S. S. Rajamouli ha spesso inserito enormi esplosioni in puro stile Michael Bay. Tutto questo conglomerato di stili differenti viene gestito in maniera ottima, grazie a un montaggio fluido e dinamico, che riesce a star dietro a un ritmo della narrazione e dell’azione decisamente frenetico, passando da rapidi movimenti di macchina a lenti slow motion alla Zack Snyder.

L’unità di un popolo contro l’oppressione

RRR è dunque un film incredibilmente intrattenente, capace di tenere incollati allo schermo grazie a un’appassionante storia in continua mutazione e a esorbitanti sequenze action. Ma all’intrattenimento si accompagna anche un discorso legato all’identità nazionale indiana. In particolare, il fulcro del film risiede nell’unione di un popolo, quello indiano, al di là delle differenze legate alla lingua (in India le lingue ufficiali, oltre all’hindi e all’inglese, sono 21) o alla provenienza geografica e culturale, per contrastare un comune nemico oppressore, ovvero l’Impero Britannico, qui incarnato nella figura dello spietato governatore Buxton (Ray Stevenson).

Questo ideale di unione del popolo indiano si può ben vedere, oltre che in svariati passaggi del film, anche nel fatto che RRR, girato in lingua telugu, sia stato doppiato anche in hindi, tamil, kannada e malayalam. Questo per due motivi: il primo per arrivare a quante più persone, e diventare dunque un successo nazionale; il secondo per stabilire ufficialmente l’idea di un movimento cinematografico pan-indiano. Lo scopo di S. S. Rajamouli, quindi, con RRR, non era solo quello di intrattenere il pubblico, tanto indiano quanto internazionale, ma anche e soprattutto quello di riconsolidare un sentimento di orgoglio nazionale in tutta l’India.

RRR

  • Anno: 2022
  • Durata: 187 minuti
  • Genere: azione, storico, drammatico, commedia
  • Nazionalita: India
  • Regia: S. S. Rajamouli

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