Juliette Binoche presiederà la giuria della 78esima edizione del Festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio.
La straordinaria attrice ricorda come sia nata proprio al Festival di Cannes nel 1985 grazie al suo primo ruolo da protagonista in Rendez-vous film diretto da André Téchiné, vincitore che quell’anno vinse il premio per la miglior regia al 38º Festival di Cannes.
Juliette Binoche è una delle poche attrici ad aver ottenuto l’ambita tripletta. È stata premiata a Cannes per Copie conforme dell’iraniano Abbas Kiarostami, alla Mostra del Cinema di Venezia per Tre colori – Film Blu e al Festival di Berlino per Il paziente inglese. È anche una delle poche attrici francesi ad aver vinto un Oscar, nel 1997, come attrice non protagonista per Il paziente inglese.
Juliette Binoche icona e simbolo del cinema mondiale
La nomina di Juliette Binoche rappresenta una scelta significativa, non solo per il suo status di icona internazionale del cinema, ma anche per il messaggio che porta con sé. L’attrice ha costruito una carriera straordinaria, spaziando tra molti generi e ruoli che vanno dal dramma alla commedia, rappresentando la qualità e la profondità del cinema francese e internazionale. Il suo impegno sociale, in particolare nella difesa dei diritti delle donne, aggiunge un ulteriore strato di rilevanza a questa scelta, che sembra allinearsi con un’attenzione crescente verso le tematiche di uguaglianza di genere nell’industria cinematografica.
Il passaggio di testimone
Il passaggio del testimone da Greta Gerwig a Juliette Binoche è un evento che segna un altro capitolo della crescente visibilità delle donne in posizioni di leadership nei grandi eventi del cinema. È la seconda volta nella storia del Festival che due donne si sono passate il prestigioso testimone della presidenza. L’unico altro precedente risale agli anni ’60, quando la leggendaria Sophia Loren prese il posto di Olivia de Havilland, creando un legame tra il passato e il presente del Festival.
Dopo la nomina l’attrice ha dichiarato:
“Non vedo l’ora di condividere queste esperienze di vita con i membri della Giuria e con il pubblico. Nel 1985, salii per la prima volta le Scale con l’entusiasmo e l’incertezza di una giovane attrice; non avrei mai immaginato di tornare 40 anni dopo nel ruolo onorifico di Presidente della Giuria. Apprezzo il privilegio, la responsabilità e l’assoluto bisogno di umiltà.”