Nel cortometraggio di Djiby Kebe una semplice compravendita eleva il cinema al livello transazionale. Ponendo interrogativi sul mercato dell’arte e la morale dell’artista
Su MUBI, il sorprendente cortometraggio di Djiby Kebe. Premiato all’Hamptons International Film Festival e all’Angers European First Festival, è scritto, diretta dallo stesso Kebe e impreziosita dal lavoro musicale di Lyele. É prodotto da Chérubins productions. Protagonisti: Saabo Balde, Julia Faure e Juliette Speck.
IL TRAILER – L’avance
Sinossi – L’avance
Aliou (Saabo Balde), uno studente promettente della Beaux-Arts di Parigi, vende per tremila euro un dipinto della madre defunta a una famosa collezionista (Julia Faure). Dopo aver consegnato il dipinto, l’aspro confronto con la sorella (Juliette Spech) porrà Aliou di fronte al peso del denaro appena guadagnato.
Il peso dell’opera – L’avance
Nel corto di Djiby Kebe il protagonista Aliou, un promettente artista francese, è combattuto dal dubbio morale: vendere o non vendere il suo quadro. Il dipinto tratteggia sua madre con se stesso e sua sorella da bambini; un ritratto di famiglia intimo e talmente riservato da dover rimanere tale. Aliou vuole sfondare, essere apprezzato dal circolo dell’élite parigina e trova in quella compravendita un modo per fare soldi facili; un’opportunità per mostrare al mondo artistico tutto il suo valore. L’avance si concentra sul peso dell’arte e sul bivio di un artista: perdere una parte di sé o vendersi per un suo mercato.
Il corto, nell’insistenza registica sull’oggetto, insieme alle vibranti musiche di Leyle, si pone su un suo piano transazionale. Il quadro, focus e topic dello short-movie, è un mezzo psicologico-concettuale che ispeziona l’io più profondo del protagonista. In ciò, Djiby Kebe si serve dell’analisi transizionale teorizzata dallo psicologo canadese Eric Berne che approfondiva, nella derivazione freudiana, un’indagine dell’individuo esplorando le tre parti insite nella psiche di ogni essere umano: il Genitore, l’Adulto e il Bambino. L’avance, nel viaggio del protagonista nelle perplessità della vendita del dipinto, suddivide il percorso emotivo del giovane artista in queste tre fasi. La parte dell’Adulto costringe Aliou a ragionare, non come un artista, ma come un imprenditore di se stesso, attingendo alla razionalità della situazione e valutando tutti i vantaggi del caso nel vendere la sua opera alla gallerista, accettando così la cifra offerta.
Il corto-film sull’etica dell’arte
Nel transfert transazionale che segue, lo stato dell’io Genitore e dell’io Bambino sono scossi da un personaggio catalizzatore, la sorella di Aliou. Quest’ultima unisce le due fasi al peso del dipinto, scollegando la sua funzione dalle ragioni del mercato e facendo riflettere il protagonista sul peso dei ricordi che quel quadro trasmette. Come direbbe Berne, nella parte del Bambino e del Genitore, l’individuo riflette la propria emotività scandagliando gli aspetti positivi e negativi, decidendo di esporsi con le proprie emozioni, di essere istintivo e attingendo a tutta la struttura emotiva per le sue scelte. In tal senso L’avance si dimostra abile nel collegare la scrittura aristotelica dei tre atti con il viaggio psichico dell’eroe jungiano e dell’individuo di Berne. Sviluppando l’inconscio di Aliou nel suo dubbio artistico. L’opera è una merce o il ritratto intimo dell’artista?
Perdere una madre due volte
Nei diciotto minuti de L’avance, Aliou riflette tra la casa dei genitori, in cui litiga con la sorella, e le strade di Parigi, sul valore di quell’offerta (citando Marlon Brando ne Il Padrino ), se è una proposta che può rifiutare o meno. Come si vedrà nel finale, lo schema transazionale di Berne non riesce del tutto al protagonista, impossibilitato nel ritornare sui suoi passi e riprendersi il quadro. L’avance pone però il piano politico dell’opera d’arte in merito alla sua fruibilità. Il filosofo Walter Benjamin nella sua critica culturale ci dice che l’opera d’arte subisce un cambiamento quando viene riprodotta, diventando politica, fruibile alla massa. Nel pensiero di Benjamin ciò avviene con la dissacrazione dell’aura, il rito d’origine, la sacralità che mantiene quell’opera compatta nella sua ideazione morale.
E L’avance, nella sua lettura filosofico-artistica, pone una certa resistenza alla tesi dello studioso tedesco. L’oggetto creato dal protagonista per tutto il tempo lo pone in una situazione di conflitto con se stesso e Benjamin. Questo ritratto di famiglia non vuole perdere la propria aura, si nega alla sua esposizione e il suo spirito è talmente vivo da mettere in discussione la posizione del suo stesso autore, il giovane studente. Da una parte abbiamo il guadagno dell’opera, i tremila euro, dall’altra un dipinto che non è solo un oggetto ma il documento sentimentale di una famiglia. Paradossalmente il mantenimento dell’aura viene confermato da un’emblematica frase della sorella di Aliou contro di lui:
“Stai vendendo nostra madre.”
L’immagine come aura della realtà
Per Kebe quindi l’immagine non è la rappresentazione della realtà e nemmeno la sua icona, ma la realtà stessa. Vendendo quel dipinto alla famosa gallerista, Aliou ha distrutto due volte l’aura benjaminiana: quella del quadro e quella della foto del defunto che ancora resisteva al materialismo terreno. Alla fine ne L’avance emerge tutto il pericolo del capitale finanziario a discapito di quello sociale: con i soldi possiamo fare cose inimmaginabili, ma che ne è della nostra etica artistica? Siamo disposti a far morire due volte nostra madre per vendere il nostro prodotto? E in questo Aliou convive con i suoi rimorsi, consapevole di aver fatto perdere per l’ultima volta alla madre la sua essenza su questa vita.
L’avance di Djiby Kebe è una rappresentazione cinica e malinconica sul mondo dell’arte e sul libero arbitrio degli artisti. Una satira pungente che espone la creazione artistica dinnanzi alla propria etica e alla propria responsabilità.
Anno: 2024
Durata: 18'
Distribuzione: Mubi
Genere: dramedy
Nazionalita: Canada/Francia
Regia: Djiby Kebe
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